La lezione di Bruno Zauli

06 Dicembre 2013

Oggi a Roma, presso il Salone d'Onore del CONI, la cerimonia di rievocazione della figura del dirigente sportivo a 50 anni dalla scomparsa

“Bruno Zauli, un gigante” così il presidente del CONI, Giovanni Malagò ha definito oggi l’indimenticato dirigente sportivo alla vigilia del cinquantenario della sua scomparsa avvenuta a Grosseto il 7 dicembre del 1963. Zauli fu un illuminato segretario generale del CONI e poi presidente della FIDAL dal 1946 al 1957. Ricoprì anche il ruolo di Commissario Straordinario della FIGC. Ideatore della Coppa Europa per nazioni e fondatore della Scuola Nazionale di Atletica Leggera di Formia, a lui si devono la rifondazione dello sport italiano nel dopoguerra e l'introduzione della pratica sportiva nei programmi scolastici.  “L’Italia sportiva – ha proseguito Malagò affiancato dal Segretario Generale Roberto Fabbricini nel corso della cerimonia celebrativa svoltasi presso il Salone d’Onore del CONI e aperta con un lungo applauso in memoria di Nelson Mandela – vive ancora di rendita di quanto Zauli ha ideato e realizzato soprattutto in termini di impiantistica. La sua è stata una carriera che l’ha visto spaziare e adoperarsi con successo su diversi fronti e, soprattutto,  ha saputo onorare il suo ruolo arricchendolo di valori che erano al di fuori del mondo dello sport”.  

Molto personali le parole del presidente della FIDAL Alfio Giomi: “Di Bruno Zauli conservo un ricordo fortissimo, pur non avendolo mai conosciuto. Era il 7 dicembre 1963. Avevo 15 anni, frequentavo il liceo scientifico Marconi di Grosseto e insieme ai miei compagni eravamo stati convocati all’inaugurazione del nuovo campo scuola. Aspettavamo proprio Bruno Zauli: lo attendemmo a lungo, un’ora, due, tre… poi la professoressa ci portò nella sala comunale, nel frattempo divenuta la sua camera ardente (Zauli era stato colpito da un attacco cardiaco a poche ore della cerimonia di inaugurazione, ndr). Io, insieme ad altri cinque amici feci parte del primo picchetto funebre”. Giomi ha quindi insistito sul tema dell’educazione sportiva a scuola: “L’impegno di Zauli fu significativo e determinante, senza di lui lo sport nella scuola non sarebbe mai esistito. Noi dobbiamo tornare ad operare nelle scuole, lo sport non può pensare di non esser più presente. Di certo non può pensarlo l’atletica da sola. I campi scuola - continua il numero uno della FIDAL - furono una delle sue idee geniali, di cui tutti conosciamo l’impatto. Ricordo ad esempio che in mezzo a quello che è oggi è lo stadio delle Terme c'erano dei pini che volevano sradicare (ancora oggi sono lì, ndr), lui si oppose fermamente – Così non potranno farci un campo calcio – disse. Senza dimenticare la Scuola Nazionale di Formia, la casa dell’atletica, che oggi porta il suo nome e che da sempre tanto significa per il nostro mondo”.

Presente oggi a Roma anche il figlio di Zauli, Leonardo che così ha voluto ricordare la figura del padre: “Gianni Brera lo definì il più colto uomo di sport che sia mai nato in Italia. La sua cultura si è tradotta in uno stile e un metodo di lavoro. L’Olimpiade di Roma 1960 e il grande impegno per lo sport nella scuola sono stati la molla che ha animato il suo operato. Per lui i valori dello sport dovevano essere un tutt’uno con quelli della società”.

Nella foto (GMT/FIDAL), da sinistra: Leonardo Zauli, il presidente CONI Giovanni Malagò, il presidente FIDAL Alfio Giomi e il Segretario Generale CONI Roberto Fabbricini

La cerimonia ha quindi visto gli interventi dei due membri italiani del Comitato Olimpico Internazionale, già presidenti CONI, Franco Carraro e Mario Pescante. “La lezione di Zauli – ha esordito Carraro - è quella di un uomo che amava lo sport con una cultura fuori dal comune. L’atletica era lo sport che più aveva nel cuore e pertanto bisogna lavorare per dare una spinta per riportarne in alto la popolarità. Perché se sale l’atletica significa che sale anche il livello culturale nella pratica sportiva”.  “Nel 1950 grazie a Zauli nascevano i gruppi sportivi scolastici – ha aggiunto Pescante - Grazie a lui sono stati costruiti 64 campi scuola, ne era previsto uno in ogni provincia. A cinquant’anni dalla sua scomparsa è importante riprendere la battaglia culturale per la scuola, perché l’atletica senza scuola non ha futuro”. 

In prima fila tanti grandi campioni di sempre dell'atletica italiana come gli olimpionici Sara Simeoni, Gabriella Dorio, Abdon Pamich e l’iridata Fiona May affiancati da Manuela Olivieri, moglie di Pietro Mennea. Con loro anche il campione europeo 1986 dei 10.000 metri Stefano Mei e Salvatore “Tito” Morale che ha ricordato il giorno in cui Zauli lo premiò ai Giochi Sportivi Studenteschi: “Morale, tu farai strada” gli disse. E andò proprio così come testimoniano l’oro europeo nel 1962 e il bronzo olimpico a Tokyo 1964 da lui vinti nei 400hs.

Quella di oggi è stata l’occasione per la consegna del Premio intitolato proprio a Bruno Zauli e insignito, come sempre, ad atleti della Federazione Italiana di Atletica Leggera e di altre discipline sportive che si siano particolarmente distinti nel corso dell'ultimo quadriennio. Per l'atletica stavolta i nomi dei vincitori sono quelli di Antonietta Di Martino (oro europeo indoor e bronzo mondiale 2011 e argento mondiale indoor 2012 di salto in alto) e Fabrizio Donato (campione europeo e bronzo olimpico 2012 di salto triplo). Premiati anche il pugile Roberto Cammarelle (iridato 2009 e argento olimpico 2012) e la campionessa olimpica di fioretto Elisa Di Francisca.

Nella foto (GMT/FIDAL), gli azzurri Antonietta Di Martino e Fabrizio Donato con il Premio "Bruno Zauli"

“Sono cresciuta con il mito di Sara Simeoni – esclama la Di Martino con l’olimpionica di Mosca 1980 di fronte a sé - sono onorata di averle tolto il record, ma quello che è stato in grado di fare lei è stata e resterà sempre una cosa grandiosa. Per quello che mi riguarda, dopo un anno e mezzo di tribolazioni sto progressivamente riprendendo. I guai fisici patiti in passato mi hanno reso la testa ancora più dura di quella che avevo e anche su certi problemi al ginocchio mi sembra finalmente di vedere la luce”.

“Confermo – dichiara il pugile Cammarelleche non penso di ritirarmi anche perché non vedo il motivo di smettere quando ho la possibilità di fare il pugile fino a 40 anni. Certo è che l’ambizione resta sempre una sola: vincere! Da pugile olimpico l’obiettivo finale è sempre l’Olimpiade anche se per ora Rio è ancora lontana. Sono onorato di ricevere questo premio anche perché in passato ho avuto il piacere di allenarmi a Formia nella casa dell’atletica”.

“Se Cammarelle va avanti – aggiunge il triplista Donatovado avanti pure io. Dopo una giornata come questa mi sono scattate motivazioni ancora più forti che mi spingono a proseguire e fare ancora di più. Io sono uno dei ragazzi che è cresciuto in uno di quei 64 campi scuola creati da Bruno Zauli. Ha fatto tanto per lo sport e speriamo che presto nella scuola si torni a parlare di sport”.

“Domani dopo l’ultima puntata di “Ballando con le stelle” – le parole delle Di Franciscami rimetterò subito nei panni della schermitrice. Non vedo l’ora. E’ triste il pensiero che il fioretto femminile e la sciabola maschile a squadre rischino di restare fuori dall’Olimpiade. Speriamo che non sia così perché la gara individuale è importante, ma quella ha squadre ha un fascino speciale”.

Assegnati anche i premi giornalistici dedicati a prestigiose firme sportive della carta stampata e della radio o televisione. I premi "Alfredo Berra" (carta stampata) sono andati a Guido Alessandrini, Sandro Aquari, Emanuela Audisio, Oscar Eleni, Giorgio Lo Giudice e Gianni Romeo; premio "Paolo Rosi" (radio-TV) a Marco Franzelli. Premiati, infine, i 6 vincitori del sondaggio per "L'Atleta dell'Anno", emersi dalla combinazione delle preferenze degli utenti della pagina Facebook FIDAL (50%) e di quelle della giuria di esperti (50%). Atleti dell'anno 2013 sono stati procalmati Valeria Straneo (argento mondiale di maratona) e Daniele Greco (campione europeo indoor di salto triplo); Ottavia Cestonaro (campionessa europea junior di salto triplo) e Lorenzo Perini (argento europeo e prmatista italiano junior dei 110hs) tra gli under 20; Emanuela Baggiolini (campionessa mondiale W40 800m e 400hs W40 - campionessa europea indoor W40 800m) e Danilo Goffi (vincitore categoria M40 alla Maratona di New York) nella categoria Master.

SEGUICI SU: Twitter: @atleticaitalia | Facebook: www.facebook.com/fidal.it


La prima fila del parterre con i grandi campioni azzurri di sempre: Fiona May, Abdon Pamich, Gabriella Dorio, Sara Simeoni e la moglie di Pietro Mennea, Manuela Olivieri (foto GMT/FIDAL)

LE FOTO STORICHE di BRUNO ZAULI

LE FOTO delle PREMIAZIONI/Photos



Condividi con
Seguici su: