Internazionale: sipario indoor
Il piatto dell'atletica è assai ricco anche questa settimana, ad appena sette giorni dalla conclusione della rassegna iridata indoor. Prima di passare al resto dell'attività internazionale, torniamo a parlare dell'Eurochallenge di lanci in quella che è stata al tempo stesso una torrida (con il sole) e gelida (al calar delle tenebre) Malta. I due reports pubblicati durante il weekend, per il protrarsi delle competizioni oltre l'orario previsto, non hanno potuto rendere giustizia a parecchi spunti di interesse emersi durante la due giorni maltese. Alcuni "numeri" ed alcuni dei rappresentanti delle altre nazionali, visti da vicino, meritano qualche parola in più. Iniziamo con le classifiche a punti complete: Uomini: 1.Russia 8335, 2.Germania 8176, 3.Italia 8123, 4.Finlandia 5173, 5.Ucraina 4984, 6.Spagna 4074, 7.Francia 3936, 8.Slovenia 3158, 9.Polonia 3030, 10.Gran Bretagna 1997, 11.Svezia 1826, 12.Repubblica Ceka 1686, 13.Lettonia 2222, 14.Olanda 2182, 15.Ungheria 1174, 16.Turchia 1144, 17.Estonia 1111, 18.Albania 1056, 19.Belgio 1031, 20.Romania 1003, 21.Bielorussia 993, 22.Austria 988, 23.Croazia 854, 24.Malta 787. Donne: 1.Russia 8240, 2.Germania 8185, 3.Italia 7908, 4.Francia 5865, 5.Spagna 5633, 6.ucraina 4058, 7.Gran Bretagna 4006, 8.Bielorussia 3867, 9.Croazia 3564, 10.Finlandia 3099, 11.Portogallo 3001, 12.Svezia 2781, 13.Repubblica Ceka 2754, 14.Olanda 1906, 15.Romania 1906, 16.Belgio 1754, 17.Polonia 931, 18.Turchia 918, 19.Azerbaijan 847, 20.Svizzera 832. Sottolineiamo con piacere che il duo Legnante-Checchi ha vinto la classifica a squadre di specialità nel peso, totalizzandone 1993 contro i 1991 della Russia, lasciandosi alle spalle anche l'altra quotatissima Germania. Restiamo nel peso per individuare qualche personaggio degno di nota: fra le donne nominiamo una atleta che non ha vinto né si è piazzata fra le prime tre, ma che ha impressionato per il fisico: una gigante nera. Si tratta di Jessica Cérival, 22 anni appena compiuti. La francese (nata a Quimper), miglioratasi nell'ultimo anno e mezzo di quasi due metri, è alta un metro ed ottantacinque, ed é allenata da Luc Viudes, quotato specialista degli anni '80 (19.84 di personale). Se completasse la sua evoluzione tecnica verso un gesto almeno vicino a quello, per esempio, della sua compagna di squadra Manfredi, i margini di miglioramento nelle misure sarebbero ampissimi. Possente sia nella parte superiore che inferiore del corpo, pur essendo ancora particolarmente carente tecnicamente, lancia da 15-20 centimetri più in alto di tutte. La Cérival rappresenta l'esatto contrario del prototipo-pesista di Vita Pavlysh: un fascio di muscoli, una azione velocissima simile allo scatto di una molla. Il personaggio maschile del peso è invece stato davvero il vincitore, l'olandese Rutger Smith, che ha bissato il successo di Gioia Tauro 2003. Un fisico straordinario di 1 e 97 x 120 kg di muscoli. Dedito all'accoppiata peso-disco con buoni risultati, a nostro avviso nel disco deve ancora offrire il meglio di sé. In mezzo ai fisici potenti delle martelliste, due atlete che potrebbero essere scambiate per due saltatrici in alto: la russa Lysenko e la bielorussa Menkova. Dell'ultima ci chiediamo dove sia finita l'atleta capace di scagliare l'attrezzo a 67.58 conquistando l'argento agli europei under 23 dello scorso anno. A Marsa è apparsa l'ombra di se stessa, sia nelle energie che nella tecnica, faticando per raggiungere i 54 metri. Curiosa coincidenza, un altro nazionale bielorusso, Yuriy Belov (21.14 di personale) ha mestamente ondeggiato attorno ai 17.70 con una punta di 17.89 nel peso maschile. Per la cronaca era l'atleta, fra gli iscritti, col miglior personale. Per finire, grande impressione hanno destato i due lettoni che hanno sbaragliato il campo nel giavellotto. Più di Vasilevskis, il vincitore, ancora più netto è stato l'impatto che ha destato ai nostri occhi Ainars Kovals. La sua rincorsa è simile ad un balletto laterale, ed il corridoio aereo in cui imbuca il giavellotto è perfetto. Nei lanci di riscaldamento e nel primo lancio di gara ha bucato l'aria con una tecnica da manuale, e la gran spallata inferta all'attrezzo lo ha portato al primato personale. Da seguire. Altra altissima scuola, i lanci delle discobole russe: già magistrali tecnicamente quelli della 41enne Chernyavskaya, ancor più vicini alla perfezione del gesto quelli della Sadova, che pur perdendo per pochi centimetri dalla Dietzsch, ha senz'altro espresso una qualità migliore e soprattutto costanza nel mantenimento della qualità dei lanci. Ricco, come dicevamo, il weekend, ed ancora per i lanci: a Cuba Yipsi Moreno ha centrato il terzo over-70 della stagione, portandosi a 74.43 (con altri due lanci oltre i 73 metri), e la Bicet (Sonia, non Noraida) ha fatto atterrare il suo giavellotto a 64.33 (Noraida 61.44). Per tornare al disco, nel corso dei campionati neozelandesi di Wellington l'ex-iridata Faumuina ha pescato il jolly con 66.08. Ospite dei campionati, il coreano Jae-Myong, 81.46 nel 2003, ha raggiunto nel giavellotto la misura di 83.99. Da notare la presenza di Jana Pittman, che ha vinto gli ostacoli in 55.95, prima esibizione appena discreta dell'anno dopo un avvio incerto. Ultimo asterisco sui lanci: naufragando nei siti della rete appare agli occhi degli appassionati il 20.07 del pesista del Qatar Al-Suwaidi, fatto in casa il 22 febbraio, a Doha. In realtà la prestazione è indoor, ottenuta a Schio, veneto, Italia, lo stesso giorno. Fuori gara l'atleta è stato in pedana anche agli assoluti, come pubblicato nella sezione apposita di questo sito. A Spanish Town debutto stagionale per la meraviglia Bolt, iridato junior due anni fa, oggi ancora diciassettenne: 20.78. In tema junior, con un occhio a Grosseto 2004, l'evento in Giamaica è stato un fiorire di talenti. Ne citiamo alcuni che ci sembrano davvero meritevoli di essere segnalati per il futuro: Joseff Robertson, 16 anni e 10 mesi: 47.14 sui 400. Sonita Sutherland, 16 anni e 7 mesi: 53.18 (ancora 400). Sherene Pinnock, classe '87, 58.03 sui 400 ostacoli. Indoor: i campionati NCAA di Fayetteville Chiusura della stagione in sala con i botti universitari degli Stati Uniti. Sorprendono alcuni risultati, se raffrontati con quelli dei trials americani e dei mondiali di Budapest. Ci riferiamo ai 200 ed ai 400 metri, dove a leggere le cifre c'è di che lustrarsi gli occhi. I 200 metri: Veronica Campbell con 22.43 e Sanya Richards, la 19enne ex-giamaicana, con 22.49 (mondiale juniores, precedente 22.58 della Breuer) hanno strabiliato, ed anche la terza, la poco conosciuta Consuella Moore (22.60) è andata più veloce della iridata Kapachinskaya. Fra i maschi un iradiddio: Bookman 20.42, Baxter, Farmer e la novità Domenik Peterson 20.57, Tyson Gay 20.58. A Budapest è bastato 20.66 a Demeritte per portare l'oro alle Bahamas. Capitolo 400: ancora la Richards, ancora un limite mondiale junior (peraltro già suo), portato a 50.82. Seconda Tiandra Ponteen, altra favola di Saint Kitts & Nevis (vedi Kim Collins, oro di parigi sui 100), che ha corso veloce da inizio stagione e che qui si è portata a 51.23 (quasi un secondo di progresso). Finale corsa in due serie di quattro, tempo della peggiore: 52 netti. Uomini: decima prestazione di tutti i tempi per Jeremy Wariner, uno che a 18 anni correva in 45.57 e che lo scorso anno, ancora junior, ha segnato 45.13. A Fayetteville ha calato 45.39. Cronometricamente migliori dell'iridato Francique anche Jerry Harris (45.52, personale eguagliato) e Jason Barton (45.56). Tanto per dare un'idea della salute del quattrocentisti USA-caraibici, cinque università diverse hanno schierato staffette capaci di correre in meno di 3:33 fra le donne (fra cui quella del Texas condotta al traguardo ancora dalla Richards in 3:28.69) e cinque in meno di 3:05 fra gli uomini. Nel peso 20.30 di Dan Taylor per battere il Golia inglese Myerscough (20.19); il lunghista John Moffitt, dopo l'8.20 e l'8.27 di cui abbiamo già reso notizia in precedenza, ha trovato il bonus al quinto salto (8.17), dopo due nulli iniziali e due arruffate da 7.68 e 7.71. Tony Allmond, tre salti di seguito oltre i 7.93 con una punta di 8.08, pregustava già il titolo. Maratone Due e notevolissime, entrambe in Oriente: a Seul gran ritorno alla vittoria (e sesta maratona corsa in meno di 2:08) per Gert Thys, sudafricano. 2:07:06 il suo tempo, con William Kipsang secondo in 2:07:43 ed il quasi quarantenne Hussein terzo con 2:08.10. Quarto, con 2:08.11, l'etiope Wodajo Tefere, quinto l'argento di Atlanta, il coreano Lee Bong-ju, in 2:08:15. La gara femminile alla specialista di casa, la Lee Eun-Jung, che con 2:26:17 ha mancato di pochissimo il record nazionale. A Nagoya la maratona femminile che regala sempre qualcosa di importante: stavolta è toccato a Reiko Tosa vincere lo spareggio giapponese per Atene, la cui qualificazione era in palio nell'occasione. La Tosa ha chiuso in 2:23:57 (1:12:29 a metà gara), seguita dalla Tanaka in 2:24:47 e dalla Fujikawa in 2:27:06. Fuori dai primi tre posti la Oyama con 2:27:58. Ad Atene assieme alla Tosa andranno la Noguchi e la Sakamoto; per i maschi, selezionati Kunichika, Suwa ed Aburaya. Sempre in Giappone, campionati nazionali di mezza maratona: Tomohiro Seto vince in 61:49, ma selezionati per i mondiali di specialità sono il secondo classificato Takashi ota (61:50) ed il quarto, Yoshinori Oda (61.58). Prescelte fra le ragazze Keiko Isogai (70.20) e Kozue Saito (70:26); la vincitrice della gara è stata però la kenyana Lucy Wangui in 69:47. Per questa settimana è tutto. Arrivederci a martedì prossimo. Marco Buccellato
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