Mondiali, Donato ad un respiro dal bronzo



Da Valencia, la cronaca della terza gionata dei Mondiali indoor. SALTO TRIPLO UOMINI Cominciamo dal fondo, ovvero da una delle ultime gare del lungo programma di questa giornata conclusiva del Mondiale, perché è da qui che sono arrivate le notizie migliori in chiave italiana. Fabrizio Donato, il triplista laziale che tante volte, in passato, aveva fatto quasi gridare di rabbia, per le qualificazioni mancate, le occasioni sprecate, le giornate storte, ha dipinto la gara più bella della carriera, arrivando a meno di un capello dalla medaglia di bronzo mondiale. Quarto, con 17,27, la stessa misura del portoghese Nelson Evora, bronzo oggi a Valencia ma con l'oro mondiale di Osaka 2007 già appuntato sul petto. Una gara dai pochi salti validi, quella di Donato, strozzato alla fine dalla vana ricerca della misura capace di proiettarlo sul podio (serie: N; 17,10; N; 17,27; N; N). La vittoria è andata al britannico Philip Idowu, planato ad un superlativo 17,75, davanti al cubano Girat, 17,47, a precedere l'accoppiata Evora-Donato, 17,27; il portoghese mette al collo la medaglia per il secondo miglior salto, un 17,26 (doppio) che non lascia spazio a recriminazioni. "Ricorderò a lungo questa gara - le parole di Donato - per tutte le belle sensazioni che è riuscita a darmi. Mi dispiace per i tanti nulli, ma sono il frutto della voglia di superare Evora, che sentivo proprio accanto a me. Dopo aver fatto 17,27 ho cercato con insistenza la misura, e ho finito per forzare quasi sempre. Da un punto di vista tecnico, credo che insieme al mio tecnico Roberto Pericoli siamo finalmente risuciti a capire cosa non andasse, ed ora, siamo pronti a risultati di altissimo livello. Qui in realtà non ho fatto benissimo, anche nel salto a 17,27 ero un po' storto in volo, non mi sono piaciuto, sento di poter crescere. Anche fisicamente non sono al meglio: ho saltato con una iniezione di antidolorifico, perché soffro di pubalgia da tempo. Ma il risultato mi sembra buono, vero?". Ad abbracciarlo, nel dopo gara, anche la piccola Greta, la moglie Patrizia Spuri e i genitori, arrivati a Valencia prprio nell'imminenza della gara. Sarà un azzardo, ma dopo averlo visto nel weekend, così sicuro di sé (anche in qualificazione), sembra il caso di buttarla là: l'atletica italiana potrebbe aver ritrovato una carta pesante da posare sul tavolo di Pechino. GETTO DEL PESO DONNE Il primo dei lanci di Chiara è formidabile: 18,68, primato personale indoor (migliora il 18,63 degli Assoluti di Genova), per un clamoroso terzo posto alla fine del primo turno. Secondo lancio, e ancora un grido, anche se il risultato è leggermente inferiore: 18,43, grazie ad una azione dinamica quanto basta nella rotazione in pedana. Il tabellone dice sempre: bronzo, ITA. Al terzo giro, il primo sorpasso: la cubana Gonzalez lancia a 18,75, e mette la Rosa giù dal podio. Terzo lancio della padovana: la rotazione è meno veloce delle prime due, la palla di ferro tocca ben al di sotto dei 18 metri, e l’italiana annulla il lancio. Inversione di partenza, la neozelandese Vili, grazie al suo 20,19, lancerà per ultima. Quarto giro, la Rosa lancia a 18,38 (con il peso che le scivola leggermente di mano), e la situazione di classifica è ancora congelata, con l’azzurra quarta. Quinto giro, ancora un nullo per la Rosa, e ancora quarto posto. Nella sesta tornata di lanci, la cinese Li centra la prova del bronzo (19,09), facendo scivolare Chiara al quinto posto. Ma è comunque un grandissimo risultato, il migliore mai ottenuto da un’azzurra nella manifestazione (nel 1997 Mara Rosolen era stata settima). Oro alla Vili, con 20,19 (record continentale dell’Oceania), argento alla Ostapchuk (Bielorussia, 19,74). “Sono contenta, e per tante ragioni – racconta la Rosa in zona mista – è stato bello stare dalla parti del podio per un po’, così come essere riuscita a mettere subito una misura giusta. Alla fine, purtroppo, ho forzato, e quando forzo, con la mia tecnica, finisco per mettere in crisi l’equilibrio del lancio. Per un attimo ho pensato: finisce che arrivo quarta per sette centimetri, come ai Mondiali Junior…poi per fortuna non ho pensato più. No, diciamo che questa è una bella esperienza, e io spero di poterci arrivare un giorno sul podio, non metto proprio limiti”. 800 METRI DONNE Elisa Cusma ce la mette tutta per tirar fuori un nuovo coniglio dal cilindro, dopo il record italiano di ieri. Ma incappa nella peggiore delle gare per la sua esile struttura fisica, quella tattica a tutto tondo. Guida la Mutola per i primi due giri (1:03.11), ma solo perché è una specie di gara all’incontrario, con tutte che si tirano indietro. Tra una spinta ed una botta, l’azzurra cerca una posizione, ma oscilla sempre tra l’esterno e la retrovia. Quando si scatena la bagarre, gli spazi si dilatano, ma ormai, partendo da dietro, le cose si fanno impossibili. Dal nulla – o quasi – spunta l’australiana Tasmyn Lewis, solida mezzofondista seguita addirittura da Seb Coe, che piazza lo spunto sul rettilineo conclusivo e va a prendersi l’oro iridato (2:02.57). Battute nell’ordine l’ucraina Petlyuk e l’eterna Mutola, con la Cusma sesta – ma comunque strepitosa: anche nel suo caso è il meglio di sempre nel mondiale indoor – in 2:03.76. Piange la Spagna per il quarto posto della beniamina Mayte Martinez, anche lei trovatasi di fronte ad una gara-rompicapo. “Non sono riuscita a mettermi in nessuna posizione utile – ammette la modenese – tanto che a un certo punto ho anche pensato di andare in testa, ma non c’era proprio lo spazio fisico. Nelle indoor è difficile, ma comunque sono contenta: sono tutte esperienze, specie per me che sono relativamente nuova per questi livelli. L’obiettivo? A questo punto non può che essere entrare in finale anche all’Olimpiade. Sarà difficilissimo, ma non mi tiro indietro”. 400 METRI DONNE La prova sul doppio giro di pista finisce esattamente come da copione: uno-due delle russe, e fine dei giochi. Oleysia Zikina si tuffa sulle fotocellule quel tanto che basta per resistere al ritorno della connazionale Olga Nazarova. Un solo centesimo le divide, 51.09 contro 51.10; bronzo per la statunitense Woods, con 51.41. 400 METRI UOMINI Il canadese Tyler Christopher adotta la tattica dell’attesa, per laurearsi campione del mondo con 45.67. Lascia sfogare lo svedese Wissmann, come sempre alla disperata ricerca della corda, questa volta nei confronti del bahamense Chris Brown; i due si sfidano sia sul secondo che sul terzo rettilineo, ma poi, sulla retta decisiva, devono arrendersi all’armonico ritorno di Christopher, che sigla anche la miglior prestazione mondiale, unico della gara a scendere al di sotto dei 46 secondi (46.04 per l’argento di Wissmann, 46.26 per il bronzo di Brown). GAFFE IN MONDOVISIONE… Premiazione dei 60 metri ostacoli. Vince Liu, sorrisi, fiori, medaglie. Parte l’inno. Non è quello cinese, ma quello cileno. Panico, ben mascherato da tutti, vincitore compreso. A Roma direbbero: avemo scherzato, se rifà. Cinque minuti dopo, tutto da capo. Stavolta con l’inno giusto. Niente male per essere l’inno della nazione che sta per ospitare i Giochi. ...E UN ATTO DI GIUSTIZIA Nella tarda serata di ieri, la Giuria d'appello aveva riammesso nell'ordine di classifica l'etiope Mekonnen, il vincitore dei 1500 metri in un primo momento ingiustamente squalificato. Meglio così. EPTATHLON UOMINI Bryan Clay chiude la sua fatica con la scontata miglior prestazione mondiale dell'anno (è l'unica gara degna di questo nome a livello internazionale), di 6371 punti (6.71; 7,75; 16,21; 2,09; 7,86; 5,00; 2:55.64). Argento al bielorusso Krauchanka (6234), e bronzo al kazako Karpov (6131). LUNGO DONNE La portoghese Naide Gomes mette a segno il primo 7,00 tondo tondo della stagione, superando la brasiliana Hinna Maggi (6,89) e la russa Simagina, beffata per un solo centimetro (ultimo salto a 6,88). Curiosità: per il Brasile è la seconda medaglia (dopo il bronzo nell'asta donne) della manifestazione, e anche in questo caso, si tratta di record continentale. 3000 UOMINI Quella dei tre chilometri è la scena di un film già visto, o comunque fin troppo prevedibile nella sceneggiatura. Si trotterella per i primi mille metri (Gabius, GER, 2:48.58), prima che prenda l’iniziativa, intorno a metà corsa, uno dei protagonisti annunciati, in questo caso il keniano Koech (2:37.13 nella seconda frazione sul chilometri, 5:25.71 ai 2000), finche non prendono davvero fuoco le polveri. Tariku Bekele sfodera un 1000 finale da urlo (2:22.52), andandosi a prendere l’oro – crono complessivo di 7:48.23 – e trascinandosi dietro il già citato Koech e il connazionale Cherkos, rispettivamente argento e bronzo. Al britannico Mo Farah, sesto, la consolazione di essere il primo tra gli europei. ASTA UOMINI E' una delle gare più avvincenti degli ultimi anni. In tre si giocano a turno le medaglie: lo statunitense Walker pensa di aver chiuso la questione con il salto a 5,85 alla prima prova, ma non ha fatto i conti con il russo Lukyanienko, in quel momendo secondo (5,85 alla seconda prova): al primo tentativo, il russo valica i 5,90, facendo sua la partita. Terzo è l'australiano Hooker, 5,80 ed una serie di tentativi - falliti - sulle quote superiori. 1500 METRI DONNE Anche i patiti dei record trovano, infine, la pace. Gliela regala la russa Yelena Soboleva, che con una corsa quasi tutta di testa frantuma il limite mondiale del miglio metrico (da lei stessa stabilito quest'anno), fermando il cronometro sul tempo di 3:57.71. Dietro di lei, altre tre atlete scendono sotto i 4 minuti, nell'ordine la seconda russa Yuliya Fomenko (3:59.41, argento), l'etiope Gelete Burka (3:59.75, bronzo e record africano), e l'atleta del Bahrain Maryam Yusuf Jamal (3:59.79, record asiatico). Questi i passaggi record: 1:03.26; 2:07.89; 2:39.90; 3:11.53. 800 METRI UOMINI Si mette in testa dal via, e ci resta fino al traguardo. Con tanto di mondiale stagionale, 1:44.81. Segnarsi questo nome: Abubaker Kaki Khamis, Sudan, 19 anni ancora da compiere (li farà in giugno). Vola sulla pista, e beffa avversari sicuramente non di primo pelo: Mulaudzi (Sudafrica, 1:44.91, record nazionale, argento), Yusuf Kamel (Bahrain, 1:45.26, record asiatico, bronzo), Dmitrijs Milkevics (Lettonia, 1:45.72, record nazionale, quarto). Applausi, giro di pista con lacrime. Bellissimo. ALTO DONNE Blanka Vlasic attende la fine, per mettere le cose a posto. Valica i 2,03 8al secondo tentativo) e saluta le altre. In tre vanno oltre i due metri: argento alla russa Slesarenko (2,01), bronzo all'ucraina Palamar (2,01). Giù dal podio la spagnola Beitia, con 1,99! Anche ce l'avesse fatta a qualificarsi, la Di Martino non avrebbe probabilmente fatto molta strada. m.s. Nella foto, Fabrizio Donato (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) File allegati:
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