L’ultimo saluto a Talotti: “Sei stato un dono”

18 Maggio 2021

L’asticella posizionata a 2,32 di fronte alla chiesa di Campoformido (Udine), la maglia dei Carabinieri sul feretro, il calore dell’atletica italiana: l’ultimo viaggio del campione azzurro

L’asticella posizionata a due metri e trentadue, come quella volta nel 2005 a Glasgow, nel giorno del suo salto più splendente. Oggi quell’asticella è alla stessa quota, di fronte alla chiesa di Santa Maria della Purificazione, a Campoformido (Udine), stracolma per l’ultimo saluto ad Alessandro Talotti, volato in cielo domenica a soli quarant’anni. L’ha fatta sistemare lì, sui ritti, il suo tecnico Mario Gasparetto, il professore che lo aveva scoperto e che era stato più di un allenatore, un maestro di vita e di sport per “JJ”. Nell’ultimo viaggio, il campione è accompagnato da tanti amici, in lacrime, senza parole, soltanto incredulità, da Massimo Di Giorgio, Enzo Del Forno, Luca Toso, la scuola friulana del salto in alto, a Giuseppe Gibilisco, ai fratelli Giulio e Nicola Ciotti, promotori di una raccolta fondi che sul web ha già doppiato l’obiettivo che si era prefissa. Sul feretro, la maglia dei “suoi” Carabinieri, una seconda pelle.

Commozione tanta, e tanto calore attorno alla moglie Silvia e al piccolo Elio, pochi mesi di vita e un esempio che porterà per sempre con sé. L’atletica italiana, rappresentata dal vicepresidente vicario della FIDAL Sergio Baldo e dalla consigliera Anna Rita Balzani, l’ha salutato e ricordato con un messaggio: “Alessandro è stato simbolo due volte nella sua vita - le parole scandite da Balzani - dapprima da giovanissimo, per ciò che ha fatto sulle pedane di mezzo mondo; e poi, al termine della sua breve esistenza, per l’insegnamento che, con il suo coraggio, altruismo, determinazione, ci ha lasciato. Sei stato un dono, Alessandro, un dono prezioso per tutti, per la tua famiglia, tuo figlio, tua moglie, i tuoi amici e per tutti coloro che ti hanno conosciuto. La Federazione Italiana di Atletica Leggera, l’Atletica Italiana, lo sport italiano, ti ringraziano per quello che hai saputo e fortemente voluto trasmetterci. Da atleta, da dirigente, da uomo, da amico. Grazie”.

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