Italia Master Team: un anno di storie
30 Dicembre 2017Nel 2017 un’altra stagione di soddisfazioni per gli over 35 dell’atletica italiana, tra primati di categoria e medaglie internazionali
di Luca Cassai
151 medaglie conquistate a livello internazionale e 202 primati italiani di categoria. Questi i numeri della stagione 2017 per l’atletica dei master: un movimento che si conferma ricco di praticanti, ognuno con la sua storia di vita e di sport senza età. Ma anche con risultati di eccellenza fino al record mondiale di categoria. Nella rassegna tricolore a Orvieto, il saltatore in alto Marco Segatel è riuscito nell’impresa di superare la quota di 1,91. Battuto per un centimetro il limite M55 ottenuto nel 2013 con 1,90 dal tedesco Carlo Thranhardt, ex primatista del mondo indoor assoluto (2,42 nel 1988) e tuttora secondo di sempre al coperto. L’ennesimo acuto per il 55enne dell’Olimpia Amatori Rimini: dieci volte campione iridato (cinque all’aperto e altrettante in sala), mentre nel 2007 ha centrato il record mondiale M45 con 2,04. Soltanto un altro grandissimo dell’alto, lo statunitense Charles Austin oro olimpico del 1996, poi lo ha scavalcato con 2,05 nel 2014. E pensare che Segatel, classe 1962, lombardo che vive a Caronno Pertusella (Varese) e lavora a Pero (Milano) dove produce arredi in metallo per chiese, si allena abitualmente nel cortile della sua azienda: lì ha ricavato una mini-pedana, ma è da sempre un cultore della specialità con 1,95 da quindicenne e poi 2,13 all’età di vent’anni.
La star indiscussa dei campionati italiani indoor ad Ancona è invece nuovamente Giuseppe Ottaviani, perché il centenario dell’atletica realizza un altro primato mondiale M100. Stavolta nel salto in lungo, tra gli applausi e il tifo degli spettatori che poi festeggiano con lui, in fila per chiedere foto e strette di mano. Al sesto e ultimo salto, l’inossidabile marchigiano atterra a 1,16 per migliorare il record di 1,08 stabilito durante la scorsa stagione, proprio nel giorno del suo compleanno: infatti è nato il 20 maggio 1916 a Sant’Ippolito, piccolo centro in provincia di Pesaro e Urbino. Per il traguardo dei 101 anni, una gara di pentathlon lanci a Fano con 2533 punti, inaugurando la lista dei primati mondiali di categoria. “Cosa posso volere di più? Sto bene in compagnia di gente che ama lo sport come me e che mi dà la carica per andare avanti. Dobbiamo essere ottimisti e l’atletica ci aiuta a esserlo”.
Negli Europei di Aarhus, in Danimarca, l’Italia Master Team chiude con 36 ori, 35 argenti e 18 bronzi per un totale di 89 presenze sul podio. Il medagliere finale vede perciò gli azzurri in quarta posizione, alle spalle soltanto di Germania, Gran Bretagna e Finlandia. Tra i maggiori protagonisti, due atleti che fanno doppietta nella categoria M65: lo sprinter sardo Mario Soru sui 400 e poi anche nei 200 con il nuovo primato nazionale in 26.23 (-1.7) togliendolo per appena un centesimo a Vincenzo Felicetti, uno degli atleti più rappresentativi tra gli over 35 italiani, ma anche il siciliano Giovanni Finielli, che aggiunge il titolo degli 800 a quello dei 2000 siepi. Sui 100 metri vincono in tre: Giancarlo D’Oro, al culmine di una stagione in cui è diventato il primo 55enne italiano a scendere sotto i 12 secondi, Anna Micheletti, al suo primo successo europeo individuale W65, e l’outsider Emiliano Raspi, davanti a tutti nella categoria M45. Ancora un urrà per la cardiologa romana Carla Forcellini, tornata a volare quest’anno da W55 con tre metri nel salto con l’asta, e per la varesina Emanuela Baggiolini, oro nei 400 ostacoli W45 ma sul podio anche di 400 e 800 metri, oltre alla staffetta. E per i marciatori come l’umbro Romolo Pelliccia, commerciante di profumi, che riscrive i primati italiani M80.
Trasferta di successo a fine marzo in Estremo Oriente, ai Mondiali indoor di Daegu (Corea del Sud) con 38 medaglie: 10 ori, 18 argenti e 10 bronzi. Tanti piazzamenti sul podio quanti erano gli atleti: infatti complessivamente 38 azzurri hanno preso il via nella rassegna per una partecipazione ridotta, ma qualificata. La più vincente in questa edizione è Simona Prunea, mezzofondista di origine romena che vive sull’Appennino bolognese a Castiglione dei Pepoli e ha iniziato l’attività agonistica appena quattro anni fa, d’oro in tre gare: 800, 1500 e 3000 metri. Due titoli invece per la marciatrice Natalia Marcenco, nata in Russia ma ormai veneta d’adozione, con il suo inconfondibile caschetto di capelli biondi. Nei Mondiali di corsa in montagna a Pruske-Vrsatec, in Slovacchia, sono arrivati 10 ori, 8 argenti e 3 bronzi, senza dimenticare le medaglie agli Europei di corsa in montagna (Annamaria Galbani argento W65 nella spagnola Montcada i Reixac), ai Mondiali 24 ore (Luisa Zecchino bronzo W45 a Belfast) e agli Europei di maratona (Claudio Faraoni bronzo M55 a Breslavia, in Polonia).
Prosegue la recente tradizione di alcuni appuntamenti ormai consolidati: dalle premiazioni del Master Gala, poche ore prima delle gare per gli over 35 allo stadio Olimpico di Roma nella cornice del Golden Gala con il record nazionale sui 200 SF55 di Gianna Lanzini, al Trofeo delle Regioni di Salò, mentre c’è stata la prima volta dei master nelle staffette alla Festa del Cross di Gubbio. Tra i primatisti italiani, menzione d’onore al poliedrico altoatesino Hubert Indra che migliora i limiti SM60 di 60 ostacoli e asta indoor, 100 ostacoli, alto, asta e decathlon all’aperto. Applausi per la brianzola Sara Colombo, che ha ricominciato due anni fa dopo uno stop di oltre un decennio e all’ultima stagione da SF40 si impadronisce del record nel pentathlon indoor con 4029 punti, grazie a una serie di personal best in tutte le gare del programma, e nell’eptathlon (5138). Nei Societari di Montecassiano, secondo “en plein” della storia per i bresciani dell’Atletica Virtus Castenedolo che si aggiudicano entrambi gli scudetti in palio, con uomini e donne.
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