Mondiali Mosca OK Schembri e la 4x400
16 Agosto 2013Giornata dalle emozioni di segno contrapposto, per l'Italia, ai Mondiali di Mosca. Al profondo dispiacere per l'infortunio patito da Daniele Greco nel riscaldamento del salto triplo (un problema muscolare che gli ha impedito di prendere parte alla gara), e alla delusione per l'eliminazione di Fabrizio Donato nella stessa gara (16,53), fa da contraltare la soddisfazione per le promozioni in finale di Fabrizio Schembri (sempre nel triplo, 16,83) e della staffetta 4x400 donne (Chiara Bazzoni, Marta Milani, Mariabenedicta Chigbolu, Libania Grenot; 3:29.62), e quella alle semifinali dei 100hs di Marzia Caravelli (13.07). Eliminati invece Veronica Borsi nei 100hs (13.35) ed Enrico Demonte nei 200 (21.13).
LA CRONACA DELLE GARE
4x400m donne
Il quartetto azzurro composto da Chiara Bazzoni, Marta Milani, Mariabenedicta Chigbolu e Libania Grenot centra un grande traguardo, guadagnando l’accesso alla finale mondiale. Le azzurre sono seconde nella loro batteria in 3.29.62, alle spalle degli Stati Uniti (3:25.18), ma soprattutto riuscendo a precedere l’Ucraina, per l’ultimo posto utile alla promozione diretta, di un solo centesimo di secondo. Bazzoni lancia bene la staffetta italiana, cambiando in linea con le altre, e senza perdere troppo terreno rispetto alle statunitensi; la Milani tiene, e cambia ancora in scia a ucraine e ceche; Chigbolu prova il sorpasso sul primo rettilineo, e poi, pur rimanendo imbottigliata tra le due (e costretta a correre la seconda curva all’esterno) ha il merito di restare incollata alle avversarie. Viene così il turno di Libania Grenot: l’azzurra effettua l’ultimo sorpasso, quello decisivo per la qualificazione, all’attacco del rettilineo; lo sforzo è stato immenso, così, nei metri finali, le energie vengono meno, al punto che la Pygyda torna sotto in maniera pericolosa. Anzi, pericolosissima. Alla fine, il tuffo sul traguardo premia di un inezia l’Italia, che vola in finale con un solo centesimo di margine. E’ la terza volta nella storia dei Campionati del Mondo che l’Italia porta una sua staffetta 4x400 tra le prime otto: era accaduto già ad Atene 1997 e a Siviglia 1999 (nell’ultima occasione con De Angeli, Spuri, Carbone e Niederstaetter). Furono altrettanti ottavi posti.
L’obiettivo a questo punto potrebbe essere migliorare questo piazzamento (l’Italia peraltro è in finale con il settimo tempo) e, ove possibile, avvicinare più possibile il primato italiano (3:25.71, realizzato agli Europei di Barcellona con un quartetto identico per tre quarti – Spacca invece di Chigbolu).
Triplo uomini
La tegola più pesante che potesse cadere sulla squadra italiana si abbatte, sotto forma di un infortunio nel riscaldamento, sulla testa di Daniele Greco. L’uomo accreditato delle maggiori chances azzurre, il campione europeo indoor di Goteborg (il cui 17,70 è ancora la miglior misura mondiale 2013 tra prove al coperto e all’aperto) rimane vittima di un problema muscolare, probabilmente uno stiramento, abbandonando la competizione – tra le lacrime – prima ancora di cominciarla. Un azzurro si qualifica comunque alla finale, ed è il meno pronosticato dei tre, ovvero l’ottimo Fabrizio Schembri, nono con la misura di 16,83 (+0.9). Per il bergamasco, il salto promozione arriva al secondo turno, dopo un 16,57 d’esordio. La terza prova viene cancellata d’ufficio, quando la qualificazione è di fatto già conclusa. E’ la conferma del buon momento di forma di Schembri, già palesato agli Assoluti di Milano, quando si era imposto con 16,98. Non ce la fa invece l’altro big italiano, Fabrizio Donato, il bronzo olimpico di Londra, quindicesimo nel computo complessivo con 16,53 (fuori dalla finale per dieci centimetri). Donato ottiene il miglior salto al terzo tentativo, dopo un nullo e un 16,20: la sua azione non è particolarmente rapida nella fase di rincorsa, ed il salto, seppure composto, inevitabilmente ne risente. Il primo della lista è il francese Teddy Tamgho, che atterra a 17,41 al secondo tentativo, con il connazionale Rapinier che praticamente lo eguaglia, facendo registrare 17,39. Seguono gli statunitensi Taylor (17,36) e Claye (17,08), ed il cubano Pichardo (17,06), gli unici a passare il turno direttamente (la qualificazione era posta a 17,05). Dodicesimo è il francese Bafuanga Baya, con 16,63. La finale, domenica.
100hs donne
Una promozione ed una bocciatura, il bilancio azzurro nelle batterie dei 100 metri ostacoli. Vola in semifinale Marzia Caravelli, mentre si ferma Veronica Borsi, limitata dai problemi ad un piede sofferti nelle ultime settimane.
Caravelli, impegnata nella prima delle cinque batterie, è bravissima: il suo 13.07 (-0.5 m/s) le vale il secondo posto, e la promozione diretta alle semifinali. Vince la canadese Whyte (12.93), ma la friulana è in scia, battendo avversarie come la statunitense Nia Ali (13.19, quarta). L’avvio dell’azzurra non è eccelso (0.232 il tempo di reazione) ma la progressione è notevole. I progressi messi in evidenza a Milano, soprattutto la capacità di tenuta in fondo alla gara, sono confermati dal primo turno del Mondiale. Pollice verso, al contrario, per Veronica Borsi, i cui problemi al piede risultano alla fine essere davvero limitanti. Chiude al quinto posto in 13.35, tempo che in linea teorica non dovrebbe consentirle di passare il turno, ma è beffata da Aleesha Barber (Trinidad) che si qualifica di diritto, da quarta, precedendola di soli due centesimi (13.33). Nella sua batteria, la statunitense Brianna Rollins (autrice di un clamoroso 12.26 quest’anno ai Trials) firma il miglior tempo del turno, con 12.55. La segue l’australiana Sally Pearson, la campionessa olimpica, che corre in 12.62, dimostrando di aver superato (vedremo poi in seguito se completamente) i problemi fisici di inizio anno. L’ultimo tempo di ammissione alle semifinali di domani pomeriggio (ore 16.20 italiane) è il 13.23 della finlandese Neziri.
200m uomini
C’è anche uno spicchio d’Italia nella seconda prova di velocità pura del Mondiale. E’ rappresentato da Enrico Demonte, che non lascia però una traccia particolarmente profonda: è sesto nella sua batteria, terminando in 21.13. Buono start, ma rettilineo in progressiva salita, fino al traguardo. La batteria dell’azzurro è quella vinta da Adam Gemili in 20.17, il miglior tempo del turno (alla pari con il sudafricano Anaso Jobodwana). Usain Bolt scherza sul rettilineo, siglando un 20.66 (21esimo tempo) che gli basta per sbrigare la formalità della qualificazione alla semifinale.
m.s.
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