L'atletica piange Oscar Barletta
03 Febbraio 2012È stato uno degli allenatori più amati d’Italia, non tanto per l’indubbia competenza e la passione con cui si documentava e si aggiornava nel suo campo specifico, quanto per la sua umanità, per il calore che sapeva trasmettere ai suoi interlocutori, per l’infinita bontà della sua paterna figura, per la disponibilità a dare senza nulla chiedere in cambio. È dunque con profondo dolore che il Presidente Franco Arese, a nome di tutta la Federazione, annuncia la dipartita di Oscar Barletta, avvenuta ieri, 2 febbraio, alle ore 14. “La scomparsa di Oscar mi rattrista profondamente – queste le parole del Presidente Arese – ho avuto modo di apprezzarne direttamente, per lunghi anni, le doti di spiccata umanità. Barletta non era solo una tecnico di prim’ordine: era una persona straordinaria, che sapeva toccare il cuore dei suoi atleti. Ne serberò sempre un ricordo affettuoso”. Nato a Civitavecchia il 15 maggio 1917, promessa del mezzofondo che non si poté concretizzare a causa della guerra (vestì la maglia della Nazionale assoluta nel 1941 e diede il meglio di sé nel 1942), Barletta acquisì notorietà come tecnico portando molti giovani al successo prima nella S. A. Civitavecchia (1945-1957), poi nel C. A. Centrale di Roma (1958-1961). Nel 1962 entrò a far parte dello staff tecnico del CUS Roma, società all’epoca tra le migliori d’Italia, in cui rimase fino al 1987 per passare poi alla Sisport Fiat Torino. Con i suoi ragazzi vinse diversi campionati italiani di società di corsa campestre, nel 1961 con il Centrale, e dal 1962 al 1966 consecutivamente con il CUS Roma. Nel 1970 fu chiamato a diversi incarichi federali, tra i quali spicca l’incarico di rimettere in sesto il disastrato settore della maratona, obiettivo centrato in pieno e nel quale ottenne la maggiore soddisfazione con la vittoria nella Coppa del Mondo femminile di maratona nel 1985. Dal 1973 al 1987 fu anche responsabile tecnico del centro federale di mezzofondo e fondo di Ostia. Ha allenato generazioni di atleti, dal primatista italiano dei 3000 siepi Umberto Risi (anni Sessanta) fino a Roberta Brunet (medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici 1996). Tra i tanti meriti anche quello di aver indirizzato al mezzofondo il futuro campione olimpico dei 5000 Mohamed Gammoudi, ospite in Italia nel 1961 insieme ad altri atleti militari tunisini. Tra i tanti riconoscimenti ottenuti come tecnico spiccano la Stella d’Argento del CONI nel 1976, e la Quercia al Merito di terzo grado (1996) della FIDAL. I funerali si terranno domani 4 febbraio alle ore 10 nella Chiesa della Morte a Civitavecchia.
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