Jesolo: allievi mondiali sugli ostacoli

19 Giugno 2016

Ai Tricolore Under 18, Desola Oki (13.30) corre la MPI e il miglior crono mondiale stagionale Allieve dei 100hs. Mattia Di Panfilo (13.55) diventa il 2° alltime di categoria dei 110hs.

di Raul Leoni

Conclusi oggi a Jesolo (VE) i Campionati Italiani allievi 2016, con oltre 1600 atleti in gara per 312 società. Nella giornata conclusiva della rassegna under 18 la vetrina se la prendono d'autorità gli ostacolisti, che mandano in archivio risultati di livello mondiale: Desola Oki corre in 13.30 (+1.0) e toglie in un colpo la Miglior Prestazione Nazionale dei 100hs a Veronica Borsi (13.56 ai Mondiali allieve del 2003) e la leadership stagionale Under 18 alla cubana Keily Perez (13.37 a L’Avana). Poi il lampo del romano Mattia Di Panfilo, 13.55 sui 110hs che rappresenta la seconda prestazione all time dopo il 13.44 di Lorenzo Perini e anche il secondo posto nelle liste mondiali dell’anno alle spalle del giamaicano Dejour Russell (13.38 a Kingston). Dopo Simone Barontini e Andrea Romani che nella giornata di sabato si sono issati in cima alle liste europee allievi degli 800 (con il primo alla MPI di 1:48.76), oggi nel mezzofondo Marta Zenoni si limita ad una passerella per la tribuna di Jesolo nei 1500 metri (4:28.16). In prospettiva degli Europei di categoria di Tbilisi (14-17 luglio) gli azzurrini di Stefano Baldini fanno sognare anche nel triplo, con il piacentino Andrea Dallavalle che si conferma leader continentale con 15.60 (+1.7), mentre nell’alto Andrea Motta si ferma a 2.12 fallendo 2.15 a gara ormai vinta. Grande spettacolo dal giro di pista, dove il lombardo di famiglia albanese Klaudio Gjetja batte per sei millesimi di secondo il sedicenne Edoardo Scotti (48.10 per entrambi). 

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LE GARE DELLA SECONDA GIORNATA

ALLIEVI

4x400 – I nuovi campioni Italiani della staffetta del miglio emergono dalla seconda serie delle tre, quella che sulla carta non ha i migliori accrediti. Ma i reatini Marco Parrano, Matteo Frattucci, Riccardo Filippini e Marcello Ziyada viaggiano da subito su ritmi di tutto rispetto, tanto da chiudere in 3:20.01. La E.Servizi Atl. Futura Roma (con in seconda frazione l’ostacolista Mattia Di Panfilo, di nuovo in pista dopo aver siglato il secondo crono mondiale del 2016 sui 110 con barriere) e la Pro Patria Busto Arsizio in terza serie provano a fare meglio, rispettivamente in 3:20.98 e 3:21.94, ma le quattro maglie Tricolore di Jesolo vanno in casa Studentesca Rieti Andrea Milardi.

Alto (finale) – In una giornata densa di eventi, il 2.12 di Andrea Motta rientra quasi tra le prestazioni “normali”: eppure il ragazzo lombardo, sponda milanese dell’Adda, sarà un’altra carta da medaglia nella spedizione azzurra agli Europei di Tbilisi.

Peccato che la quota di 2.15 respinga ancora una volta le avances del ragazzo ora seguito da Orlando Motta: e peccato che solo un altro specialista – il campione cadetti di Sulmona Francesco Ruzza – resti l’unico a contendere il titolo a Motta oltre i due metri (2.03, poi tre errori a 2.05 per il sedicenne veneto che al coperto aveva superato i 2.10).

110hs (finale) – Che dire? Dopo Desola Oki, si presenta un altro eccezionale prospetto delle barriere nel settore maschile, Mattia Di Panfilo: se l’emiliana ha fatto sua la MPN e la posizione di leader mondiale stagionale, il romano allenato da Maura Cosso con 13.55 (+1.2) diventa secondo nelle liste nazionali – dopo Lorenzo Perini – e anche nelle liste mondiali dell’anno, preceduto solo dal giamaicano Dejour Russell (13.38 a Kingston). E’ un’impresa che necessariamente toglie spazio agli altri protagonisti, che però hanno corso al loro meglio: soprattutto una coppia di lombardi, Mattia Montini (13.95) e Amos Galbiati (14.04).

1500m (finale) – La maglia tricolore della volontà spetta probabilmente a Vincenzo Grieco, che si rende protagonista di una gara d’attacco, provando ad incrementare un ritmo non trascendentale nella prima parte: poi escono in progressione i due marocchini Abdelhakim Elliasmine e Ouassim El Ammari, trascinandosi dietro Antonio Catallo e Riccardo Bado. Alla fine, come si dice, è la somma che fa il totale: davanti finiscono Elliasmine (3:55.24, accoppiata 1500/3000) ed El Ammari (3:56.27), poi tre ragazzi azzurrabili sotto i quattro minuti, con il foggiano Catallo (3:58.78) in grande spolvero dopo l’argento di ieri sulla distanza lunga, il doppio figlio d’arte imperiese Bado (3:59.97) – la mamma Ornella Ferrara è stata bronzo mondiale a Goteborg ’95, il papà Corrado è buon maratoneta – e il coraggioso Grieco (3:59.99).

Disco (finale) – Il ruolo di “ammazza grandi” spetta ufficialmente ad Alessandro Pace: dopo Andrea Proietti del peso il romano – allenato nel centro della finanza a Ostia dall’ex azzurro Filippo Monforti – distrugge anche le ambizioni di Marco Balloni. L’ascolano allenato da Armando De Vincentis va in confusione dopo il 54.01 del rivale: un solo lancio valido (51.85, quasi sette metri sotto il suo migliore) e cinque nulli. Poi l’emiliano di famiglia agrigentina Marco Volo (51.53).

400m (finale) – Sei millesimi di secondo: è questo il soffio che separa sul traguardo Klaudio Gjetja da Edoardo Scotti, 48.10 per entrambi in una finale da infarto. L’ex calciatore di Busto Garolfo, nato da famiglia albanese in Italia da molti anni, la spunta sul sedicenne lodigiano, già secondo un anno fa nei 300 cadetti di Sulmona. Ma è molto probabile che trovino entrambi posto nella squadra per Tbilisi. Bronzo per il cuneese Simone Massa, bravissimo (48.64) e poi il rientrante bolzanino Michael Albrecht (49.16).

Triplo (finale) – Non lascia, ma raddoppia: Andrea Dallavalle mette da parte il titolo del lungo e si concentra sulla sua specialità di parata: 15.60 al primo turno (+1.7), poi è giusto rifiatare un paio di giri visti i tanti impegni di questi giorni. Però il piacentino ha del tutto superato i guai della passata stagione e si conferma leader europeo stagionale, davanti nel mondo i soliti cubani e poco altro.

Sei sopra i 14 sono un’accettabile dimostrazione di profondità: emerge come seconda forza il triestino Simone Biasutti (14.67/0.0, che formalmente sarebbe minimo per Tbilisi), mentre come prospetti orientati al futuro della specialità si fanno notare il figlio d’arte siracusano Lorenzo Moscuzza (14.38/+1.1) e l’ex saltatore in alto reggino Ernesto Pascone (14.29/+1.2). 

110hs (batterie) – Rispetto alle batterie femminili le escursioni dell’anemometro sono meno sensibili, ma in qualche modo permangono: vento o no, Mattia Di Panfilo si esibisce in una volata da 13.76 (+1.5) e quindi il gruppo della E.Servizi Futura punta dichiaratamente ad un'altra maglia dopo quella di Mario Marchei nei 200 e della staffetta. Chi potrebbe insidiare il romano in finale? Intanto registriamo il miglioramento di Mattia Montini, sceso a 14.03 (+0.8), poi un 14.35/-0.4 della novità Francesco Libera, trentino di Cles che però – per la struttura fisica – potrà avere un futuro soprattutto nel giro di pista.

ALLIEVE

4x400 - La lotta è serrata ma alla fine sull’anello jesolano si impongono le allieve del CUS Trieste. Marianna Giurco, Giada Stanissa, Isabella Grandolfo e Alice Drago fermano i cronometri a 3:54.05, conquistando il primo gradino di un podio che accoglie anche l’Atletica Vicentina (Brandstetter - Zambolin - Gollin – Kouakou in 3:57.00) e la Bracco che difendeva il titolo (Paccagnella - Brunetti - Veneruso - Aquilino in 3:58.45).

100hs (finale) – Desola Oki non si ferma più: la fidentina scoperta da Maurizio Pratizzoli vola in 13.30 (+1.0) e strapazza la MPN detenuta da Veronica Borsi (13.56 della braccianese ai Mondiali allievi del 2003). Non basta, l’azzurra toglie dalla lista dei leader mondiali stagionali il 13.37 della cubana Keily Perez: azzurrini in competizione con i talenti caraibici a livello giovanile, c’è da sognare in grande! Anche le piazzate di Jesolo meritano un grande applauso: si affacciano al muro dei 14” due ragazze varesine, Camilla Rossi (14.00) e Rebecca Gennari (14.10).

Triplo (finale) – Un primo traguardo arriva, il minimo europeo di Camilla Vigato (12.31/+1.0 subito al primo salto): e così la mestrina può intanto sognare il suo viaggio a Tbilisi. Tutte le altre sotto i 12 metri, compresa la campionessa in carica al coperto, l’aostana Corinne Challancin (11.93/+1.3 per la figlia dell’ex triplista azzurro Paolo).

1500m (finale) – Si limita ad una passerella per la tribuna Marta Zenoni: comodo 4:28.16, d’altronde non è escluso un successivo impiego del bronzo mondiale di Cali nella staffetta 4x400 dell’Atletica Bergamo 1959 Creberg. Le piazzate approfittano a distanza della scia e altre tre finiscono sotto i 4’40”: la tricolore degli 800 Martina Tozzi (4:34.89), Elisa Palmero (4:36.20) e l’altra finalista degli 800 Flavia Ferrari (4:39.00). Per la cronaca, si corrono quattro serie: un esercito.

400m (finale) – Dopo due piazzamenti consecutivi nei 300 cadette, Letizia Tiso mette le mani sulla maglia tricolore del giro di pista: la vercellese allenata da Corrado Zennaro lima qualche centesimo al PB e scende a 55.81, poi l’altra sedicenne Eloisa Coiro (56.67 per la romana) e la campionessa indoor Francesca Aquilino (57.24). Fuori dal podio, dopo una promettente batteria, la novità stagionale Elena Pradelli (57.56).

Martello (finale) – Finalmente la rincorsa di Isabella Martinis al minimo europeo viene coronata da successo: 60.26 al quinto turno, ribadito da un 59.64 all’ultimo. Per l’ennesimo prodotto della scuola udinese di Mario Vecchiato è missione compiuta: ma i giochi per Tbilisi non sono ancora fatti. E sì, perché il 60.41 della qualificazione garantisce in teoria il passi anche alla reatina Cecilia Desideri, che stamattina invece deve accontentarsi del bronzo tricolore (56.93, ma un nullo da quasi 60 metri nel lancio finale): complice l’eccezionale progresso di una ragazza modenese, Lucilla Celeghini, oggi approdata a 58.32. Un successo della scuola targata Fratellanza, che poi è un pezzo di storia della specialità da quasi un secolo: Lucilla è arrivata in pedana un anno fa e al primo lancio di carriera aveva fatto 38.88 …

100hs (batterie) – Il vento, una costante in questi campionati: con l’aggravante che in questa terza mattinata di gare diventa invece una variabile che condiziona le gerarchie. Non per Desola Oki – l’italo-nigeriana di Fidenza è superiore a queste difficoltà (14.08/-2.2) – quanto per le altre che si giocano la finale sul filo dei centesimi. Ecco perché la senese Federica Renzi – che pure è l’unica altra ostacolista a vantare un PB da -14” in stagione – passa con l’ottavo e ultimo tempo (14.77), frenata dal vento (-1.7): invece viene relegata in finale B la bicampionessa cadette Noemy Petagna (14.80). Sui blocchi ci saranno due medagliate di questa edizione tricolore, l’oro dei 400hs Anna Polinari e il bronzo del lungo Rebecca Gennari, ma il secondo tempo della mattinata è quello di Camilla Rossi 14.48 con vento nullo).


Andrea Dallavalle (foto Modica/FIDAL)


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