La Torre: ''L’ora del risparmio, anche per i runner''

19 Marzo 2020

ll DT azzurro: “Agli atleti di punta ho chiesto di andare avanti ma riducendo l’intensità. Agli amatori della corsa dico: siate intelligenti, evitate comportamenti sbagliati”

di Marco Sicari

La vita degli atleti al tempo del virus. Argomento complesso e dibattuto in queste ore, per ragioni ovvie. “L’importante è non disperdere troppe energie”, dice Antonio La Torre, il DT della Nazionale azzurra, “ed è quello che stiamo cercando di fare con i nostri atleti di punta. Viviamo una situazione inedita, straordinaria, di assoluta incertezza; anche, e ovviamente non solo, per ciò che riguarda gli appuntamenti agonistici. Inutile andare a cercare degli stress che non siano inquadrati in una chiara periodizzazione dell’allenamento”. 

La strategia di preparazione migliore, in questo momento, sembra essere quella del risparmio. O no?
“Esattamente. Non avremo impegni agonistici, nella migliore delle ipotesi, prima di fine maggio. Con Olimpiadi ed Europei che arriveranno, se tutto andrà bene, in estate inoltrata. Bisogna continuare a lavorare, ma riducendo l’intensità, in attesa di una definizione più chiara della stagione. È quello che stiamo facendo con i nostri atleti top”. 

Come procede la loro preparazione?
“Ognuno prosegue il proprio lavoro, pur tra le normali difficoltà in una fase complessa come questa. Sono in continuo contatto con lo staff tecnico e gli allenatori personali: stiamo monitorando la situazione, cercando di risolvere tutte le criticità, tra sedi di allenamento da raggiungere e trattamenti fisioterapici necessariamente ridotti. Non è facile, certo, ma in questa fase non lo è per nessuno. Bisogna farsene una ragione, senza piangersi addosso. I campioni emergono proprio per il modo con cui approcciano le difficoltà”. 

Più di un azzurro ha dovuto cambiare i propri piani.
“È vero, ma penso sia più o meno quello che stanno facendo tutti. Nel nostro Paese e all’estero, atleti e non. Qualche occasione di preparazione fuori dai confini è saltata, penso ad esempio a Yeman Crippa, che sarebbe dovuto andare in quota negli Stati Uniti, così come abbiamo dovuto cancellare dalla pianificazione qualche sessione di lavoro collegiale di sprinter e saltatori. Si può comunque andare avanti, sempre cercando di evitare gli eccessi, che non portano a nulla”. 

A proposito di eccessi, ed uscendo dal discorso degli atleti top, si discute molto sull’opportunità, in giornate come queste, di svolgere attività all’aria aperta. I runner sono nell’occhio del ciclone.
“Come docente universitario, sono contrario agli eccessi, ma anche alle demonizzazioni. L’attività fisica moderata mantiene alte le difese immunitarie, e può aiutare ad affrontare meglio il diffondersi del virus. Lo dicono studi scientifici approfonditi e riconosciuti a livello internazionale. Allo stesso tempo, gli atleti amatoriali non possono pensare di utilizzare questa situazione drammatica per dedicarsi all’allenamento. Il problema sta nei comportamenti sbagliati, non nella corsa”.

Il concetto del risparmio vale anche per i runner?
“Certo, e non solo. Per prima cosa, va ridotta drasticamente l’attività. Perlomeno dimezzata. E poi, vanno adottati quei comportamenti che sono stati chiaramente indicati dai medici, nell’ottica del cosiddetto “distanziamento sociale”. Voglio essere chiaro: non si può pensare di andare tutti a mezzogiorno a fare le ripetute alla Montagnetta, a Milano. Ci vuole intelligenza. E aggiungo che molto si può fare, anche senza correre, tra le mura di casa”.

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