Leiria, tutte le sfide dell'Europeo a squadre



Potrà non piacere nei dettagli tecnici, con le sue nuove regole di gara che dividono gli appassionati in gruppi (per il momento) abbastanza omogenei; ma la nuova formula di Coppa Europa (o Campionato Europeo a squadre che dir si voglia) un aspetto positivo sicuramente ce l'ha: l'allargamento da 8 a 12 Nazioni, che ha determinato un accrescimento del valore tecnico della manifestazione. Sì, è vero, la velocità correrà divisa in due serie, ma in generale le start list si sono arricchite di tanti protagonisti e protagoniste della scena continentale. Si comincia con la lista degli iscritti alle prove di velocità maschile: nei 100, ecco subito un bel match tra Chambers (Gran Bretagna) e Obikwelu (Portogallo), che ci si augura possa ispirare anche la freccia siciliana Emanuele Di Gregorio. Altro confronto di notevole interesse è quello dei 400 piani, con lo svedese Johan Wissmann (oro indoor a Torino in marzo, come Chambers) che se la vedrà con il britannico Tim Benjamin. Il miglio metrico (1500 metri, per chi non amasse le metafore) vivrà del confronto generazionale tra il portoghese Rui Silva e l'astro nascente continentale, il tedesco Eberhardt, sceso domenica scorsa a Berlino a 3:33.92. Ostacoli con il francese Doucouré (barriere alte), il greco Iakovakis (intermedie), e il polacco Plawgo (intermedie); salto in alto con addirittura otto atleti sui dodici iscritti con un personale superiore o uguale 2,30 (su tutti, il ceco Baba e lo svedese Thornblad); salto con asta con il "nuovo" francese Lavillenie (5,96 appena domenica scorsa). Prove di rilievo mondiale. Personaggi anche nei salti in estensione, dove accanto all'idolo di casa Nelson Evora (campione mondiale e olimpico di triplo), spiccano le figure del britannico Idowu, e, nel lungo orfano di Andrew Howe, del greco Tsatoumas e del francese Sdiri (per i distratti: record francese portato a 8,42 il 12 giugno, cioè venerdì scorso). Nei lanci, terra di conquista europea, c'è l'imbarazzo della scelta: Majewski (Polonia) nel peso, Malachowski (Polonia) e Harting (Germania) nel disco, Zagornyi (Russia) e il nostro Vizzoni nel martello, il tedesco Frank ed il polacco Janik nel giavellotto.

Tra le donne, tasso tecnico altrettanto elevato, anche in considerazione del ruolo che compete da sempre all'Europa nell'atletica al femminile. Concorsi e mezzofondo in prima fila, con le staffette a colmare il gap tecnico nel settore velocità. Nel mezzofondo veloce match a tre con Russia, Spagna e Gran Bretagna a fare da battistrada, con altre nazioni (vedi Ucraina e Italia, con Elisa Cusma e Daniela Reina) pronte ad approfittare. Negli 800 metri, l'ucraina Krevsun (1:59.16 quest'anno) guida la fila delle iscritte, ma gli onori del pronostico vanno divisi perlomeno anche con Kostetskaya (Russia) e Meadows (Gran Bretagna), per non ripetersi poi sulle chance azzurre; nei 1500 metri, c'è solo l'imbarazzo della scelta: Alminova, Fernandez, England, la pluridecorata Chojecka, per una corsa probabilmente tattica solo nella parte conclusiva. Steph Twell (3000, Gran Bretagna), Natalia Rodriguez (Spagna, 8:35.86 pochi giorni fa nei tre chilometri), Sabrina Mockenhaupt (5000 Germania), con la nostra Silvia Weissteiner: sono i nomi da seguire nelle gare più lunghe, 3000 e 5000, che risentiranno però, con ogni probabilità, del regolamento di Coppa (fino a 4 possibili sprint per le migliori, compreso quello finale); cosa che accadrà anche nei 3000 siepi, dove la Romagnolo di questo inizio di stagione (se supererà il malanno delle ultime ore) pare destinata ad una grande figura, con la tedesca Moldner e la russa Sidorchenkova. E' nei concorsi però che il programma riserva il meglio. L'alto è probabilmente la gara copertina dell'intera manifestazione: in pedana, con Antonietta Di Martino, la tedesca Ariane Friedrich, salita a 2,06 domenica scorsa a Berlino, nella gara in cui ha battuto la croata Vlasic e attaccato anche - con un tentativo su tre davvero niente male - il record del mondo della Kostadinova (2,09). In lizza altre due "duemetriste", la spagnola Ruth Beitia e l'ucraina Vita Palamar. Monica Pyrek (Polonia) nell'asta e Naide Gomes (l'altra stella di casa Portogallo) nel lungo, completano il pacchetto di stelle dei salti. Nei lanci, vanno seguite con grande attenzione la tedesca Kleinert nel peso (con la nostra Chiara Rosa che le si è avvicinata parecchio nel meeting di Berlino: record italiano eguagliato a 19,15); Heider (Germania) e Wlodarczyck (Polonia) nel martello; Spotackova (Rep. Ceca) nel giavellotto. Non mancano proprio motivi di interesse.

Marco Sicari

Nella foto, Antonietta Di Martino in azione (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

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