Internazionale, un salto (o tre) e sei ad Atene



Chi segue con passione e regolarità l'attività internazionale avrà avuto un sussulto leggendo le notizie provenienti da Tula, sede dei campionati russi. Nello scorso bollettino d’oltreconfine avevamo predetto il gran finale con fuochi d'artificio, che regolarmente è arrivato. L'orso russo scende in pista con tutta la sua potenza in prossimità dell'imminente appuntamento olimpico, ed il resto del mondo si cimenta negli ultimi eventi delle seconde classi del Grand Prix IAAF in attesa del clou di Zurigo, venerdì prossimo. C'è anche dell'altro, come le rassegne nazionali di Spagna, Portogallo e Finlandia, ed altro ancora. Salti dal passato Incontestabile la maglia olimpica per il salto triplo, Tatyana Lebedeva ha regalato il risultato più sensazionale della settimana (ben più del nuovo episodio del centimetro per centimetro interpretato da Yelena Isinbayeva), portando a termine assieme alla sempre più sorprendente Irina Simagina una gara che sembra uscita dall'album dei ricordi delle varie Chistyakova e Byelevskaya. Il 7.33 della cavalletta di Sterlitamsk è l'ottava prestazione di tutti i tempi per atleta, ed eccezion fatta per l'enigmatico 7.42 di Tatyana Kotova in quel di Annecy 2002, è anche il miglior salto al mondo da dieci anni a questa parte. Nella serie della Lebedeva anche un 7.22. La Simagina non può considerarsi perdente nel confronto, pur essendosi dovuta accontentare del secondo posto: quattro prove oltre i sette metri, con una punta di 7.27, le danno l'undicesima piazza all-time ed una dimensione definitivamente assoluta. Tanto per gradire, a quaranta centimetri dalla Lebedeva il magnifico 6.93 della Kotova, terza ed apparentemente ridimensionata. Nella speciale graduatoria che tiene conto dei primati personali nell’accoppiata lungo-triplo, la Lebedeva è ora a soli 20 centimetri dalla primatista Kravets (22.87, 7.37 nel lungo ed il primato mondiale nel triplo di 15.50). La russa è a 22.67 (22.69 se si tiene conto del suo 15.36, mondiale indoor nel triplo). Seguono Galina Chistyakova (22.28), Jolanda Chen (22.13), Irina Mushayilova (21.99) e Fiona May (21.76). In queste ore è stata resa nota la composizione dello squadrone russo che andrà a caccia di medaglie ad Atene. Al solito, i comparti maggiormente in odore di podio sono quelli dei concorsi, della marcia, e le staffette femminili. In sospeso alcuni nomi, anche eccellenti, come quello dell'ex-campione del mondo di salto in alto Voronin, in ballottaggio col ventenne Dmitrik. Per gli altri ancora a caccia del minimo, ultima chance sabato prossimo allo stadio Luzhniki di Mosca. Ora scendiamo più nel dettaglio della lunga settimana di Tula, saltando (si fa per dire) a piè pari gli eventi già riportati la scorsa settimana. Introduzione maschile, prima del tripudio al femminile. Non sarà affatto male la 4x400 olimpica, forse l'unica gara di corsa (800 a parte) dove i ragazzi russi potranno dire la loro, anche se sembra improbabile un impegno per la contesa dei metalli pregiati. Il nome nuovo è quello di Anton Galkin, sceso per due volte in due giorni sotto i 45 secondi, ma è l'assieme che mostra freschezza, con i quattro presunti titolari in giovane età (il più vecchio ha solo 25 anni). Nominati gli ottocento, con Borzakovskiy alfiere con 1:44.72 e la crescita di Aritkulov, nei salti il settore maschile getta nella mischia nomi che sono delle garanzie: Rybakov (2.30), campione d'Europa ed argento ad Edmonton, gli astisti fra cui l'iridato indoor Pavlov, e soprattutto Burkenya, ultimo arrivato nella compagnia del salto triplo (fino allo scorso anno si cimentava quasi esclusivamente nel lungo, dove vanta 8.31). In continuo progresso, il russo è atterrato sabato a 17.68, ed ai giochi avrà la quarta misura d'iscrizione, preceduto soltanto da Lister, Olsson e Gregorio. Di almeno due di questi tre, in questa stagione Burkenya ha mostrato maggior regolarità e costanza. Proprio il triplo potrebbe essere una delle finali più entusiasmanti di Atene 2004: ai quattro atleti citati vanno aggiunti il romeno Oprea, gli altri due americani Davis e Bell (quest'ultimo maluccio nel dopo-trials, 16.49 a Carson), e gli outsider Idowu e Sands, che sono entrati in forma al momento adatto. Il programma spaziale Le donne siderali di Russia hanno invece regalato gemme un po' ovunque, con l'eccezione dell'asta, le cui maggiori interpreti erano altrove impegnate nella loro sfida personale. Nello sprint, alla conferma della giovane Tabakova sui 100 (11.10 in batteria il miglior tempo) fa da contraltare la sconcertante Khabarova, che a trentotto anni suonati brinda con 22.34 sui duecento ma farà il viaggio in Grecia solo per i 100 e per la staffetta. Sul mezzo giro saranno schierate le velociste più giovani, e la scelta appare sensata. Il giro di pista fa storia a sé: tutte le finaliste hanno corso sotto i 51"! Al vertice, coi primati personali, la Nazarova (49.65) e la Antyukh (49.85). Per dare un'idea del materiale umano a disposizione dei tecnici russi, basti dire che nei tre turni dei quattrocento si sono contate ventitre prestazioni sotto i cinquantuno secondi e trentatre a meno 52". Non meno entusiasmanti gli 800, con la quinta di Budapest, Tatyana Andrianova, che ha ingaggiato un grande finale contro il bronzo parigino Khrushchelyova (rispettivamente 1:56.23 ed 1:56.59), portando anche la Lavshuk (l'autentica new-entry della specialità, proveniente dai 400) e la Cherkasova sotto il precedente mondiale stagionale di Jolanda Ceplak. Anche qui la statistica brilla per i meriti delle atlete russe, essendo scese al completo nel turno di finale sotto i due minuti. Gulnara Samitova ha completato la missione centrando la doppietta grazie al successo sui 1500, bissando i 5000 di qualche giorno fa, ma ad Atene correrà, come da tempo era noto, la distanza più lunga, assieme a Yelena Zadorozhnaya, la quale, mancando la qualificazione sui 1500, eviterà le dodici fatiche di Ercole di cui si rese interprete lo scorso anno a Parigi, raccogliendo, alla fine, due finali, tanto sudore, zero medaglie. Dietro le frecce il vuoto La finale dei 100 metri ostacoli ha racchiuso tre specialiste in 4 centesimi, capitanate da Irina Shevchenko che ha portato il personale a 12.67. Dietro di lei ed alla Koroteyeva e la Kresova, un abisso di 73 centesimi di secondo per scorgere l'arrivo della quarta atleta. Più vasta l'area qualitativa degli ostacoli sul giro. La bellissima finale di venerdì ha fatto tirare il collo alla primatista del mondo Pechonkina, che ha prevalso di un solo centesimo (53.71) sulla 24enne Bikert, una che aveva chiuso il 2003 con 57.89. La ragazza ha già mostato di che pasta è fatta cogliendo il secondo posto in Coppa Europa dietro ad un'altra specialista che ha interpretato la stagione in corso all'insegna di continui exploits: la greca Chalkia. Dispiace per la Kostetskaya, oro junior in Maremma, cui è stata preferita la ben più matura Bakhvalova, che ha vinto lo spareggio per il posto in palio sull'aereo. Nell'alto, con lo scomodo fenicottero Cloete che ha la condizione per rovinare la festa a tutte (vedi il 2.03 di venerdì a Londra), il copione ateniese rischia di ricalcare quello dei mondiali indoor, con Slesarenko e Chicherova prime damigelle e la croata Vlasic damigella d'onore. La Chicherova ha fatto la sua prima apparizione outdoor proprio a Tula, dove ha portato a casa il successo, con pioggia e pedana bagnata, con 1.98. Peccato, nell'evento dell'anno, per i forfaits delle bellissime Bergqvist e Kuptsova. Chiusura col salto triplo, dove ad accompagnare la Lebedeva saranno la primatista d'Europa under 23 Pyatykh (titolo con 14.69) e la 22enne Gurova che si è migliorata fino a 14.65. Cartoline da Stoccolma Già passato in archivio il DN-Galan svedese, datato ormai una settimana, per cui ne diamo un rapido sunto: detto che Simone Collio ha corso in 10.35 nella seconda serie dei cento metri (quinto) e Massimiliano Donati in 10.62 nella terza serie (settimo), lo sprint ha portato il ghanese Zakari nel club dei dieci netti. Controprestazione per Boldon (10.47) che ha smesso di correre veloce da tre stagioni. In casa azzurra c'era attesa per la prova della 4x100, che ha chiuso seconda dietro una selezione internazionale (39.04 contro 38.62), ma prima delle nazionali, precedendo l'Australia, una formazione minore americana, Trinidad ed il Ghana. Sui 1500 risplende la giovane stella di Mulugeta Wendimu, che corre in 3:32.38 a diciannove anni ed ha già 13:01 sui 5000. La selezione etiope per i Giochi non lo comprende nell'elenco a tutt'oggi. Dalle altre gare la notizia della perdita di una lunga imbattibilità da parte di Christian Olsson, che viene superato di due centimetri da Marian Oprea (17.30), e la buona condizione del norvegese Thorkildsen nel giavellotto (83.46). Spettacolo nello spettacolo, Carolina Kluft non delude il pubblico di casa e vince il lungo con 6.85. Gli altri risultati delle gare femminili non sono stati eccezionali. Segnaliamo il nuovo successo della bulgara Lalova (11.22), che è figlia d'arte: suo padre Miroslav correva in 10.4 negli anni '60. Conferma della ritrovata condizione di Brigitte Foster, pur sconfitta dalla Felicien sugli ostacoli (12.67 e 12.61 rispettivamente) e l'8:40.02 della stagionata Masai sui tremila. Pow! Powell! Se non si temesse di mancare di rispetto al cinque volte iridato e due volte olimpionico Greene, potremmo dire che non c'è stata gara: la volata londinese di Asafa Powell, controvento in 9.91 per il bis del record di Giamaica, ha lasciato annichilito il campione americano che ha gestito i primi istanti del dopo-gara con un sorriso di stupore, sorpresa, incredulità. Macchinoso nei primi appoggi, Greene ha trovato l'assetto proprio quando il giamaicano, dai quaranta ai settanta metri, è volato via imperiale e senza sbavature. Tuttavia l'ex-primatista del mondo ha corso in 9.97 e 9.98 e nessuno può considerarlo sfavorito nei cento di Atene, anche alla luce dell'andamento complessivo della sua stagione. Altri annunciati protagonisti sono rimasti in ombra, come l'iridato Collins e quel Gatlin che molti in America, prima del ritorno di Greene, davano per predestinato re dello sprint, per non parlare degli inglesi, tutti e cinque fatti fuori nelle batterie, con il migliore a 10.26. Data la copertina inglese ad Asafa Powell, l'inserto speciale è dedicato ad Haile Gebrselassie, che ha esibito uno dei finali di cinquemila più belli visti negli ultimi tempi, e che ha visto l'australiano Mottram esultare sul traguardo come se avesse vinto assieme all'etiope. Il giovane Mottram ha abbassato di oltre sedici secondi il record d'Oceania, scendendo a 12:55.76 e divenendo il secondo bianco di sempre sulla distanza dopo Baumann. Per Gebre un eccezionale ultimo chilometro dopo un rallentamento dopo metà gara, ed il tempo di 12:55.51. Non ci siamo dimenticati del primato del mondo di Yelena Isinbayeva, che fa cifra tonda a 4.90, dieci centimetri più in alto della Feofanova seconda con 4.80, ma lo stillicidio del centimetro in più col bonus del premio non aggiunge nulla alla storia ed alla spettacolarità dell'asta femminile. Invero molti di noi avrebbero sghignazzato senza pudore se la Svetlana avesse superato se stessa nei tentativi faliti a 4.95, rovinando i piani dello scoiattolo Yelena per i prossimi cinque meetings. Dal Norwich Union British Grand Prix esce ancora una volta rafforzato Alleyne Francique, che con 44.68 precede Blackwood, è entrato in forma al momento giusto con 44.74, dopo aver centrato il primo meno-45 ai trials giamaicani. Stavolta biondo con striscia rossa, Phillips Idowu ha superato Sands delle Bahamas in una gara di triplo che sembrava statica. I due sono in grande progresso (17.47 e 17.41), e non giudicheremmo male, anzi, il 17.20 di Lister, che era alla prima chiamata dopo l'incredibile gara di Sacramento. Considerato che prima dei trials non era mai andato oltre i diciassette, la prestazione londinese conferma che lo standard dell'americano è ora costante su misure di rilievo. Ultima apparizione per Steve Backley sul suolo britannico. Quattro volte campione d'Europa, due argenti mondiali, tre medaglie olimpiche, l'inglese saluterà dopo Atene. A Londra chiude col personale stagionale di 83.42, battuto dal sempre più in "spalla" Thorklidsen (84.45). Sconcertanti le prestazioni di Ivanov, primo giavellotto stagionale, ed Henry, che non lanciava a 71 metri da quando andava a scuola. Attesa alla verifica dopo gli ultimi sbandamenti, Maria Mutola ha interpretato i suoi ottocento con il solito copione, ma gli ultimi trenta metri sono stati un tormento, reso ancor più ansioso dal recupero di Amina Hammou, che delle specialiste degli 800 è quella che ha il finale migliore. La nostra Alessandra Finesso, reduce dall'impegno di sei giorni prima con la rappresentativa under23 a Manchester, ha chiuso all'ottavo posto in 2:07.65. Meno ansie e bella prova di efficienza per Kelly Holmes, che si è meritata un ingresso in rettilineo da applausi. Alle sue spalle la canadese Douma-Hussar, della quale abbiamo già parlato. Fine delle cronache londinesi con l'ennesimo volo d'airone di Hestrie Cloete, 2.03. A Heusden torna a splendere El Guerrouj Apparentemente superati i problemi respiratori che ne avevano minato il rendimento nelle precedenti settimane, il marocchino superstar è tornato ad altissimo rendimento a Heusden-Zolder sabato scorso, strappando a Bernard Lagat la migliore prestazione mondiale dell'anno con 3:29.18. Ancora in grande evidenza l'etiope Wendimu, classe 1985 e perciò junior, secondo in 3:31.13. Diversi spunti di interesse nelle altre gare: sugli 800 1:44.92 del bianco canadese Reed, sulle siepi 8.11.33 per Richard Matelong (ritirato Angelo Iannelli). Altri italiani erano impegnati nel disco (sesto Fortuna con 59.43 e settimo Andrei con 58.33) e nell'alto (Bettinelli secondo con 2.17). Sul versante femminile nuovo primato del mondo Master di Merlene Ottey (11.17), seppur battuta dalla Gevaert (11.14, per la terza volta primato belga quest'anno) e dalla ghanese Anim. La Gevaert doppierà sui 200 in 22.69 battendo la Hurtis ed ancora la Ottey. Sugli 800 successo della Ceplak in 1:58 netti e nella seconda serie 2:01.77 (sesta) per Elisabetta Artuso. Nei 400 ostacoli ritorno ad alto livello della Bidouane, che corre in 54.89 ma è strabattuta dal duo Glover-Pittman in un finale al cardiopalmo (53.40 contro 53.43). Phillips abbaglia con 8.60! Il Grand Prix di Linz, che ha avuto luogo nella serata di ieri ha portato un risultato eccezionale, ancora dai salti: Dwight Phillips, già campione del mondo 2003 indoor ed outdoor nel lungo, ha realizzato la miglior misura degli ultimi quattro anni, saltando 8.60 e portandosi in decima posizione nelle liste all-time della specialità. Vento nella norma (0.5), ed ovviamente primato personale. A Linz, pista velocissima, tardivo risveglio di Coby Miller: il massiccio sprinter ha chiuso in 20.20. Luciano Di Pardo era impegnato dei 3000 siepi (dodicesimo in 9:09.68). Non si è presentato al via Andrea Giaconi: la sua gara è stata vinta da Duane Ross con 13.30 ed ha visto il pieno recupero di Anier Garcia, finalmente tornato ad alto livello con 13.36 (battuto anche Trammell). Aldama-catapulta, ma... Nei 100 femminili la 18enne Allyson Felix ha segnato 11.16, ma il risultato più eclatante è il 15.28 della Aldama, che lascia pregustare (ammessa la presenza della ex-cubana, ancora priva del nullaosta della sua vecchia federazione) una finale di triplo mai vista per i Giochi Olimpici. La Aldama non è stata la sola ad impressionare: Trecia Smith, la giamaicana che quest'anno ha acquisito una nuova dimensione, ha sbalordito con 15.16, settima performer di sempre. Vento regolare per entrambe. Lebedeva, Mbango, Ndoye, Aldama, Martinez, Smith..l'impressione è che saltare quindici metri potrebbe non bastare per salire sul podio olimpico. Sarà una gara sul filo del primato del mondo, del primato europeo e del primato italiano. Nel peso quarto posto per Cristiana Checchi (17.87) e quinto per Assunta Legnante (17.75). La sorpresa è arrivata dal giavellotto, dove la cubana Menendez è stata battuta dalla ceka Brejckova (65.91 contro 65.68). Per la ex-signorina Tomeckova è l'ottava prestazione di sempre. Prima di andare in stampa: Malmoe Buoni risultati dalla Svezia: Holm si conferma a 2.30 (con il polacco Sposob), Patrik Kristiansson valica 5.76 nell'asta, l'americanino Webb corre gli 800 in 1:46.09 dopo aver bene impressionato sui 1500 di Londra. All around the world Dal Cile la spallata di Marco Antonio Verni, che ha migliorato di 24 centimetri il quasi ventennale primato sudamericano del peso di Gert Weil, ottenendo 21.14, e che disintegra il proprio limite precendete (20.38). Ancora oltre oceano: a Fujiyoshida si fa festa a casa Murofushi: il fratellone Koji incrementa la gittata stagionale fino ad 82.88 (con tre lanci oltre gli 81.70), e la sorellina Yuka fa il record del Giappone, sempre nel martello, con 67.77. In Europa campionati nazionali in Portogallo (ritorno di Calado oltre gli 8 metri, 8.08 ventoso), in Finlandia (successo sui 5000 della bella Valasti, reduce dal 5000 di Londra di 48 ore prima, secondo posto per Manuela Bosco sugli ostacoli alti in 13.48), ed in Spagna (tre siepisti sotto gli otto e venti, vince Jiménez in 8.14.30). Bayer-meeting a Leverkusen: l'ottocentista Herms, male a Londra, con l'aria di casa si esalta e segna 1:45.17. Bene anche Stevenson nell'asta (5.82), che batte i tedeschi al gran completo. Sugli 800 donne ottava la nostra Oberstolz in 2:06.62. Sempre domenica a Viersen, gala dell'alto con successo di Nieto (2.30), e terzo posto per Talotti (2.24). Stessa misura per Nicola Ciotti (sesto) e 2.20 per il fratello Giulio (settimo). Bulgaria e Cina fanno i nomi Nomi noti e qualcuno meno noto nella squadra bulgara per le Olimpiadi: presenti anche Svetla Dimitrova per i 100 ostacoli ed addirittura Tsvetanka Khristova, 42 anni, già terza a Roma '87 e Seul '88, prima di diventare iridata a Tokyo '91 e vicecampionessa olimpica a Barcellona. La selezione cinese punta molto sul talento di Liu Xiang, che proprio in questo fine settimana ha eguagliato il proprio primato asiatico di 13.06 a Tianjin. Le possibilità maschili di successo o di piazzamento importante si limitano, scorrendo l'elenco dei nomi, all'ostacolista ed ai marciatori. Chances maggiori per le donne, con le due martelliste Gu Yuan e Zhang Wenxiu, ed atlete di valore medio-alto nel gruppo delle pesiste, discobole, maratonete e marciatrici. Pubblicato anche l'elenco dei ceki: le punte sono i saltatori in alto, i decatleti come d'uopo (Dvorak ancora in forse), Zelezny e la giavellottista Brejckova-Tomeckova. Meeting dei meetings, venerdì prossimo Zurigo anticiperà molti dei temi agonistici dei Giochi. Fra una settimana tireremo le somme, prima di iniziare il conto alla rovescia. Prima di Zurigo, cioè oggi, il meeting belga di Naimette-Xhovemont. Marco Buccellato


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