Istanbul OK Collio e le ostacoliste
09 Marzo 2012Assegnate le prime due medaglie del Mondiale. Vanno all'ucraina Natalya Dobrinska, che firma con 5013 punti il record del mondo del pentathlon (prec. 4991, Belova, Berlino, 15 febbraio 1992) e allo statunitense Ryan Whiting, capace di 22,00 nel getto del peso (mondiale stagionale, soli 12 centimetri in più del tedesco Storl, superato nel quinto lancio). Nel pomeriggio, in chiave azzurra, qualificazione alla semifinale dei 60 ostacoli per Marzia Caravelli (con il quinto tempo assoluto, 8.13) e Veronica Borsi (8.20), e per Simone Collio nei 60 metri piani (6.68). Eliminati nelle semifinali dei 400 metri Lorenzo Valentini (48.47) e Maria Enrica Spacca (53.71). Domani è il giorno di Antonietta Di Martino, impegnata nella finale dell'alto. In gara altri nove italiani: sei nei turni di qualificazione del mattino (Donato e Greco nel triplo uomini, Abate e dal Molin nei 60hs maschili, Alloh nei 60 piani donne, e Chesani nell'alto maschile), e tre nelle semifinali del pomeriggio (i già citati Collio, Caravelli e Borsi). Dodici i titoli mondiali in palio.
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400 Uomini - Semifinale - Si ferma, come prevedibile, anche Lorenzo Valentini. Il reatino attacca con altra convinzione la prova, ma si vede subito che non ha molte energie da mettere in pista. Alla fine è quinto (48.47) nella prima semifinale (vittoria per Demetrius Pinder, Bahamas, con un buon 45.94). Kirani James scherza con il fuoco nella terza semifinale, finendo al secondo posto (46.04) dietro il costaricano Nery Brenes (46.01, record nazionale). Per sua - di James - fortuna, nel pericoloso sorpasso dell'ultimo rettilineo (con tanto di "sportellate"), il britannico Levine ha la peggio, terminando al terzo posto, in 46.46.
Peso Uomini – Finale – La seconda medaglia del Mondiale di Istanbul va allo statunitense Ryan Whiting, che sorprende tutti sparando a 22 metri esatti (miglior prestazione mondiale del 2012) al quinto lancio, aggiungendo dodici centimetri a quanto era riuscito a fare fino a quel momento il tedesco David Storl (il campione del mondo outdoor di Daegu).
Il bronzo va al collo del polacco Majewski, che lascia giù dal podio lo statunitense Reese Hoffa, realizzando il primato nazionale con 21,72 (l’americano finisce a bocca asciutta nonostante un eccellente 21,55). Whiting coglie così il rpimo alloro della carriera; fino ad oggi, la sua cosa migliore era stato il settimo posto del Mondiale di Daegu 2011.
Pentathlon - Strepitoso risultato nel pentathlon, la prova multipla al femminile versione indoor. Doveva essere una lotta a due tra la britannica Jessica Ennis e la russa Tatyana Chernova. E invece, tra le due contendenti, è spuntata l’ucraina Natallia Dobrinska, che ha firmato il record del mondo della specialità, portato a 5013 punti (precedente: 4991 punti di Irina Belova, Berlino, 15 febbraio 1992). Dobrinska stampa numeri da urlo: 8.38 nei 60hs, 1,84 nell’alto, 16,51 nel peso, 6,57 nel lungo, 2:11.15 negli 800 metri. La Ennis è seconda, con record nazionale britannico portato a 4965, mentre il bronzo va alla lituana Austra Skujyte, anche lei al record nazionale (4802). Chernova, penalizzata da un peso lanciato a 13,90, è "solo" quinta, con 4725 punti. A Londra, sulle sette prove dell’Eptathlon, sarà spettacolo.
400 metri donne - semifinali - Finisce l'avventura per Maria Enrica Spacca, quinta nella sua semifinale in 53.71. L'azzurra segue il treno delle più quotate avversarie, accodandosi fin dal via, ma negli ultimi 150 metri si vede che le energie (alla seconda prova nel giorno) sono ormai al lumicino. Nella sua prova vince la britannica Shana Cox (52.69), mentre il miglior tempo del turno lo sigla la statunitense Sanya Richards, capace di un notevole 50.99. "Non sono soddisfatta - le parole dell'orgogliosa Maria Enrica Spacca - volevo perlomeno ripetere il tempo corso ad Ancona (53.00, ndr) ma purtroppo non ne avevo. Certo, concludere con la semifinale la prima esperienza da individualista mi gratifica. Ma non è abbastanza".
Partenze: tutto regolare - Una comunicazione del Competition Management nel frattempo chiude (almeno sul piano formale) la questione delle partenze. In sintesi, il sistema delle false partenze funzionerebbe regolarmente, e sulla base di questo (e del principio che tutti gli atleti hanno corso nelle stesse condizioni) si è stabilito che nessuna gara verrà ripetuta.
60 metri uomini – Batterie – La questione dello sparo dello starter si amplifica con i 60 metri uomini. I valori ne escono parzialmente – ma clamorosamente – sovvertiti. Più di un favorito finisce nella rete dell’equivoco.
Ne approfittano in diversi, e tra loro Simone Collio, vincitore in un buon 6.68 della terza batteria. Alle sue spalle uno dei favoriti, il giamaicano Lerone Clarke, che parte addirittura con 0.420 e finisce in un improbabile 7.05. “Ho interpretato lo starter nella maniera giusta – racconta Collio – partendo con un tempo di reazione normale (0.149, ndr). Gli altri? Non lo so, probabilmente non hanno capito né lo starter né il segnale del via. Anzi, a dirla tutta a questo punto mi dispiace non aver corso al massimo, avrei potuto chiudere con un gran tempo”. Il migliore del lotto è lo spagnolo Rodriguez (!), che appaia in testa alla lista lo statunitense Justin Gatlin con 6.64; seguono Dwain Chambers e il francese Emmanuel Biron (6.65), poi Simone Collio (6.68). Più indietro, tra gli altri, Marc Burns (TRI, 6.69), Nesta Carter (JAM, 6.74). Domani le semifinali (ore 16.30 italiane).
60hs donne – Batterie – Due azzurre nella semifinale dei 60 ostacoli. Una di loro, con il quinto tempo assoluto. Se l’avesse detta qualcuno, alla vigilia, lo avrebbero preso per visionario. Eppure è così. Marzia Caravelli vince la sua batteria in 8.13, e vola alle semifinali con il quinto crono del turno (guida l’inarrivabile Pearson, 7.85 di primato continentale fin dal via). Veronica Borsi si difende e chiude al terzo posto in 8.20 la sua corsa, guadagnando, con un magico tuffo sul traguardo (in tre sono racchiuse in un centesimo di secondo) la promozione diretta. Caravelli non parte benissimo (0.238), e in mezzo non è rapida come nelle sue prove migliori; eppure taglia per prima il traguardo, lasciando l’austriaca Schrott a tre centesimi. Già da questa gara si accende però la spia sui tempi di reazione. Per chiarire: nulla da imputare alle azzurre, ma in molte non riescono a capire l’amplificazione del via, e finiscono - complice il timore di commettere una falsa - col partire (o col non partire proprio) con tempi di reazione da maratonete. La vittima più illustre è la statunitense Kristi Castlin, la capofila mondiale stagionale, che addirittura si ferma, probabilmente scambiando il doppio segnale (sparo e amplificazione) con una falsa partenza. “Sono partita male – racconta Marzia Caravelli – e in generale non mi sono piaciuta affatto. Ma guardo i tempi del turno, e sono al quinto posto…Non so che dire, domani è un’altra gara, lo so, ma darò certamente il massimo per cercare di entrare in finale”. Veronica Borsi la mette sulle emozioni: “Debuttare in un Mondiale è straordinario: sì, mi sono emozionata, ma allo sparo tutto è andato via, è rimasta solo la gara”. Domani le rivedremo entrambe (appuntamento alle 16.10 italiane).
m.s.
File allegati:- RISULTATI/Results
- Le FOTO/Photos
- Le schede degli azzurri
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