L'Italdonne non ce la fa, vince la Bielorussia



Non sono bastate altre due vittorie, ed una serie di prestazioni positive, per lanciare la squadra azzurra al femminile nell’orbita della promozione. La First League di Praga non regala la gioia più attesa all’Italia, seconda al termine delle due giornate di gare alle spalle della Bielorussia, vittoriosa e promossa in virtù della sua straordinaria compattezza. Cinque vittorie sulle nove gare di oggi sono andate alle ragazze dell’est, mentre per l’Italia sono risultate vincenti Chiara Rosa nel getto del peso (17,96) e Margaret Macchiut nei 100 ostacoli (13.20). In definitiva, bene hanno fatto quasi tutte le italiane, con in testa Antonietta Di Martino, terza nell'alto con un eccellente 1,92, e soprattutto Ester Balassini, seconda nel lancio del martello con un probante 71,91. Per il salto in Super League, però, non c’è mai stata storia. Pronti-via, prime tre gare, altrettanti successi delle ragazze in rosso-verde: Oksana Mentova spara martellate che fanno paura (quattro lanci sopra i 70 metri, con il migliore a 73,62), Svetlana Klimkovich, quando capisce che i 1500 metri stanno prendendo una brutta piega, va in testa e corre 800 metri finali in solitaria; nel lungo, alla Chernushenko basta un misero 6,39 per fare bottino pieno. Le azzurre sono brave, ma purtroppo non basta, servirebbe essere superlative. Ester Balassini firma una prova caparbia, con una miglior misura di 71,91 (serie: 67,97; 70,30; 67,58; 71,91), ed è seconda; Eleonora Berlanda soffre il giusto sulla scia della bielorussa e chiude terza in 4:12.99; Valeria Canella fa incetta di nulli, (tre su quattro salti), ed il suo 6,16 finale vale la sufficienza ma non aiuta la causa. A conti fatti, la classifica dice Italia a -12 dalla vetta: ovvero, notte fonda, e sono passati venti minuti dall’apertura del pomeriggio. Timidi segnali di riscossa arrivano dalle veterane: Margaret Macchiut è brava tra gli ostacoli alti e taglia per prima il traguardo in 13.20 (v. +1.0) togliendo cinque punti al gap con le bielorusse. I 200 metri nascono però sotto una cattiva stella: Giulia Arcioni pesca la prima corsia, e da lì, per chiunque, c’è davvero poco da fare. Il suo 24.29 vale solo il settimo posto, e il distacco dalla promozione ritorna alle 12 lunghezze di prima. L’ultima fiammata arriva dai lanci, diventati la vera forza di questa Italia al femminile: Chiara Rosa non sfugge al pronostico e vince il getto del peso con 17,96 (serie: 16,77; 17,51; 17,09; 17,96), mezzo metro esatto meglio della seconda, che però è proprio la bielorussa Leantsyuk (17,46). Ciò vuol dire che le cose non accennano minimamente – o quasi – a cambiare, in termini di classifica. E infatti non cambieranno più, malgrado il buon secondo posto di Renate Rungger nei 5000 metri (15:58.15), il terzo di Antonietta Di Martino nell’alto (notevole il suo 1,92, ma la belga Hellebaut è salita fino a 1,96), e la battaglia delle volitive staffettiste della 4x400 (De Angeli, Graglia, Schutzmann, Reina, terze in 3:31.76). Si resta in First League, per un altro anno (almeno) di purgatorio continentale. Nicola Silvaggi elogia la Bielorussia: “Oggi hanno vinto cinque delle otto gare in programma, difficile pensare di poterle battere. Non abbiamo granché da rimproverare alle ragazze, hanno fatto più o meno quanto nelle loro possibilità. Diciamo che non siamo stati in grado di approfittare dei loro punti deboli: dove loro hanno sbagliato, purtroppo abbiamo fatto male anche noi”. Chiudendo il capitolo Italia, e volgendo lo sguardo al resto della manifestazione, spiccano soprattutto due risultati: il 67,49 dell’estone Gerd Kanter nel disco, e il 17,40 nel triplo della superstar svedese Christian Olsson: il re dei salti mondiali è tornato. In tempo per un più che probabile trionfo europeo nella sua terra. Marco Sicari


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