L'Atletica San Costantino Calabro alla 100 km del Passatore
Si è svolta sabato 25 maggio 2013 la 41^ edizione della ultramaratona denominata “La 100 km del Passatore ”, gara di straordinario fascino che collega Firenze a Faenza. La manifestazione, che dal lontano maggio del 1973 fino ai giorni nostri è diventata l’ultramaratona piu’ bella e famosa del mondo, anche grazie al suggestivo paesaggio dell’Appennino
Tosco Romagnolo che attraversa, è un vero e proprio mito della storia del podismo mondiale. Una gara che ha visto la partecipazione di circa 2000 partecipanti provenienti da ogni parte del mondo e alla quale non hanno voluto mancare gli atleti dell'Atletica San Costantino Calabro, Giuseppe Grasso, Raffaele Mancuso e Gerardo Santaguida, ed il cosentino Campitelli Carmine della Marathon Cosenza, unici atleti di tutta la Calabria che con onore hanno rappresentato la propria terra. Una esperienza che lascia in noi un ricordo indelebile, per la sua originalità, per la bellezza del percorso, per l’accoglienza che per tutto il percorso ci ha fatto compagnia e per l’assistenza che ci ha dato una marcia in piu’. Si tratta di un percorso che collega due delle piu’ belle piazze italiane, quella della Signoria di Firenze, citta d’arte mondiale e quella del Popolo di Faenza, città delle ceramiche, che ne fanno la madre della maiolica, vere e proprie perle di un territorio ricco di storia e cultura. Una gara che ha avuto il suo fascino particolare e la sua vitalità grazie all’ impegno degli organizzatori, che hanno saputo regalarci emozioni di straordinaria umanità. Un esperienza per gli atleti di San Costantino Calabro molto significativa e che va al di là della competizione sportiva: chi percorre la 100 km del Passatore, splendida dal punto di vista paesaggistico, sa bene che non si tratta solo di una prova ai limiti della resistenza fisica, per muscoli e articolazioni, per apparato cardio circolatorio e forza di volontà. In quei 100 km ci sono significati e valori che vanno oltre il mero aspetto sportivo. Il centro di Firenze, invaso dal variopinto popolo della 100 è già una festa che vale la pena di vivere. I rituali della vestizione sono un po’ irriverenti nei confronti delle bellezze artistiche che ci circondano, ma l’atmosfera è magica. Qui sei davvero di fronte ad una sfida con te stesso, il cronometro conta fino ad un certo punto, contano invece la consapevolezza delle proprie capacità e la gestione delle forze. Il tempo vola, quasi senza accorgermene mi ritrovo alla partenza: inizia l’avventura! Forse anche Dio è qui vicino a noi e dà un soffio per farci arrivare in cima. La discesa ti fa cambiare passo, le gambe girano da sole mentre tutto il corpo e la mente riposano. Al chiarore dell'alba del giorno successivo alla partenza, intravediamo il rettilineo che porta alla Piazza del Popolo il traguardo sospirato, della città del fuoco: Faenza e con immensa soddisfazione possiamo affermare che NOI C'ERAVAMO! C’è poi, forse, la consapevolezza che la prima volta ti resterà scolpita dentro, che la porterai con te tra i ricordi della vita come quelle pagine dei libri a cui metti il segno per poterle leggere di tanto in tanto.
(Raffaele Mancuso)
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