Longo: "Contento, ma se avessi fatto i 400..."
La prima tappa della doppietta è stata più dura del previsto per Andrea Longo (FF.OO.): la tattica scelta dai Carabinieri che hanno sacrificato un uomo come lepre lo aveva messo in crisi: “Non potevano fare altrimenti. Più che la loro tattica, mi ha messo in difficoltà la struttura stessa dei 1500: 7 giri sono tanti, sembrava non finissero mai. Ho sofferto soprattutto a metà gara, poi a 300 metri ho capito che potevo gestire il finale a mio piacimento, e le sensazioni provate nello sprint sono state la parte migliore, che mi dà più fiducia. D’altronde ho fatto il mio personale, già questo significa molto, anche se, vista la finale dei 400, mi resta il rammarico di non averci provato, perché quella è la mia gara preferita”. 400 che hanno offerto forse la sorpresa più grande della giornata, con il clamoroso recupero sul rettilineo di Vallet (FF.OO.), giunto così al suo quarto titolo italiano in sala: “Dico la verità, non ci speravo dopo il passaggio a metà gara. Sono partito piano, ho visto che ero staccato dal trio dei Carabinieri, ho provato ad accelerare perché pensavo di poter fare un buon tempo. Poi sul rettilineo loro sono crollati, ed io ne ho approfittato, ma non pensavo che in 30 metri potessi superare tre atleti”. Prima della partenza dei 60, Simone Collio (FF.GG.) girava sull’anello superiore del Palaindoor toccandosi la coscia: “Sento i crampi che mi perseguitano dal mattino” diceva a chi gli stava vicino, con un sorriso increspato dal dubbio. Per questo la sua vittoria finale ha maggior valore ai suoi occhi: “Ero troppo teso, non so perché ma queste gare le sento più di qualsiasi grande manifestazione. Era una settimana che avvertivo la tensione della sfida con Luca (Verdecchia, ndr). Devo imparare a dominarmi, a gestire queste gare, a pensare in grande. La pista comunque è spettacolare, molto dura, restituisce tutto”. Il suo rivale Verdecchia (FF.OO.) non se la prende più di tanto per l’occasione mancata: “Mi sono confermato sui miei tempi e questo è già importante. Io la tensione non l’ho particolarmente avvertita. Credo che sia io che Simone abbiamo fatto una bella gara e dato spettacolo, spero ora di andare con lui a Lievin sabato per un ultimo test prima di Madrid”. In campo femminile gli onori della ribalta spettano a tre atlete. La prima è Daniela Graglia (Fondiaria Sai) che sui 60 ha iniziato la sua caccia al tris di vittorie, impresa riuscita a pochissime atlete nella storia: “Era il titolo più difficile, soprattutto perché per vincerlo ho dovuto correre sui miei migliori tempi. Per me poi avevano un sapore particolare perché sono gli ultimi 60, ormai sono più portata a 200 e 400”. La seconda è Anna Visigalli (N.Atl.Fanfulla) che ha vinto l’alto con 1,88 ma che, soprattutto nel secondo tentativo, è sembrata vicinissima agli 1,91: “Ho saltato tantissimo, forse con meno tentativi nelle gambe ce l’avrei anche potuta fare. Spero comunque che la mia prestazione valga qualcosa per Madrid, l’1,90 è nelle mie gambe”. La terza è Elisa Rigaudo (FF.GG.), dominatrice dei 3 km di marcia giunti in un momento delicato della sua preparazione: “Quest’anno ho lavorato più su allenamenti lunghi, sulla quantità, per avere qualcosa in più nel momento clou della stagione all’aperto, e questo a dispetto di condizioni climatiche difficili, spesso mi sono allenata anche con temperature vicine allo zero. Questi Tricolori non li avevo assolutamente preparati, infatti ho fatto fatica a cambiare passo”. Per un’atleta però questi Tricolori sono stati l’occasione per un riscatto atteso tutto il 2004: Monika Niederstaetter(Forestale) ha portato a casa un successo che vale molto anche in proiezione stagione all’aperto: “Qui contava solo vincere, non sono un’esperta di gare indoor e non sapevo bene come gestire la tattica di un 400 con tutte le migliori italiane in gara. Sono contenta così, ora basta indoor e via alla preparazione all’aperto e agli ostacoli, che mi mancano tanto”. Inciso: alle sue spalle c’era anche la Ceccarelli, che lo scorso anno le tolse lo scettro di numero uno italiana sugli ostacoli bassi. Qualcosa vorrà pur dire, almeno a livello psicologico per la campionessa altoatesina. Gabriele Gentili Nella foto: Andrea Longo
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