Dosso e Tecuceanu bronzo, Sito record
09 Giugno 2024di Luca Cassai e Cesare Rizzi
Cresce ancora il medagliere azzurro nella terza serata degli Europei di Roma con altri due bronzi: il totale è di 15 volte sul podio (7-5-3) dopo tre giornate su sei di una rassegna straordinaria per l’Italia. Al terzo posto nei 100 metri c’è Zaynab Dosso con 11.03 (+0.7) in una finale molto combattuta, a soli quattro millesimi dall’argento della polacca Ewa Swoboda (11.03) mentre il successo è della britannica Dina Asher-Smith in 10.99 e la lussemburghese Patrizia van der Weken si deve accontentare della quarta piazza con 11.04. La reggiana delle Fiamme Azzurre che si allena proprio a Roma conquista il podio europeo, dopo il bronzo mondiale di quest’inverno nei 60 indoor, e si prende anche la soddisfazione del nuovo record italiano con 11.01 (+2.0) in semifinale. Allo stadio Olimpico arriva il bronzo per Catalin Tecuceanu negli 800 in 1:45.40 alle spalle del francese Gabriel Tual (1:44.87) e dello spagnolo Mohamed Attaoui (1:45.20) nella stagione del salto di qualità per il veneto delle Fiamme Oro, già quarto ai Mondiali indoor.
Fantastico record italiano nei 400 metri di Luca Sito, il ventunenne talento del giro di pista che vola in finale con 44.75 migliorando il primato nazionale di due centesimi. Dopo cinque anni viene battuto il 44.77 di Davide Re (30 giugno del 2019 a La Chaux-de-Fonds), finora l’unico azzurro della storia sotto i 45 secondi per tre volte in carriera. Ci riesce il milanese, rivelazione dell’anno a livello assoluto, a due giorni dalla splendida medaglia d’argento conquistata con la 4x400 mista prima di impressionare sabato mattina con il 45.12 della migliore prestazione italiana under 23 senza spingere negli ultimi metri. È una stagione di progressi continui e clamorosi per il giovane del Cus Pro Patria Milano, nella scorsa estate campione europeo U23 della 4x400, che prima di quest’anno aveva un personale di 46.31: in tutto riesce a togliere oltre un secondo e mezzo a quel crono. Finale lunedì alle ore 21.40 e Sito si presenta con il secondo tempo delle semifinali, meglio di lui solo il britannico Charles Dobson con 44.65. Torna a brillare Filippo Tortu nelle semifinali dei 200 metri. Il campione olimpico della staffetta ritrova se stesso con un ottimo 20.14 (+0.9), a quattro centesimi dal personale, e firma nettamente il miglior crono del turno. In finale lunedì alle ore 22.50 ci sarà anche Fausto Desalu, di nuovo a buon livello con 20.39 (+1.2) che vale il quinto tempo complessivo. Nel triplo ottava Dariya Derkach con 14,03 controvento (-2.1) al primo salto senza poi incrementare, oro alla spagnola Ana Peleteiro-Compaoré (14,85/-0.5), mentre sui 1500 metri Ludovica Cavalli non va oltre il tredicesimo posto (4:35.60) e il titolo è dell’irlandese Ciara Mageean (4:04.66). Nell’alto conferma dell’ucraina Yaroslava Mahuchikh (2,01), terzo successo di fila nel martello per il polacco Wojciech Nowicki (80,95), nei 3000 siepi la francese Alice Finot (9:16.22) taglia per prima il traguardo, viene squalificata per infrazione di corsia ma poi è riammessa.
Nella quarta giornata, lunedì sera, attesi otto azzurri in finale: Elisa Molinarolo e Roberta Bruni nell’asta, Sara Fantini nel martello, Luca Sito nei 400 metri dopo il favoloso record italiano di 44.75 in semifinale, Yassin Bouih e Osama Zoghlami sui 3000 siepi per chiudere con i 200 metri di Filippo Tortu e Fausto Desalu. Al mattino entrano in scena due tra le stelle più attese della rassegna, nelle qualificazioni dell’asta lo svedese primatista mondiale Armand “Mondo” Duplantis e nelle semifinali dei 400 ostacoli l’olandese volante Femke Bol, oltre a tanti altri atleti italiani. Scatta il decathlon di Dario Dester e Lorenzo Naidon, nell’asta Claudio Stecchi e Simone Bertelli, qualificazione del giavellotto per Federica Botter, sui 200 metri Irene Siragusa in batteria (e nelle semifinali della serata Dalia Kaddari), turno eliminatorio dei 1500 con il neoprimatista italiano Pietro Arese, Federico Riva e Ossama Meslek, batterie degli 800 per Elena Bellò e Eloisa Coiro, semifinali dei 400hs con Alessandro Sibilio, Giacomo Bertoncelli, Mario Lambrughi e Ayomide Folorunso, Alice Muraro, Linda Olivieri.
100 donne (finale) - Come ai Mondiali indoor sui 60 metri, Zaynab Dosso si mette al collo la medaglia di bronzo dei 100 agli Europei di Roma: un podio fortemente voluto, nella città in cui sta costruendo il momento più bello della sua carriera sotto la guida Giorgio Frinolli, un bronzo di gambe e di nervi, in una finale tanto equilibrata quanto difficile da leggere. Allo sparo “Za” infila una partenza perfetta, ma l’eccellente avvio viene vanificato da un movimento sui blocchi di Mujinga Kambundji, punita da un “giallo”. Nel vero start l’azzurra, che sfoggia i suoi lunghi capelli viola, è ancora formidabile in fase di accelerazione dopo un tempo di reazione da 0.120, ma la francese Gemima Joseph fa ancora meglio come reazione allo sparo (0.111) e nei primi 30 metri. Sulla fase lanciata esce Dina Asher-Smith, britannica, che non migliora però il crono della semifinale: il suo 10.99 (+0.7) basta comunque per il quinto titolo europeo (tra 100, 200 e 4x100) della carriera. Zaynab nel finale si indurisce nell’azione di corsa ma riesce a mantenere le spinte quanto basta per tuffarsi sul terzo posto a 11.03, a due centesimi dal record italiano siglato in semifinale, a quattro millesimi dall’argento di Ewa Swoboda (Polonia) e con un centesimo di vantaggio sulla lussemburghese Patrizia Van der Weken, che l’aveva battuta nel turno precedente e che stavolta è quarta a 11.04, poi quinta la tedesca campionessa uscente Gina Luckenkemper (11.07) e la transalpina Joseph chiude sesta a 11.08. È la 15esima medaglia azzurra a Roma 2024, il secondo podio italiano agli Europei sui 100 donne dopo il bronzo di Manuela Levorato a Monaco 22 anni fa. Per la felicità di Dosso: “Sono contentissima come e forse più di Glasgow: è un segnale che sono sulla strada buona per i Giochi di Parigi. Sono veramente felice di come ho gestito l’80 per cento della gara: so che ci sono ancora ‘tessere’ del puzzle da mettere assieme e che ci sono ancora tanti margini di miglioramento. Ho fame di medaglie, ma anche tutta l’Italia è affamata di grandi risultati”.
800 uomini (finale) - Prima medaglia internazionale per Catalin Tecuceanu: è un bronzo che matura in una finale tutt’altro che semplice da leggere sul piano tattico. Il 24enne delle Fiamme Oro prende il comando al passaggio alla corda tallonato da Elliot Giles (Gran Bretagna) e Gabriel Tual (Francia). Non è un primo giro irresistibile: Alvaro De Arriba (Spagna) prende il comando dopo 350 metri per un passaggio da 53.11 alla campana. Nel secondo giro la lotta per le medaglie sembra essere tra De Arriba, Tecuceanu, Tual e Giles, ma a 200 metri dal termine arriva da dietro l’improvviso rientro dell’altro spagnolo Mohamed Attaoui e il suo contrattacco costringe Catalin a ritardare la progressione. Alla corda c’è sempre Tual, abilissimo nelle gare tattiche: il francese completa l’opera vincendo 1:44.87 (secondo giro da 51.6) davanti ad Attaoui (1:45.20), mentre Tecuceanu sul rettilineo finale supera De Arriba (1:45.40 a 1:45.64) e centra la medaglia numero 14 per l’Italia a Roma 2024 avanzando di un gradino rispetto ai Mondiali indoor di Glasgow. È un bronzo carico di emozione: “Ce l’abbiamo fatta, il primo traguardo era prendere una medaglia internazionale. Volevo quella più bella ma va benissimo così. Siamo sulla strada giusta per fare grandi cose. Ho cercato di correre con intelligenza, anche alla luce di un riscaldamento in cui non mi sono sentito nel migliore dei modi. Per me è un grandissimo risultato, ha un enorme valore, anche se vorrei raggiungerne ovviamente ancora altri: ora pensiamo a Parigi. È una medaglia dedicata a tutti quanti mi hanno sostenuto, in particolare al mio fratellino, alla mia famiglia e a tutti gli allenatori che nel corso degli anni mi hanno seguito”. Erano 30 anni che l’Italia non andava a medaglia sugli 800 agli Europei: l’ultimo fu Andrea Benvenuti, oro a Helsinki 1994, allenato come Tecuceanu da Gianni Ghidini.
100 donne (semifinali) - Ewa Swoboda, polacca, stacca il biglietto per la finale vincendo la prima “semi” in 11.02 (+0.7) sulla tedesca campionessa in carica Gina Luckenkemper (11.06). Settimo posto con lo stagionale a 11.32 per Anna Bongiorni (Carabinieri), bronzo due anni fa con la 4x100. Nella seconda semifinale si presenta Dina Asher-Smith, britannica iridata 2019 dei 200 metri: 10.96 (+0.3), miglior crono europeo 2024. Ma le attenzioni dell’Olimpico sono tutte su Zaynab Dosso (Fiamme Azzurre), bronzo iridato dei 60 indoor, nella terza semifinale: la pioggia smette di cadere, il vento alle spalle cresce ma nei limiti (+2.0) e “Za” sfrutta subito l’occasione, chiudendo a un centesimo dalla lussemburghese Patrizia Van der Weken ma con il crono di 11.01 che vale il nuovo record italiano abbassato di un centesimo. Per la reggiana, 24 anni, è il quarto primato sulla distanza dopo l’11.14 di Budapest 2023 (a pareggiare Manuela Levorato) e l’uno-due 11.12-11.02 del 15 maggio a Savona. Quello dell’azzurra è il terzo crono di accesso alla finale (stasera, ore 22.53) dopo Asher-Smith e Van der Weken, a sua volta al record nazionale (11.00).
400 uomini (semifinali) - Luca Sito entra in modo fragoroso nell’albo dei primatisti italiani assoluti. Al terzo 400 metri in meno di 48 ore il milanese, classe 2003 allenato da Alessandro Simonelli, diventa il secondo italiano a scendere sotto i 45 secondi e con 44.75 toglie due centesimi al record realizzato da Davide Re nel 2019, siglando anche il quarto crono europeo dell’anno oltre a superare la sua migliore prestazione italiana promesse. Il portacolori del Cus Pro Patria aveva già impressionato nei primi due giorni di Europei, correndo proprio in 44.75 venerdì sera in frazione di staffetta mista dai blocchi e stampando sabato mattina 45.12 nella batteria individuale mettendo in folle nei 30 metri finali. Con la sua corsa molto facile prende il norvegese Havard Ingvaldsen come punto di riferimento per la prima fase di gara, transita in 21.53 ai 200 e poi vola via leggero sul rettilineo finale, scomponendosi solo negli ultimi dieci metri prima di esplodere di gioia leggendo il tempo. Per lui c’è la vittoria della prima semifinale davanti al belga Jonathan Sacoor (44.99). Arrivato all’atletica solo nell’autunno 2019 dal calcio (giocava come attaccante) a sedici anni e mezzo, in questa stagione l’azzurro si è migliorato in tutto di oltre un secondo e mezzo (nel 2023 era arrivato a 46.31): “È un record italiano che significa tantissimo, ho battuto un idolo come Davide Re, è una sensazione ineguagliabile, devo ancora realizzarlo appieno. La magia di questo stadio dà una carica pazzesca: questo primato corso qui vale doppio.
In finale darò tutto me stesso: mi sto divertendo, non ho nulla da perdere”. Nella seconda semifinale mette le carte in tavola il britannico Charles Dobson, 44.65 dopo il sorprendente 44.46 del personale a Savona. La terza semifinale va al campione del mondo indoor Alexander Doom, belga, con 44.87 mentre Edoardo Scotti appare meno brillante delle due precedenti apparizioni all’Olimpico ed è quinto (19esimo tempo complessivo) in 45.92 (ultimo crono di ripescaggio a 45.28). “Ero molto carico - il commento del lodigiano dei Carabinieri - il pubblico mi ha caricato tanto: mentalmente mi sentivo libero ma ho percepito tutta la stanchezza dei giorni precedenti”. Finale lunedì alle ore 21.40 e Sito andrà ai blocchi di partenza con il secondo tempo delle semifinali.
200 uomini (semifinali) - Si va per la finale di lunedì (ore 22.50). Il primo azzurro a scendere in pista è Diego Pettorossi (Libertas Unicusano Livorno), l’unico impegnato al mattino nelle batterie, che nella prima semifinale (vinta dal tedesco Joshua Hartmann in 20.38) si distende bene negli ultimi 40 metri ma la sua quinta piazza a 20.88 (+0.8) non è sufficiente per la finale (“Volevo provarci per la finale, non sono soddisfatto di questa gara”). Nella seconda semifinale (+1.2) rinasce agonisticamente Fausto Desalu (Fiamme Gialle). La sua curva è molto ben disegnata, il finale è un po’ impettito ma ne esce un significativo 20.39, il suo crono più veloce dal 3 agosto 2021 (20.29) siglato nei giorni magici di Tokyo. Il secondo posto dietro il 20.34 del francese Pablo Mateo lo porta direttamente in quella finale in cui fu protagonista a Berlino 2018: “Sto imparando a fare la gara su me stesso, è andata bene fino ai 180 metri, poi ho sentito un po’ l’ansia e mi sono irrigidito. Domani sicuramente andrà meglio”, le parole di Desalu. Nella terza è il turno di Filippo Tortu: il brianzolo appare trasformato rispetto all’opaca prova nello Sprint Festival ai Marmi (20.72) e corre una gara di ottima qualità in ogni fase. Lo sprinter delle Fiamme Gialle vince la “semi” in 20.14 (+0.9), primato stagionale demolito, a quattro centesimi dal personale per rifilare tre decimi all’israeliano iridato under 20 Blessing Afrifah (20.46) e realizzare il miglior tempo di tutto il secondo round con due decimi su Mateo. Sarà una finale a nove atleti: il ceco Tomas Nemejc e lo svedese Erik Erlandsson (20.52) chiudono con lo stesso tempo al millesimo. Il Tortu-pensiero, a caldo, è molto pragmatico: “Era importante fare una buona gara senza sprecare troppo. Mi è sembrato di fare una buona curva con l’assetto di corsa con le spalle avanti, sul rettilineo ho gestito l’azione. Non sono soddisfatto, ho fatto quello che dovevo fare. In carriera bisogna saper affrontare sia i buoni risultati sia quando le gare vanno male”.
Triplo donne (finale) - Durante la qualificazione sole e caldo, in finale la pioggia, soprattutto all’inizio. Le condizioni meteo mutate rappresentano purtroppo anche la prova di Dariya Derkach (Aeronautica), arrivata con facilità due giorni fa a 14,10 e oggi non oltre il 14,03 controvento (-2.1) sotto la pioggia battente del primo turno senza riuscire a migliorare la misura nei turni successivi (13,83/-0.4 la seconda miglior misura). Il contesto ambientale non è ideale ma nemmeno così penalizzante. Anzi: la spagnola Ana Peleteiro-Compaoré è oro con 14,85 (-0.5), miglior misura 2024 in Europa a due centimetri dal personale. La turca Tugba Danismaz, campionessa europea indoor 2023, è argento con il record nazionale a 14,57 (-0.8), subito dietro si migliorano Ilionis Guillaume (Francia), Aleksandra Nacheva (Bulgaria) e Diana Ion (Romania), rispettivamente terza (14,43/-0.5), quarta (14,35/-0.9) e quinta (14,23/-0.1). Derkach è ottava ed estremamente schietta nella propria analisi: “Ho vissuto un incubo, mi sono sentita le gambe vuote, è stato tutto tremendamente diverso dalla qualificazione. Non me lo spiega, è stata una controprestazione e mi spiace infinitamente sia accaduto oggi e qui a Roma”.
1500 donne (finale) - Serata poco fortunata per Ludovica Cavalli: la genovese dell’Aeronautica si stacca dopo 800 metri in una gara che non vive su ritmi supersonici (passaggio ai 1000 in 2:48.80) e chiude in coda molto staccata in 13esima posizione (4:35.60) accasciandosi a terra alle prese con problemi di respirazione. L’allarme, con sospiro di sollievo di tutti, rientra dopo pochi minuti. Nel frattempo, è una finale dominata dalle ragazze delle isole britanniche: le portacolori del Regno Unito Jemma Reekie e Georgia Bell fanno a lungo il ritmo ma nel finale è l’irlandese Ciara Mageean a mettersi tutte alle spalle con 4:04.66. Bell è argento (4:05.33), la francese Agathe Guillemot bronzo (4:05.69) mentre Reekie termina quinta (4:06.17) dietro anche alla spagnola Esther Guerrero (4:06.03).
400 donne (semifinali) - Format ormai classico (tre semifinali con due “Q” ciascuna più due tempi di ripescaggio) ma condizioni di vento anomale per questi giorni romani, con raffiche decisamente più sostenute. Non facilissimo interpretare il giro di pista: Giancarla Trevisan (Bracco), dalla scomoda corsia due della prima “semi”, parte controllata (25.12 ai 200) e chiude con piedi ancora brillanti, ma il 52.59 finale (quinto posto in gara) resta lontano dalle prime due posizioni, il 50.54 dell’irlandese Rhasidat Adeleke e il 50.73 della britannica Laviai Nielsen. La polacca Natalia Kaczmarek in 50.70 domina la seconda semifinale in cui Anna Polinari (Carabinieri) transita in modo prudente (25.44) e arriva sesta (52.53) pagando un po’ il terzo turno di gara in tre giorni. Nettamente meglio Alice Mangione (Esercito), in corsia nove con alle spalle, sui blocchi, Lieke Klaver (Olanda) e Sharlene Mawdsley (Irlanda): le due favorite dominano la scena siglando rispettivamente 50.57 e 50.99 ma l’azzurra è protagonista di 80 metri finali che la portano dall’ottava alla terza posizione e al personale a 51.34, tredici centesimi di progresso per confermare il quarto posto nelle graduatorie italiane di sempre dietro Libania Grenot, Daniela Reina e Virna De Angeli. Il tempo non basta per la finale: l’ultimo crono di ripescaggio è il 51.14 dell’austriaca Susanne Gogl-Walli con Mangione nona, Polinari 18esima e Trevisan 21esima nel riepilogo. “La finale era alla portata. Mi dispiace, ma devo crescere ancora: sono passata piano ai 200, in 25.23, ora resettiamo per la 4x400”, l’analisi a caldo della siciliana. Trevisan invece spiega: “Volevo fare un po’ meglio, ma per me è la prima semifinale europea e posso essere comunque contenta”. “Mi è mancata brillantezza - commenta Polinari - in riscaldamento non mi sentivo nemmeno così male ma ai 200 ho iniziato a sentire le gambe pesanti. Ora ricarico le pile per la 4x400 femminile”.
Alto donne (finale) - La sfida per le medaglie nell’alto scatta sotto la pioggia in condizioni difficili. Il terzetto a medaglia si decide a quota 1,95: la campionessa mondiale ed europea in carica Yaroslava Mahuchikh (Ucraina) e la junior serba Angelina Topic ci riescono alla prima prova, l’altra ucraina Iryna Gerashchenko al secondo assalto. A 1,97 esce di scena Geraschenko, stavolta sul podio (dopo il quarto posto olimpico e anche ai Mondiali 2022) mentre Mahuchikh e Topic compiono la missione rispettivamente alla prima e alla terza prova. L’asticella sale ancora e Mahuchikh diventa ingiocabile: 1,99 alla prima prova e poi 2,01 alla seconda, invece la figlia d’arte serba passa 1,99 e poi commette tre errori a 2,01.
Martello uomini (finale) - Festeggia la Polonia, come spesso accade nella specialità: l’ungherese Bence Halasz con 80,49 al quarto turno assapora il titolo, ma l’olimpionico Wojciech Nowicki all’ultimo lancio mette la freccia con 80,95 per centrare il terzo titolo europeo consecutivo in carriera. Sul podio ancora l’Ucraina con Mykhaylo Kokhan, bronzo con 80,18 per una top 3 tutta oltre quota 80, e poco sotto si insedia il tedesco Merlin Hummel, con il personale a 79,25.
3000 siepi donne (finale) - Dall’altare alla polvere e quindi di nuovo in trionfo. Alice Finot taglia per prima il traguardo con un ultimo chilometro sotto i tre minuti per precedere la tedesca campionessa europea 2016 e 2018 Gesa Felicitas Krause e la britannica Elizabeth Bird. A livello cronometrico i tempi non sono banali: miglior tempo continentale 2024 per Finot con 9:16.22, 9:18.06 per Krause, 9:18.39 per Bird. Una manciata di minuti dopo la gara arriva però la squalifica di Finot per infrazione del limite interno di corsia subito dopo un passaggio sulla riviera, ma poi viene accolto il reclamo francese. La romena di origini keniane Stella Rutto, a lungo in testa nella fase centrale della finale, è quarta (9:22.36) subito davanti all’albanese Luiza Gega, campionessa uscente.
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