McLaughlin oltre ogni immaginazione: 50.68!
23 Luglio 2022In tanti, sugli spalti di Hayward Field, hanno faticato per riprendere contatto con la realtà, dopo aver visto la finale dei 400 ostacoli donne. Perché quello che ha fatto Sydney McLaughlin in una fresca sera d’estate nordamericana – primato del mondo in 50.68, prima donna nella storia al di sotto dei 51 secondi – è davvero qualcosa di irreale. Al punto che lei stessa, nel dopo gara, intervistata dalla speaker di campo, ha usato una parola per definire il suo tempo: “Unreal”. World record, 73 centesimi di miglioramento, e per la seconda volta quest’anno (lo aveva portato a 51.41 il 25 giugno scorso, nella finale dei Trials, sempre su questa pista), dopo che lo scorso anno lo aveva battuto altre due volte (primo sub-52 sempre a Eugene in giugno, e 51.46 nella finale olimpica di Tokyo). Ma 50.68, no, è un tempo che nessuno era preparato a vedere. Una palla di cannone in partenza, agguantando la Muhammad dopo tre barriere, 14 passi fino al settimo ostacolo, e poi quindici fino in fondo, un solo cambio nella ritmica, come insegna la miglior scuola del giro. Un paio di appoggi più forzati prima dell’ultimo ostacolo, visibili solo al replay, e poi ancora a tutta, denti digrignati negli ultimi appoggi, fino al momento della gloria. Dietro di lei, argento all’olandese Femke Bol (52.27, il secondo posto d’onore dopo quello colto nella staffetta 4x400 mista), bronzo all’altra statunitense Dalilah Muhammad (53.13). Una pagina di storia dell'atletica.
E poi, il resto della giornata. Si possono vincere due edizioni consecutive dei Giochi, senza riuscire a primeggiare nei Campionati del Mondo? Così è stato a lungo per Shaunae Miller-Uibo, che spezza finalmente l’incantesimo a Eugene affermandosi nel suo giro di pista iridato, dopo due ori olimpici (Tokyo e Rio) e tre podi (due argenti e un bronzo) a livello mondiale. La bahamense termina in 49.11, quanto basta per superare la dominicana Marileidy Paulino (49.60) e l’atleta delle Barbados Sada Williams (49.75). Nel giavellotto donne, la gara “piatta” regala emozioni da classifica. Senza mai mettere in discussione il successo dell’australiana Kelsey-Lee Barber (oro anche a Doha tre anni fa, bronzo olimpico a Tokyo, qui oro con 66,91), per il podio si scatena la bagarre: si decide tutto all’ultimo lancio, con la statunitense Winger che scala la classifica e si prende l’argento (64,05), sottraendolo alla giapponese Kitaguchi, che l’aveva appena ottenuto (bronzo, 63,27). Titolo mondiale dei 400 metri allo statunitense Michael Norman, al primo grande successo internazionale della carriera. Il 44.29 che gli consente di mettersi l’oro al collo non è un grande crono: lo scorso anno, con due centesimi in più, Norman fu quinto nella finale dei Giochi. Argento al grenadino Kirani James (44.48), bronzo al britannico Hudson-Smith (44.66).
m.s.
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