Mazzaufo: "Dietro Howe c'è grande fermento giovani



Da qualche mese Claudio Mazzaufo ha assunto su di sé la responsabilità dell’intero settore dei salti in estensione. Il settore che negli ultimi mesi è stato più “visibile” e non poteva essere altrimenti, vista la presenza e i risultati colti nel 2006 da Andrew Howe. Mazzaufo segue il talentuoso italo-americano come un’ombra, in questa sua preparazione per un anno così delicato come quello preolimpico, ma nell’analisi dell’intero movimento ci tiene a fare in modo che la figura del campione europeo rimanga certamente come riferimento per il gruppo, senza però schiacciarlo: "Un’eccessiva identificazione non è un bene, lo sappiamo, ma sono anche del parere che è riduttivo identificare tutto il settore con la sua figura. Non dobbiamo dimenticare che abbiamo triplisti di valore internazionale come Donato e Camossi che continuano ad onorare l’atletica italiana con le loro prestazioni, che abbiamo due ragazze come Martinez e La Mantia che sono pur sempre ai vertici, che abbiamo soprattutto molti giovani che stanno emergendo, nel triplo più ancora che nel lungo. Andrew nel gruppo è fra gli ultimi arrivati, diciamo che per certi versi è un punto di riferimento ma per altri è lui che ha in gente come Donato e Camossi e nella loro esperienza un appoggio sicuro”. - Che cosa c’è dietro Howe? - C’è molto e molto si sta lavorando dietro di lui. Non dobbiamo ripetere errori precedenti, come ad esempio era stato fatto con Fiona May, dimenticandoci di lavorare su un numero adeguato di ricambi col risultato che oggi il salto in lungo femminile è il settore che più soffre e deve attendere di più per avere qualche atleta di buon livello internazionale. Stiamo spingendo l’acceleratore sul settore giovanile: abbiamo quattro triplisti juniores di assoluto livello come Buscella, Vanni, Franzoni e Greco, abbiamo giovani lunghisti che fanno ben sperare come Chiusano e Catania. Howe per loro è il traino, con i suoi risultati, perché tutto il movimento lanci segnali positivi. - Sarà possibile vedere Howe insieme a qualcuno altro ai Mondiali di Osaka? - Possibile sì, ma anche difficile, almeno nel lungo, perché il minimo di 8,05 non è agevole, ma è giusto che sia così. Per un talento come Tremigliozzi, ad esempio, che ha la stessa età di Howe, è ancora una misura ostica, ma so che può arrivarci. Diverso è il discorso per altre specialità: Donato nel triplo è una sicurezza anche se ultimamente fatica a ripetere nei grandi eventi gli exploit fatti durante la stagione, c’è poi l’esperienza di Camossi se sarà lasciato in pace dagli infortuni, e poi le ragazze come La Mantia e Martinez per le quali la presenza a Osaka è un passaggio aspirando a ben altri risultati. - E per le altre manifestazioni titolate? - Qui il discorso è più ampio, complesso e direi stimolante. Come detto, abbiamo quattro triplisti di livello assoluto che agli Europei Juniores possono regalarci grandi soddisfazioni. Il triplo è l’unica specialità per la quale noi come Fidal abbiamo posto un minimo più difficile di quello della Federazione Europea. Ho chiesto ai ragazzi di mettermi in difficoltà nella scelta, sarò poi io a prendermi la responsabilità di farla, proprio perché sono convinto che tutti abbiamo la facoltà di superare il minimo e fare bene a livello continentale. Abbiamo poi due ragazze nel triplo che promettono molto, al primo anno juniores come la D’Elicio e la De Sanctis. A livello Under 23 confido molto in Alesiani e Vicenzino, che si sono già migliorate e mi aspetto un salto di qualità per fare un progresso significativo che permetta loro di ben figurare. - Veniamo alle due ragazze del triplo, Martinez e La Mantia che vengono da una stagione non propriamente felice… - Ribadisco il concetto che la La Mantia, al di là dei tre nulli millimetrici fatti in qualificazione, è arrivata al Campionato Europeo di Goteborg con una forma perfetta, aveva la condizione e le possibilità per essere fra le prime sei che è secondo me la sua valutazione attuale, a livello continentale. Ha avuto un problema al tendine d’achille sinistro che sta superando brillantemente tanto che all’ultimo raduno aveva una forma fisica positiva; ho molta fiducia nel suo tecnico Michele Basile, la conosco da quando era cadetta, so che quando ha avuto problematiche fisiche ha saputo reagire alla grande. E’ in crescita, bisogna solo starle vicino. - E per la Martinez? - Il discorso per lei è diverso, innanzitutto perché parliamo di un’atleta che ha superato i 30 anni, ha vinto molto in questa specialità, ha avuto oggettivi problemi fisici e sta lavorando per tornare ai vertici. Ha scelto di continuare a lavorare da sola con il suo tecnico Gianni Tucciarone, di stare quasi permanentemente a Formia, insomma ha tutte le possibilità per tornare quella di prima. Io l’aspetto sulle sue misure, il talento c’è, adesso sta a loro dimostrare che la parentesi negativa è passata. Fisicamente è recuperata e sono anche convinto che la ripresa possa anche passare per il lungo: quando saltava 6,70 nel triplo era a 15 metri, abbinando il lungo al triplo salvaguarderebbe anche il ginocchio. Gabriele Gentili Nella foto: Simona La Mantia (archivio Fidal)

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