Italia dominio staffette: oro anche nella 4x400
16 Luglio 2023Avete detto staffetta maschile? E allora vince l’Italia. O almeno è ciò che accade agli Europei U23 di Espoo con il trionfo della staffetta azzurra 4x400 composta da Luca Sito, Riccardo Meli, Francesco Domenico Rossi e Lorenzo Benati, spettacolare medaglia d’oro nella rassegna continentale a ventiquattro ore dal successo della 4x100 maschile di ieri pomeriggio, e poco prima del capolavoro di Larissa Iapichino nel lungo. Prime due frazioni dominate, poi il brivido del sorpasso da parte della Gran Bretagna, quindi la rimonta decisiva del capitano Lorenzo Benati che supera l’ultimo frazionista britannico ai duecento metri dal traguardo e si invola verso la vittoria con il tempo di 3:02.49, migliore prestazione italiana U23: battuto dopo 14 anni il 3:03.79 di Vistalli, Juarez, Fontana, Galvan a Kaunas. Argento alla Turchia con 3:03.04, bronzo alla Gran Bretagna (3:03.12).
LE PAROLE DEGLI AZZURRI
Sito: “Siamo felicissimi, è veramente un risultato incredibile, è stata una gara bellissima dall’inizio alla fine, soprattutto con l’ultima frazione del nostro capitano. Era la prima volta che correvo la prima frazione, quindi mi sono esercitato il più possibile prima della gara con il testimone. Il crono? Un record fantastico”
Meli: “Contentissimo per il risultato di squadra e anche per il 45.0 della mia frazione. Mi sono riscattato, ero un po’ triste per la gara individuale, perché non avevo confermato i tempi che valgo. Due anni fa abbiamo vinto l’argento a Tallinn, oggi volevo soltanto l’oro”.
Rossi: “L’oro della 4x100 ci ha ispirato. Ieri per loro è stato importante e noi volevamo replicare. Ci tengo a ringraziare gli altri ragazzi del gruppo, Raimondi e Panassidi: senza di loro non sarebbe venuto questo risultato. Mi sento di dire che questa è stata una 6x400 e siamo veramente orgogliosi”.
Benati: “Già dalle indoor sapevamo di avere una bella staffetta U23. Abbiamo lavorato insieme nei raduni, e bene, ma farlo nella manifestazione che conta, con un calendario difficile che presentava tre turni di 400 metri in trenta ore, non era scontato. Ho avuto un po’ paura sul rettilineo opposto, mi sono detto ‘lo passo adesso o non lo passo adesso?’. Si è rivelata la scelta giusta e ora siamo felici”.
QUARTI POSTI - C’è da giurare che tra due stagioni quella medaglia tanto desiderata arriverà. Al primo anno di categoria, il ventenne Francesco Pernici è già splendido interprete della finale degli 800 metri: abituato a correre ‘davanti’, cerca di portarsi nelle posizioni di testa ma stavolta resta imbottigliato nel traffico, non senza qualche contatto, finché nel penultimo rettilineo riesce a liberare tutti i cavalli del suo motore. Il bresciano si allarga in terza corsia, scavalca in un amen cinque avversari e si porta in seconda piazza, in curva, quasi spalla a spalla con il francese Yanis Meziane (1:45.92), poi medaglia d’oro. È uno sforzo che non può non pagare nel rettilineo conclusivo quando, pur lottando come una tigre, lo riprendono il britannico Ethan Hussey (1:45.95) e l’altro francese Paul Anselmini (1:45.99), entrambi 2003 come lui. Il tempo: 1:46.24. Il cuore, le motivazioni e la faccia tosta non mancano. Dopo il trionfo di ieri con la 4x100, Marco Ricci avvicina anche il podio nei 200 metri. L’azzurro aggredisce la curva e resta per almeno centocinquanta metri alla caccia dell’israeliano Blessing Afrifa: la medaglia sfuma nel tratto finale, quando il campione del mondo U20 è già scappato via e si concretizza ai danni di Ricci il sorpasso dell’olandese Raphael Bouju (20.68) e dello svizzero Timothé Mumenthaler (20.85), nove centesimi meglio dello sprinter di Cisterna di Latina che si esprime in 20.96 (-1.1).
LE ALTRE FINALI: KADDARI QUINTA - Finisce fuori dal podio, quinta, la campionessa uscente dei 200 metri Dalia Kaddari, in una finale dai contenuti tecnici non esaltanti. La sarda non fa meglio di 23.52 (-0.1), dopo aver disegnato una curva di qualità ed essersi presentata sul rettilineo in piena corsa per le medaglie. Alla sprinter azzurra, bronzo europeo con la staffetta a Monaco di Baviera, oro a Tallinn due anni fa tra le U23 con 22.64, mancano però gli ultimi cinquanta-sessanta metri, quando subisce la rimonta delle avversarie, a partire dalla belga Delphine Nkansa (23.31), dall’ungherese Boglarka Takacs (23.33) e dalla greca Polyniki Emmanouilidou (23.41). Stesso crono per Kaddari e la quarta classificata Talea Prepens (Germania) che la precede per soli quattro millesimi. Nell’alto, Idea Pieroni trova il proprio miglior salto dal 2020, ovvero da quando - ancora juniores - si era arrampicata all’1,90 che aveva rivelato tutto il suo talento. La toscana, spalle al muro, oltrepassa quota 1,87 al terzo tentativo e resta in linea di galleggiamento per salire sul podio. Saluta però l’Europeo a 1,89 con tre errori che la collocano al sesto posto. Una posizione meglio di Asia Tavernini, settima, okay a 1,84 al primo assalto e senza successo tre centimetri più su: oro Cipro a quota 1,91 con il percorso netto di Elena Kulichenko. Nei 3000 siepi è da apprezzare la prova di Cesare Caiani, a sua volta settimo, con un’altra sforbiciata sostanziosa al primato personale fino a 8:43.74, cinque secondi in meno della batteria. La gara resta compatta fino a tre giri dal termine, con il friulano sempre a metà del gruppo, quindi negli ultimi mille metri se ne vanno in sei e il compito di Caiani, più che di inseguire, diventa quello di difendere la posizione: così sarà, in maniera egregia, complice un finale coraggioso. Medaglia d’oro alla Spagna con Alejandro Quijada (8:28.91). Settimo posto pure per Matteo Oliveri nell’asta, 5,35 alla prima e poi tre errori a 5,50, con la vittoria al finlandese Juho Alasaari (5,71). Nel giavellotto è ottava Federica Botter con 53,72 al primo lancio mentre si impone la greca Elina Tzengko (60,73), campionessa europea anche tra le ‘grandi’ nella scorsa stagione.
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