Magnini e l'Italia junior ai piedi del podio iridato
Proprio come agli Europei di Madeira, Davide Magnini (Atletica Valli di Non e Sole) è andato vicino ad acciuffare una pesante medaglia internazionale: quarto posto per lo junior solandro nella prova under 20 che ha visto anche un ottimo Alberto Vender (Atletica Valchiese) chiudere in settima piazza e Luca Ventura (Atletica Trento) in 21ima per il complessivo quarto posto anche nella classifica a squadre. Davanti a tutti dominio turco.
L’Italia è invece campione del mondo di corsa in montagna tra i senior. A Betws Y Coed, in Galles, gli azzurri hanno vinto i Campionati Mondiali di corsa in montagna, rompendo un dominio africano che durava dal 2007. A trascinare il team italiano in cima al podio è uno straordinario Bernard Dematteis, argento individuale dopo una gara d’attacco, conclusa (in 49:42) alle spalle del solo Fred Musobo (Uganda, 49:00). Il gemello Martin è quarto, ad appena 10 secondi (50:41) dal bronzo finito al collo del britannico Robbie Simpson (50:31). Completano una grande prestazione corale, con tutti e sei gli atleti nelle prime 18 posizioni, il 7° posto di Xavier Chevrier (51:36), il 12° di Alex Baldaccini (52:09), il 16° di Luca Cagnati (52:56) e il 18° di Alessandro Rambaldini (53.12). Gli azzurri si impongono nella classifica a squadre con 25 punti, mettendosi alle spalle gli Ugandesi (38) dominatori dell'ultima edizione e i padroni di casa britannici (43).
L'EMOZIONE - “E’ un sogno che si avvera - dice Bernard Dematteis subito dopo il traguardo (QUI L'INTERVISTA), con la voce rotta dall’emozione - un sogno che inseguo da otto anni e che si è realizzato proprio oggi, in Galles. L’atletica e la corsa in montagna sono parte di me, fino dentro al midollo, mi hanno dato gioia e speranza anche nei momenti più bui”.
LA CRONACA - L’argento di Bernard Dematteis arriva alla conclusione di una gara d’attacco: partito fortissimo, come è nelle sue caratteristiche, viene affiancato e poi staccato da Musobo all’inizio del secondo giro, durante la salita. Abile nei tratti più tecnici, è bravo a difendersi in quelli più veloci e scorrevoli, fino all’ultima discesa corsa a rotta di collo (tanto che guadagna dieci secondi). Il fratello Martin viaggia pochissime posizioni più indietro, riuscendo nell’impresa di tenersi alle spalle il gruppo di aspiranti al podio.
Alla fine cede solo a Robbie Simpson, costruendo le basi per il successo della squadra.
LE DONNE AI PIEDI DEL PODIO - In Snowdonia (terra di classicissime della specialità, come la Snowdon di Llamberis, e sede una settimana fa della rassegna master) l'Italia però si trova a sfiorare più volte il podio, in quella che - prima dell'apotesi finale - sembra una di quelle giornate in cui la fortuna guarda altrove. Le donne sono quarte, guidate da Alice Gaggi che si arrampica fino al quinto posto (39:13) in una gara difficilissima, vinta dalla giovane ugandese Stella Chesang (37:52) davanti alle padrone di casa Emily Collinge ed Emma Clayton. Samantha Galassi è 12esima, Ivana Iozzia 16esima. Solo cinque punti separano le azzurre (quest'anno prive di alcuni dei nomi storici della specialità) dalle ugandesi che si prendono il bronzo, dietro alle britanniche e alle statunitensi.
LE JUNIOR A PARI MERITO CON LE TURCHE DI BRONZO - Ad accarezzare quella che sarebbe stata un'impresa clamorosa sono però le ragazze under20, che tornano a casa con una medaglia di legno ancora più beffarda, perchè ottenuta con gli stessi punti (20) delle turche di bronzo. Roberta Ciappini e Giulia Zanne sono rispettivamente sesta e quattordicesima, costrette a rinunciare anche al supporto di Alessia Zecca frenata da una storta alla caviglia rimediata durante la gara. Vincono le ceche davanti alle britanniche.
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