Maratona New York, Straneo è ottava

02 Novembre 2014

L'azzurra corre la New York City Marathon in 2h29:23. Prima Mary Keitany in 2h25:04 su Jemina Sumgong, terza la debuttante Sara Moreira (2h25:59). Vince il Kenya anche fra gli uomini grazie a Wilson Kipsang a 2h10:59

di Anna Chiara Spigarolo

Valeria Straneo è ottava in 2h29:23 nella New York City Marathon vinta dalla keniana Mary Keitany in 2h25:04 con due secondi di margine sulla connazionale Jemina Sumgong (2h25:06). Terza, in rimonta, è la sorprendente 29enne portoghese Sara Moreira (in carriera un argento e un bronzo sui 5000 metri agli Europei) che alla prima esperienza sui 42,195 chilometri, e in condizioni metereologiche non facili, chiude in 2h25:59. Straneo dopo una partenza in testa alla corsa e dopo un passaggio alla mezzamaratona in 1h13:41, comincia a staccarsi intorno al 27° chilometro quando Sumgong e Keitany piazzano l'azione decisiva. Negli stessi chilometri soffre anche la portoghese, che nel finale però recupera diverse posizioni, risalendo dal settimo al terzo posto. Al maschile vince il keniano ex primatista del mondo Wilson Kipsang in 2h10:59 davanti all’etiope Leleisa Desisa Benti (2h11:06) e a Gebre Gebremariam (2h12:13). Quarto, dopo essere stato a lungo protagonista, lo statunitense Meb Keflezighi in 2h13:17. New York oggi offre la maratona più fredda degli ultimi vent’anni: alla partenza ci sono circa 5 gradi, ma la temperatura percepita è molto più bassa a causa di un vento molto forte (sino a 60-70km/h), vero protagonista della corsa. Al via sono in 50mila.

“Mi si è spenta la luce intorno al 30° chilometro – dice Straneo – Gli ultimi 12 chilometri sono stati molto faticosi, come non mi capitava da diverse maratone”. Il distacco è avvenuto in occasione dello strattone dato dalle leader della corsa intorno al 28° chilometro “Al di là della loro accelerazione, sono io che sono calata di ritmo, i miei parziali parlano chiaro. Oggi un po’ per il vento che era davvero tremendo - in certi momenti sembrava che ci portasse via - un po’ per la stanchezza, nel finale non sono riuscita a restare davanti. Guardando le cose in prospettiva però sono contenta”. Continua la vicecampionessa continentale: “Questa stagione è stata giustamente focalizzata sugli Europei, che sono stati solo tre mesi fa e nei quali ho dato veramente tutto. Probabilmente oggi ero ancora un po’ scarica, ma sono felice di aver programmato il 2014 in questo modo…. Questa stagione è stata straordinaria! Vorrei ringraziare la mia allenatrice Beatrice Brossa, che ancora una volta mi ha preparata al meglio”. Ora? “Mi aspetta una lunga vacanza, me la merito! Devo davvero ricaricare le batterie...

per prima cosa però domani torno a casa, ad Alessandria, dai miei bimbi”.

DONNE - Valeria Straneo non tradisce la sua condotta di gara preferita e prende la testa della corsa già dai primissimi chilometri a Staten Island. In queste battute iniziali l’alessandrina è tallonata dalla lettone Jelena Prokopcuka, già due volte vincitrice della maratona della Grande Mela e terza nell'edizione dello scorso anno. Sul Ponte di  Verrazzano, un miglio in salita e un altro in discesa, le sferzate di vento raggiungono i 60-70km/h, ma l’esile azzurra avanza impassibile alla testa di un gruppetto di 13 atlete. Alle sue spalle le sagome di Buzunesh Deba, Firehiwot Dado, Mary Keitany e delle statunitensi Desiree Linden, Kara Goucher e Deena Kastor. Le condizioni metereologiche impongono un ritmo cauto: 17:31 al quinto chilometro, quando la portoghese Sara Moreira, esordiente in maratona, si prende la testa della corsa, ma nel gruppo c’è anche un’altra debuttante, la marocchina Rkia El Moukim. A Brooklyn, lungo la Fourth Avenue, la portoghese specialista della pista mette in mostra una bella azione rotonda, passando al decimo chilometro in 35:01 e in 52:18 al quindicesimo. Valeria Straneo alla mezza maratona fa segnare l'intertempo di 1h13:41, ancora nel gruppetto di testa guidato di nuovo dalla portoghese Moreira. Attorno al 27° chilometro si affaccia per fare selezione Jelena Prokopcuka, che dà un deciso strappo per circa un miglio, e cade Edna Kiplagat. Davanti sono rimaste in nove. Moreira sembra soffrire l’affondo di Prokopcuka, che al 30° chilometro sigla 1h44:33,e  così Straneo che ora accusa tre minuti di ritardo. Alle 20 miglia (poco più di 32km) avanzano quelle che saranno le protagoniste degli ultimi chilometri, le keniane Jemina Sumgong e Mary Keitany. A Central Park la maratona diventa un duello fra le due, con la seconda dall'azione più efficace sui saliscendi e nelle curve, sino alla vittoria in 2h25:04 con due secondi di margine sulla Sumgong. Terza, in grande rimonta (risale dalla settima posizione in cui navigava al 30°km), è la sorprendente portoghese Sara Moreira che alla prima esperienza in maratona, e in condizioni non certo facili, chiude in 2h25:59.

Valeria Straneo ottiene un ottavo posto che l’azzurra porta a casa in 2h29:23. Nella stagione che l'ha vista focalizzarsi sui Campionati Europei di Zurigo, dove ha conquistato il secondo argento in un una grande rassegna internazionale dopo quello iridato di Mosca 2013, la 38enne sigla l’ottavo tempo in carriera sui 42,195 chilometri, superiore di circa un minuto al 2h28:22 con cui un anno fa a New York conquistò il quinto posto. Oggi come allora è la la terza europea al traguardo. Curiosità: conclude la maratona con un onorevole 3h26:33 anche la tennista danese, al momento ottava nel ranking ATP, Caroline Wozniacki.

UOMINI – La partenza degli uomini è leggermente più aggressiva rispetto a quella prudente delle donne. Geoffrey Mutai (vincitore delle ultime due edizioni, 2011 e 2013) e Wilson Kipsang,keniani occasionalmente compagni di allenamento, fanno da battistrada a un folto gruppetto. Sono una trentina gli atleti che aggrediscono il Ponte di Verrazzano sferzato da gelide raffiche di vento. Tra di loro anche Meb Keflezighi, argento olimpico ad Atene alle spalle di Stefano Baldini e tre volte sul podio della maratona di New York (primo nel 2009, secondo nel 2004, terzo nel 2005). In diversi si alternano in testa alla corsa. Prima del transito a metà gara si assiste a uno sporadico tentativo del giapponese Masato Imai, che passa ai 21,097km in 1h06:55 davanti a Keflezighi. È un’illusione, perché ben presto gli africani tornano protagonisti della corsa. Al 35° chilometro il gruppo si inizia a vedere la selezione perchè davanti sono rimasti in quattro: Mutai, Gebremariam, Kipsang e Desisa Benti. Ad andare in fuga sono però gli ultimi due, che in cinque chilometri accumulano una quarantina di secondi di vantaggio sui diretti inseguitori. Il 32enne Wilson Kipsang, che l’anno scorso a Berlino festeggiava il record mondiale della distanza (in 2h03:23) ora nelle gambe di Denis Kimetto con 2h02:57, dopo Londra e Berlino si prende così anche la Grande Mela grazie a un’efficacissima volata e un crono finale di 2h10:59. L’etiope Lelisa Desisa Benti, argento mondiale e un PB di 2h04:45, si deve accontentare del secondo posto in 2h11:06. Terzo è Gebre Gebremariam in 2h12:13 davanti a Keflezighi in 2h13:17. Per Kipsang il successo a New York vale anche la vittoria del World Marathon Major. Fra gli italiani Danilo Goffi (Monza Marathon Team) conclude la gara in 2h19:44 ed è quindicesimo e primo fra gli europei. Fa segnare 2h45:53 (dopo un passaggio di 1h23:36 alla mezza) il campione Olimpionico di Atene 2004, e attuale Direttore Tecnico delle Nazionali giovanili, Stefano Baldini, che arriva al traguardo insieme ad Ottavio Andriani.

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IL SITO DELLA MARATONA DI NEW YORK 



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