L'anno del più grande Mondiale di sempre
26 Dicembre 2019I migliori momenti 2019 nelle gare in pista: super 400hs con i record della Muhammad e il dominio di Warholm, monopolio Hassan nel mezzofondo, in orbita il peso maschile. Un'immensa Doha lancia Tokyo
di Marco Buccellato
Largo alla pista e al prezioso lascito del 2019. Nell'anno che sta per chiudersi, tre primati del mondo (tutti femminili) e otto record d'Europa, equamente distribuiti tra uomini e donne ma con atleti multitasking a dominare la scena continentale come Karsten Warholm (tre volte) e Sifan Hassan (quattro). È stata la stagione in cui, in tutte le specialità del programma in pista, solo diciassette non hanno subito almeno una incursione nella top ten alltime. L'anno del miglior campionato del mondo di sempre, sancito ufficialmente dal giusto proclama di World Athletics, che ha superato a Doha ogni precedente tecnico, Olimpiadi comprese. Un anno, laddove non è stata tracciata la firma in granito in calce a un record mondiale, abbiamo assistito a sfide da togliere il fiato e prestazioni straordinarie, talora così esaltanti da meritare l'assoluto. Un'eredità pesante, pregiata, che aggiunge grandiosità al già magnifico 2018 e che prepara, a meno di otto mesi dai Giochi di Tokyo 2020, a uno spettacolo ancora una volta senza pari, quello dell'atletica leggera.
I RECORD MONDIALI DELLA PISTA - La regina del 2019 è la statunitense Dalilah Muhammad, incoronata nel gala monegasco dei World Athletics Awards 2019. Per il titolo mondiale ha dovuto abbattere il primato del mondo dei 400hs in 52.16. Per qualificarsi alla rassegna iridata, lo aveva già limato a 52.20 su pista post-acquazzone. L'oro e la gloria sono suoi, ma la spinta a vincere (e il record arriva per l'alta competitività) è merito di Sydney McLaughlin, che ai Trials di Des Moines non le finisce nell'ombra ma nella finale di Doha sfiora il firmamento di soli sette centesimi. L'altro record del mondo del 2019 è uno dei mattoni pesanti dell'architetto della pista Sifan Hassan, che proprio a Montecarlo segna il più veloce miglio di sempre in 4:12.33. È una ciliegina su una torta enorme, con altri tre record europei e l'inedito doppio oro mondiale su 1500 e 10.000 metri. Mai visto prima.
VIDEO | IL 52.16 DI DALILAH MUHAMMAD, RECORD DEL MONDO A DOHA
RIVOLUZIONE ORANGE - Suona l'assalto la Hassan. Oltre al miglio, l'olandese ha riscritto i limiti europei dei 1500, 3000 e 5000 metri. Se 3000 e 5000 sono stati migliorati nel cammino della Diamond League, il primato dei 1500 metri arriva nella torcida di Doha in una delle più grandi gare sulla distanza, se non la migliore. Il record continentale di 3:51.92 porta il lussuoso seguito di altre otto atlete sotto i 4 minuti, è la sesta prestazione di sempre ma, i numeri sono lì ad accendere discussioni, è la seconda atleta non cinese in un elenco d'élite costruito dalla doppia incredibile annata 1993-1997 di quella che fu l'armata. Solo il programma iridato ha costretto la Hassan a scegliere dove buttarsi nella mischia dopo il primo titolo mondiale sui 10.000 metri, con le finali dei 1500 e dei 5000 quasi sovrapposte.
WAR-WARHOLM - Prima di chinarsi sui blocchi, la guerra del norvegese è già iniziata. Il furore agonistico di quello che fu un prodigio già a 17 anni, e che ora è il numero uno al mondo, cattura le telecamere. In due mesi e mezzo arrivano tre record d'Europa, 47.33 nella Diamond di Oslo, 47.12 in quella sul Tamigi, e il fantasmagorico 46.92 di Zurigo, unico 400hs della storia con due uomini sotto i 47 secondi, a dividere la gloria con Rai Benjamin. Il secondo titolo iridato di Warholm arriva l'ultimo giorno di settembre, con Benjamin in scia e l'altro fenomeno della specialità Samba a meritare il bronzo dopo aver scintillato per tutto l'anno precedente ed essersi infortunato proprio nell'anno dei Mondiali. Orizzonte Tokyo da leccarsi i baffi. Il quarto record europeo maschile lo firmano, per la seconda edizione di fila, gli staffettisti United Kingdom in 37.36, che stavolta non ripropongono dolcetto-scherzetto agli americani, al primo oro in dodici anni. Il Giappone, per confermarsi bronzo, corre sei decimi più veloce che a Londra 2017.
LA GARA DELL'ANNO - 5 ottobre, Khalifa Stadium, Doha. Per ultimo va in pedana uno dei favoritissimi del lancio del ferro pesante, quello da 7,26 chilogrammi. È solo il primo lancio, e il kiwi Tom Walsh la tocca piano. 22,90. Ventidue e novanta. Ventidue centimetri sotto il record mondiale del discusso Barnes, ventitré meglio del personale. Bene, è finita? Il fulvo Ryan Crouser, che aveva inaugurato la finale con 22,36, si gratta la chioma. Serata difficile. Si fa cupa al secondo turno. Pallottola Romani, il brasiliano già al suo giorno dei giorni in Diamond League (22,61), disegna un bang da 22,53. Crouser e Walsh marcano una x, l'ex-iridato e altro proiettile umano Kovacs sale quarto con 21,63. Terzo turno: Crouser fotocopia il 22,36 d'apertura, Walsh scrive un'altra x e il gigante nero Hill supera Kovacs di un centimetro. Rimasti in otto, Crouser non ci sta e la mette a 22,71, a tre centimetri dal personale. Walsh sonnecchia con la terza x, Kovacs d'orgoglio con 21,95, ai piedi del podio. Romani sempre over-22, ma l'argento è andato. Penultimo turno: Walsh passa indenne dal nullo, il 22,56 è addirittura ininfluente. Kovacs non ce la fa per il podio, solo 21,94. È l'antipasto della più grande serie di lanci nella storia della specialità. La apre Joseph Mathias Kovacs di Nazareth, che nebulizza l'aria in 22,91, un metro sopra il quarto posto, un macigno sopra la medaglia ormai sicura, ma non è detto sia per la corona, vista la serata. Crouser oltre i suoi limiti per l'oro, atterra a 22,90, un centimetro dietro. Un centimetro. Argento grazie al 22,71 dell'urlo di dieci minuti prima. Tocca a Walsh, che ha danzato in paradiso e ora balla all'inferno. Nullo. 22,91 Kovacs. 22,90 Crouser. 22,90 Walsh. E così sia.
VIDEO | LA STREPITOSA FINALE DEL PESO AI MONDIALI DI DOHA
IL PASSO DEI GIAGUARI - Indimenticabile immagine dall'alto: l'arrivo, l'abbrivio, la lotta, la guerriglia sul traguardo tra Conseslus Kipruto e Lamecha Girma nei 3000 siepi. Dove sia quel centesimo che divide il keniano dall'etiope, resta un mistero ma è un official mystery. Finale stupenda a Doha, la più combattuta e da fiato sospeso nell'intero pacchetto iridato della lotta tra uomo contro uomo. Kipruto non ci sta mai a perdere, è la sua forza. Ha vinto un diamante correndo con una scarpa sola. Poteva uno così farsi sfuggire un mondiale, dopo aver impiegato mesi a recuperare da un infortunio? Girma, 19 anni, una medaglia raramente così profumata di oro ma di argenteo metallo, resta appeso in eterno nella più bella foto del book di Doha.
MAMMA HO PRESO L'AEREO - Per venire a vederti correre e finire in mondovisione con te. Altra storia splendida, una delle tante. Nia Ali, all'anagrafe Nia Sifaatihii Ali, si prende l'oro che conta di più, dopo i due indoor e la medaglia d'argento di Rio. Mamma-speedy firma la vittoria nei 100hs in 12.34, un tempone che nel contesto dei Mondiali è secondo solo al 12.28 di Sally Pearson a Daegu. Il giro d'onore, con la bandiera sulle spalle e i due piccoli figli avuti da Mike Tinsley e Andre De Grasse, è il giro della felicità e un fermo immagine degno di un anno di grandi cose. Maternità d'oro: una settimana prima di Nia, pocket rocket Shelly-Ann Fraser-Pryce aveva spazzato via i 100 metri in 10.71, per chiudere come meglio non poteva il decennio iridato aperto a Berlino 2009, un anno dopo l'oro di Pechino 2008. Due ori olimpici, nove ori mondiali. Tutti i colori più belli, a volte per la chioma colorata, tante volte al collo. Le stanno meglio.
GAZZELLA SUL TAPIS ROULANT - La gara perfetta. Salwa Eid Naser è la prima a sbalordire sul traguardo, con gli occhi pieni della cifra del display. Il 48.14 dei suoi 400 metri è la vetta degli ultimi 34 anni, e il terzo crono di sempre dietro le giganti Koch e Kratochvilova, firmato da questa straordinaria atleta del Bahrain, con madre nigeriana. Dietro di lei non crede a quanto è successo Shaunae Miller-Uibo, che rincorre la Naser scappata via senza appello, e riesce a chiudere in un sensazionale 48.37. Uno dei must dell'anno, il miglior giro di gamba di tutto il settore velocità pura e prolungata. Due piedi che volano.
LEARNING TO FLY - Sulla ruota di Caracas esce il 15. Succede a Doha il 5 ottobre, novello day of the days, in quel limbo irreale che in meno di un'ora ci consegna anche lo sbatter d'occhi delle finali del peso uomini e dei 1500 metri donne. La triplista venezuelana Yulimar Rojas è un talento pazzesco su due gambe degne dei tripodi di War of the Worlds. Il coaching matura per lei progressi sufficienti per articolare più che decentemente l'hop e il jump ma soprattutto lo step, e i frutti sono saporiti. 15,37 nella finale iridata, 15,41 un mese prima nella sua seconda casa Spagna, dove è cresciuta da fuoriclasse. Il record del mondo è a pochi centimetri, nessuna possibilità le è preclusa, con quegli arti inferiori.
KING LYLES - Il 5 luglio Noah Lyles corre a Losanna per l'ottava volta in carriera sotto i 20 secondi, ma stavolta straborda in un magnifico 19.50, primato del meeting, miglior risultato degli ultimi sette anni nei 200 metri e quarto crono di sempre dopo Bolt, Blake e Johnson. È il picco di un clamoroso biennio del prodigio USA, cui seguiranno altre cinque discese sub-20 fino al titolo mondiale di Doha. Gli scappa il record a stelle e strisce (di Johnson) ma lo fa suo con la 4x100 in 37.10 vincendo il mondiale con il Dream Team che comprende Coleman, Gatlin e Rodgers. Proprio Coleman merita menzione per il titolo iridato sui 100 e il 9.76 che gli vale il sesto tempo alltime, in una finale pazzesca dove a buon diritto ha guadagnato l'ingresso Filippo Tortu, primo italiano a riuscirci dal 1987.
VIDEO | IL 19.50 DI NOAH LYLES A LOSANNA IN DIAMOND LEAGUE
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