Internazionale, prove tecniche di mondiale



La specialissima settimana appena terminata offre, oltre ai consueti numeri da "interpretare", la possibilità di fare una prima valutazione su quanto andrà in scena nel teatro mondiale di Helsinki nel prossimo mese di agosto, fermo restando che le prospettive e le situazioni potranno essere suscettibili di mutamenti nel corso dei prossimi 40 giorni. Iniziamo la panoramica settimanale di quanto accaduto nel mondo con l'ultimo evento in ordine cronologico, ovvero il Grand Prix IAAF di Praga. Africa Ceka L'atteso debutto di Sileshi Sihine si è consumato in un brillantissimo 26'57"27 sui 10000 metri, ben 40 secondi su un altro frutto non più acerbo della più recente nidiata etiope, Gezhagne Mamo Eshetu. Alcuni nomi poco e per niente noti nella scia, tutti di matrice kenyana, come Geoffrey Kipngeno, Dennis Ndiso (il più conosciuto) ed Henry Kipchirchir. L'altra Africa, quella femminile, si è materializzata nella figura dolce di Docus Inzikuru, che sulle siepi ha realizzato la settima prestazione mondiale di sempre (sua seconda perspnale) con 9'20"33. Per l'ugandese d'Italia è la stagione della definitiva consacrazione, tradotta in numeri anche dal recente "world best" ottenuto sulla distanza più corta dei due chilometri, sempre con siepi. Il resto del programma del meeting praghese ha confermato la buona vena del lettone Olijars sugli ostacoli (13"28) e portato in vetta alle liste stagionali del disco femminile la ceka Cechlova-Pospisilova grazie ad un lancio di 66,81. Veni, vidi, Gatlin Justin Gatlin e Shawn Crawford, i due guasconi di Atene (indimenticabile lo show offerto dai due nella semifinale dei cento metri) rappresenteranno anche quest'anno gli Stati Uniti nella corsa all'oro della velocità nella massima manifestazione internazionale della stagione, ovvero i Mondiali di Helsinki. Riacchiappato per i capelli dopo la squalifica in batteria sui 100, Gatlin si è liberato dalla pressione vincendo entrambe le distanze dello sprint ai campionati USA di Carson, l’evento sportivo-mediatico della settimana, ed ha posto la parola fine (sul serio) all'era-Greene, all'ennesimo stop in corsa e probabilmente troppo avanti con gli anni (ne avrà 33) per l'appuntamento mondiale del 2007. Scene da un patrimonio Vediamo più da vicino alcune delle cose accadute nelle quattro giornate californiane dei campionati statunitensi, per poi elaborare un breve bilancio. Il lungo maschile: uccisa la gara con 8,35 dopo un nullo iniziale, Miguel Pate ritrova la scena lasciata nell'anno olimpico a causa di un infortunio, fortuna che non è toccata a Stringfellow, di nuovo fermo. Con Pate andranno ai mondiali l'olimpionico Phillips e l'ex football-player Brian Johnson. Moffitt, splendido argento ad Atene, resta a casa. Martello femminile: gran primato USA della bionda Gilreath, 73.87 all'ultimo lancio come accaduto ad Ester Balassini a Bressanone in occasione del primato italiano di sabato scorso. Per l'americana sei lanci validi, tre oltre i 70 metri, punta minima a 67,73. Lanci al maschile: il dentro-o-fuori del peso si è risolto a favore di Cantwell (21,64 al termine di una serie finalmente all'altezza), che ancora non aveva superato l'incubo dei Trials olimpici dello scorso anno, quando fu bocciato contro ogni pronostico. Conferme per Nelson e Godina, i sempre presenti. Per tornare allo sprint, un personaggio famoso è stato protagonista di campionati davvero balordi: lo show-man Bernard Williams si è giocato la chance sui 100 con una falsa in batteria (niente qualificazione d'ufficio alle semifinali come successo per Gatlin), ed è affondato in semifinale sui 200 in 20"94. 49"28: crono da finale mondiale dei 400 per Sanya Richards, giamaicana di nascita, che suona da avvertimento per l'olimpionica di Bahamas Darling-Williams, tecnicamente ancor più probante del 44"20 centrato da Jeremy Wariner nella finale maschile con una condotta di gara perfetta. Il rivale preferito di sempre, Williamson, è secondo con 44"62, terzo l'altro bianco Rock con 44"73. LaShawn Merritt, il futuro della specialità, con 44"73 dovrà accontentarsi della staffetta. Arrivederci e addii Chi non ci sarà: niente passi per Helsinki per molti nomi famosi, come i già citati Greene e Williams, senza dimenticare personaggi che hanno fatto la storia recente dello sprint (come l'ex-primatista Montgomery) o la sua leggenda (Marion Jones). Sipario calato anche per altri ex-protagonisti come Kim Batten, che si è ben giocata le sue carte a 36 anni con un onorevolissimo quinto posto sui 400 ostacoli (la Demus con 53"35 porterà con sé l'emergente Shauna Smith e la veterana Glover), e come Joey Woody, arresosi in semifinale all'orda dei ventenni. Oltre ogni ostacolo Dell'attesissimo Clement parleremo tra poco: per anzianità di servizio la precedenza sul palcoscenico dei campionati va ad Allen Johnson ed alla incredibile finale dei 110 ostacoli. Il 34enne pluricampione del mondo, già grandissimo due settimane fa a New York, ha vinto la più bella gara tutta americana degli ultimi anni: straordinario 12"99 per Johnson, impensabile 13"01 per Dominique Arnold, terzo posto extraterrestre (il miglior terzo classificato di sempre) con 13"02 per Trammell, che abbassa di ben sette centesimi il precedente personale. Con 13"46, crono che manda ai mondiali gli ostacolisti di tutto il resto del mondo, qui non si fa meglio del mesto ottavo posto. Qualcosa di simile è accaduto nell'altra gara maschile con ostacoli: il risultato di Kerron Clement (47"24) è un ulteriore progresso del femoneno nato a Trinidad, ed ha un significato anche simbolico, essendo migliore di un centesimo del primato personale di Felix "Superman" Sanchez, l'uomo che ha scritto la storia della specialità negli ultimi tre anni. Con Clement, indiziato d'essere in grado di fare qualcosa di grandissimo, promossi il piccolo Jackson, James Carter (tutti e tre sono atleti in quota Nike), e bocciatura (viene da sorridere o da stupire, fa lo stesso) con 48"09 per Brazell! Lotteria-sprint Me'Lisa Barber, che fino a 2-3 stagioni fa era conosciuta come la meno forte delle gemelle Barber (l'altra è la quattrocentista Michele), stravinto a sorpresa sui 100 davanti alla Lee ed a Lauryn Williams, ha mancato la doppietta individuale sui 200, arrendendosi ad una straordinaria Felix (22"13), alla sorprendente Rachelle Boone, ora signora Smith, ed alla Colander, tornata alla distanza di mezzo dopo essere partita dai 400 e transitata per i cento metri. La chiusura del programma era per i 200 maschili: il vento contrario non ha permesso a Justin Gatlin di sprintare sotto i venti secondi (20"04), ma la vittoria equivale alla seconda promozione individuale per i mondiali unitamente a Crawford (l'olimpionico sulla distanza) lasciando nel mezzo Gay, la vera novità (il terzo promosso dei 100, Leonard Scott, è molto più conosciuto). Il tutto con buona pace di Wallace Spearmon (quarto) e Xavier Carter (nono, ma ha 20 anni e si rifarà), i leoni dell'ultimissima ondata. Chi e cosa A 40 giorni dalla rassegna mondiale, la squadra americana si presenta con un ampio ventaglio di possibilità di podio su tutte le distanze brevi fino ai 400, comprese le staffette e le gare ad ostacoli. Nei salti appare competitiva solo nell’asta e nel lungo maschile, mentre dal settore lanci il meglio è offerto dai pesisti e dalla martellista Gilreath, che in una grande competizione rappresenta però un’incognita. Sul fronte generazionale sono presenti ancora alcuni atleti in età matura, come Johnson e la Glover, nel pieno della maturità come Trammell, Carter ed alcuni mezzofondisti, e poco più che ventenni affermatissimi (come Wariner) ed in procinto di accedere nell’Olimpo dei grandissimi (Clement). Torneremo su questo argomento dopo l’ultima ondata di meetings europei che precederanno l’avvio dei Campionati del Mondo. La Giamaica sull'altro canale Mentre gli statunitensi si giocavano i mondiali a Carson, una bella serie di duelli all'ultimo centesimo andavano in scena a Kingston. Scontata la promozione di Asafa Powell (10"04 e piccolo infortunio), hanno destato sensazione le centiste: Veronica Campbell (oro olimpico sui 200) è stata raggiunta sul traguardo dalla ventenne Simpson (10"97 per entrambe). Si raddoppia di domenica: titolo e viaggio in Finlandia assicurato per il primatista mondiale junior Bolt (20"27), e secondo posto per l'ex-medagliato mondiale Chris Williams in 20"36. Ancora: doppio titolo per la Campbell con 22"53 e bellissima finale dei 400 maschili: a sorpresa vince Spence con 44"77, davanti a Brandon Simpson (44"83) ed all'esperto Blackwood (44"93). Va sotto i 45 secondi anche Ayre, ma invano per una maglia da titolare ai mondiali. T.N.T. Tri-nitro-glicerina, una miscela altamente esplosiva, che in questo caso si traduce anche in Trinidad & Tobago, che ha sorpreso per i risultati dei campionati nazionali di Port-of-Spain. I cento metri strabilianti di Marc Burns (9"96) e del vice-campione del mondo Darrel Brown (9"99) hanno trovato conferma sui duecento col 19"98 (vento appena oltre il limite) di Aaron Armstrong, che è americano di nascita e che, a quanto pare, sta cercando spazio altrove. Armstrong ha ottenuto anche il personale sui cento metri, terminando al terzo posto in 10"04. Bene anche la junior Baptiste (moltissime gare da marzo in poi), al primato junior con 11"17 e alla doppietta sui 200 in 22"94. Per gli appunti: il 45"82 del promettentissimo 17enne Quow. A Kuortane col binocolo La scena: il campione olimpico del giavellotto Thorkildsen che manda in visibilio il raffinato pubblico finlandese con 86,81 (primato personale e record di Norvegia) al primo lancio, cui fa seguire 85,29, 86,82 (altro record), e due nulli. Dal canto suo lo specialista di casa Tero Pitkamaki, fresco di primato personale in Coppa Europa (85,90 a Gavle), che infila nell'ordine 80,45, un nullo, un 79,60 e finalmente un buon 82,36. Chissà quale corridoio nell'aria è stato imbucato dal giavellotto di Tero, e che razza di spallata l'ha portato a volare sollevandosi da terra per lo sforzo, per far atterrare l'attrezzo, al quinto lancio, all'eccezionale misura di 91,53! La misura, che fa del finnico il sesto specialista delle graduatorie all-time, è migliore di quanto ottenuto in carriera da fuoriclasse quali Steve Backley, tanto per citare il nome più prestigioso dei tempi recenti, ed è la seconda prestazione da parte di un atleta della Finlandia (Raty, Nahri, Laukannen, tutti dietro ad eccezione di Parviainen, qui sesto con 75,35). A parte l'exploit di Pitkamaki, resta ben chiara nella generale considerazione la serie, davvero notevole, di Thorkildsen, con quattro lanci validi tutti ben oltre gli 85 metri. Il Memorial Znamensky Diviso in due giornate, ha portato in pista ed in pedana la Russia quasi al completo, dopo il trionfo al femminile in Coppa Europa e la delusione patita dai maschi. Nella prima giornata, per gli ultimi segnalazioni relative al pesista Lyubovslaskiy (20,71) ed all'ostacolista Peremota (13"48), e per le ragazze l'exploit di Caterina Khoroskikh nel martello: 74,31 in chiusura di gara dopo un 71,32 ed un 72,32. Il risultato non sarà però omologato per ragioni tecniche relative alla pedana, non conforme alle regole IAAF: peccato per lei, per il 72,63 della Kuzenkova e per il 71,24 di Tatyana Lysenko. Nella seconda giornata vanno meno forte del previsto le quattrocentiste, con la Antyukh fresca di vittoria a Firenze solo quarta in un modesto 52"29 (vince la Pospelova in 50"30). Le cose migliori sono arrivate dagli 800 (mondiale stagionale della Cherkasova con 1'56"93 davanti alla cubana Calatayud) e dai 1500 metri, dove ha fatto il suo ritorno in pista Olga Yegorova, subito grande in 3'59"47, a pochi centesimi dal mondiale stagionale di Maryam Yusuf Jamal, ora Bahrain ma ex-etiope; nella scia della Yegorova, cui l'ultimo brillante risultato è da far risalire al Golden Gala dello scorso anno, anche una eccellente Chizhenko in 4'00"09 (solo quarta la superstar Zadorozhnaya). Chiusura russa col 53"89 della Pechonkina (due gare in una settimana sotto i 54" sui 400 ostacoli) e con il 6,86 delle giovane lunghista Udmurtova. A proposito di salto in lungo, ha destato scalpore il risultato accreditato a Tatyana Ter-Mesrobian il 22 giugno scorso a San Pietroburgo, uno straordinario 7,16 ottenuto a 37 anni e di cui non è dato ancora di conoscere i dettagli, né sul vento né sulla congruenza della prestazione. Nella stessa gara miglioramenti importanti anche per Tatyana Ivanova, con 7,04. Appunti di viaggio Ora il resto dell'attività, con notizie dall'Europa: iniziamo dall'Ucraina, dove sta crescendo velocemente il marciatore ventunenne Yurin, giunto al record nazionale dei 10 chilometri in 38'41"17, un ottimo biglietto da visita in prospettiva Campionati Europei Under 23. Al passo invece la martellista Sekachova, che dopo le gran spallate delle scorse stagioni è in fase di stallo (67,06 l'ultimo risultato). In Francia il discreto meeting di Strasburgo, giovedì scorso, dove hanno confermato la vena fiorentina i velocisti Pognon (10"17) e Christine Arron (11"18); nel mezzofondo prolungato da segnalare l'1'44"88 del tedesco Herms ed il primato nazionale sui 2000 di Baala in 4'53"12. In Spagna, in settimana, il meeting di Saragozza guastato dalle condizioni atmosferiche, ma dove Giulio Ciotti ha valicato i 2,25 (battuto dal cubano Moya con 2,27). Sulla pedana del triplo, nonostante la pioggia e le folate di vento, gran 14,56 della cubana Savigne con due metri esatti di brezza a favore. Osleydis Menendez ha incrementato le rcenti gittate del suo giavellotto con 64,53 vincendo la gara. Su alcuni portali della rete era apparso un 68,10 dell'altra cubana Bisset, ma si trattava di un errore: Sonia Bisset ha concluso la gara al secondo posto con 59,03. Ancora numeri a futura memoria: 2,30 del tedesco Fricke a Buhl, ed ancora dalla Germania grandi salti e lanci: a Langen 2,33 degli ucraini Krymarenko e Sokolovskiy, ed a Schapbach grandissimo 19,81 nel peso della sempre più potente Petra Lammert, ventuno anni. Dalla Slovenia progressi per la Ceplak (1'59"98) e per il croato Elkasevic (peso a 20,94 per il primatista mondiale junior). Chiusura del giro d'orizzonte con i campionati polacchi: conferma per Bieniek nell'alto (2,34 dopo il 2,36 dello scorso mese) e buone cose dai concorsi femminili: su tutti, i risultati della Pyrek nell'asta (4,70) e della Skolimowska nel martello (72,43). Il Kenya che vedremo Esauriti i campionati kenyani ed i successivi trials per i mondiali, ecco alcuni degli atleti che ammireremo ad Helsinki: Bungei, il giovane Kirwa ed il maturo Yiampoy sugli 800, i 20enni Komen e Kipchirchir unitamente al 28enne Korir sui 1500, l'oro e l'argento di Atene (siepi) Kemboi e Kipruto, il veterano Kamathi ed i due teenagers Mosop e Martin Irungu Mathathi sui 10000. Sui 5000 non è chiaro il il destino di Kipchoge, il miglior specialista del momento uscito sconfitto dalle selezioni. Tra le donne spiccano i nomi della Ochichi, della 38enne Masai. Maratona: presenti Lel, vincitore a Londra, e la Ndereba. Poco conosciute le siepiste, ma in grado di sorprendere. La Cina Il record del mondo junior della martellista Zhang Wenxiu (73,24) ha rappresentato il risultato di maggior risalto dei campionati nazionali femminili. Sempre dai lanci 19,05 della pesista Li Meiju, qualche buon salto in estensione al femminile e davvero poco altro. Di nuovo in pista le terribili due del mezzofondo, Xing Huina e Sun Yingjie, cui è bastato scornarsi tra loro sui 10000 e duellare a distanza sui 5000 (vittorie in serie differenti) senza darsi da fare più di tanto. In settimana: Giochi del Mediterraneo ad Almeria, gran ritorno della Golden League a Parigi, la Coppa Europa di prove multiple, un vasto assortimento di meetings in molti paesi europei ed i campionati tedeschi di Bochum-Wattenscheid. Marco Buccellato


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