La Torre: “La parola-chiave è consistenza”
12 Giugno 2024di Cesare Rizzi
Lo spirito della ‘Coppa Europa’ e una nuova mentalità azzurra alla base dell’Europeo dei record. A margine di numeri (20 medaglie di cui 10 ori, record di podi e di punti e una molto probabile vetta del medagliere) che stasera potrebbero ancora crescere nelle sei finali che avranno azzurri tra i protagonisti allo stadio Olimpico di Roma, il direttore tecnico Antonio La Torre nella conferenza stampa andata in scena stamane a Casa Atletica Italiana, alle Officine Farneto, ha focalizzato gli spunti principali emersi da una manifestazione destinata a restare nella storia di questo sport. “La cosa che più conta - l’esordio del DT - è stato far vivere lo stesso spirito della vittoria nell’Europeo a squadre di un anno fa. Questa Italia non è più solo figlia della ‘Generazione Tokyo’: Lorenzo Simonelli e il suo formidabile 13.05 sui 110 ostacoli sono il simbolo della ‘new wave’ azzurra, con un’età media molto giovane e per questo ringrazio Tonino Andreozzi e tutto lo staff che lavora con le squadre under”. Il dato che La Torre enuclea più volentieri è relativo ai finalisti: “Calcolando le staffette, circa il 50 per cento di chi ha gareggiato all’Olimpico è arrivato in finale: la parola-chiave è ‘consistenza’, testimoniata anche dal fatto che, delle 25-28 potenzialità da medaglia di cui facevo cenno giovedì scorso alla vigilia, già venti si sono tramutate effettivamente in podi”.
DA GIMBO A UNA NUOVA MENTALITÀ - “Tamberi? Se avesse chiesto 2,40 mi sarei precipitato in pedana a fermarlo”: La Torre esordisce così parlando della prestazione dell’altista che ha infiammato l’Olimpico. “Ieri abbiamo visto un Gimbo rock, con il bisogno di sentirsi con le spalle al muro e di assorbire l’energia dal pubblico: il 2,37 è un chiaro messaggio verso la Torre Eiffel. Gianmarco è un atleta in grado di estrarre dal suo sistema nervoso qualcosa che non ci siamo ancora riusciti a spiegare”. Partendo dal capitano, il direttore tecnico ha parlato di numerosi protagonisti degli Europei: “Leonardo Fabbri in questo 2024 ha fatto qualcosa di storico: ha preso a ‘pallate’ il muro di Berlino dando l’impressione che un momento storico con tanti chiaroscuri possa essere finalmente chiuso. Luca Sito sui 400 ha corso per vincere e per me ha fatto benissimo. Filippo Tortu? Il confronto con Salvino, coach e papà, è sempre stato improntato sulla schiettezza: la semifinale corsa in 20.14 mi è tornata a dare la sensazione di potenzialità sub-20 secondi. Mattia Furlani ha 19 anni ma sembra un veterano. Alessandro Sibilio è un altro leader di questa Nazionale. Anna Bongiorni ha mostrato grandissima intelligenza nel gestire il secondo cambio con l’infortunio di Dalia Kaddari. In generale chi approda in Nazionale cresce con una nuova mentalità: Arianna De Masi è il simbolo di chi entra dalla porta principale senza timori reverenziali”.
VERSO PARIGI - Uno dei temi maggiormente sviluppati dal DT è stato ovviamente il percorso che da Roma porterà ai Giochi 2024: “Parigi sarà un altro sport, un’altra storia: questo non dobbiamo mai dimenticarlo. Sarà importante non disperdere tutte le sensazioni vissute qui e seguire l’elettricità e l’energia di Gimbo Tamberi, ma sarà ancora più importante stare con i piedi per terra. Per i Giochi dovremo fare delle scelte: a Roma abbiamo di fatto qualificato la 4x400 mista, sulla quale sicuramente faremo alcuni ragionamenti in ottica olimpica. I Trials Usa ci faranno riportare l’attenzione sul tasso di competitività che occorrerà a Parigi e che sarà ovviamente altissimo: servirà un salto di qualità di quegli atleti che hanno vissuto una prima ribalta internazionale qui a Roma”. A livello di aggiornamenti sul piano sanitario, il DT ha dato un paio di notizie: “Massimo Stano ha svolto ieri un test estremamente importante in raduno a Roccaraso. Dalia Kaddari ha invece avuto un lieve stiramento nella batteria della 4x100”. All’inizio del programma dell’atletica ai Giochi olimpici mancano 50 giorni e la strada verso la capitale francese sarà giocoforza diversa a seconda della specialità: “Per i maratoneti ci saranno solo eventuali gare su distanze brevi e lavoreranno in quota. Fabbri tornerà ad allenarsi per un periodo a Schio per inseguire i 23 metri. Per Marcell Jacobs, per i saltatori e in generale per quasi tutti ci saranno gare di verifica”.
LA LEGACY - “Roma 2024 e i successi azzurri porteranno sicuramente più ragazzi e ragazze sui campi di atletica” è il postulato da cui il professor La Torre parte per una doppia considerazione: “Fondamentale diventa formare nuovi tecnici che sappiano fronteggiare questo fenomeno: servirà anche una rivoluzione culturale, ci sono troppe poche donne che intraprendono il percorso da allenatrici. Importante anche il progetto di identificazione e reclutamento del talento (il progetto PISTA, scattato l’anno scorso, ndr), destinato a dare frutti individuando, come ci auguriamo, un centinaio di giovani destinati a essere protagonisti”. Parlando degli Europei, La Torre ha anche valutato positivamente la scelta del centro di preparazione olimpica “Giulio Onesti” all’Acquacetosa quale base operativa della squadra azzurra e ha poi citato “il livello alto di diverse gare nella rassegna, su tutte il triplo maschile di ieri: la pedana dell’Olimpico ha sicuramente aiutato, basti vedere la media dei risultati”.
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