Mondiali, avanti Donato e Salis



Due azzurri conquistano la finale nella settima giornata dei XIII Campionati del Mondo di Daegu (Corea del Sud): il vicecampione europeo indoor e primatista italiano assoluto del triplo, Fabrizio Donato (16,88/-0.1) e la tricolore del martello Silvia Salis (69,82). Out, invece, l'altro triplista impegnato in qualificazione, Fabrizio Schembri (16,71/0.3, quattordicesimo), e Marzia Caravelli, con 13.29 (-1.6) seconda delle escluse dalle semifinali dei 100hs. Stessa sorte toccata al quartetto femminile della 4x400. Chiara Bazzoni, Maria Enrica Spacca, Libania Grenot e Marta Milani finiscono terze in batteria in 3:26.48 alle spalle delle fortissime Giamaica (3:22.01) e Gran Bretagna (3:23.05). Le azzurre restano fuori dalla finale iridata per appena 47 centesimi (prime delle escluse), 77 in più del record italiano (3:25.71) da loro stesse realizzato un anno fa, in occasione del quarto posto europeo di Barcellona. In programma nella mattinata anche le batterie dei 200, con il ritorno sui blocchi del primatista mondiale Usain Bolt. Il big giamaicano, dopo la clamorosa falsa partenza della finale dei 100, è nettamente il più veloce del primo turno in 20.30. Alle 13:03 sarà in pista per la semifinale.   

TRIPLO uomini (qualificazione) - Tutta in crescendo la serie di salti di Fabrizio Donato che dà inizio al suo Mondiale con 16,55 (+0.4). L'esperto finanziere allunga il tiro al secondo (16,70/-0.3), ma poi, grazie al suo terzo hop-step-jump da 16,88 (-0.1), va a conquistarsi la finale con la decima misura. La soddisfazione dell'azzurro si traduce in un gesto, il pollice in bocca, che contiene un messaggio speciale. "Il mio segreto - racconta Donato - è pensare alla mia famiglia, a mia figlia Greta e a mia moglie Patrizia Spuri che è di nuovo in dolce attesa. Che fatica, però, oggi! E' la prima volta in carriera che in un grande evento internazionale mi qualifico al terzo salto. A 35 anni significa aver speso qualche energia in più del previsto. Pensavo di riuscirci prima e forse ho pagato un po' questa troppa sicurezza con cui ero entrato in gara. Mi sento in buona condizione, ho trovato qualche difficoltà al primo salto dove le gambe non rispondevano come volevo. Diciamo che nel complesso per quello che mi riguarda alcune cose sono andate molto bene ed altre molto male. Sul jump, ad esempio, non riuscivo ad essere abbastanza veloce e "schiantavo". Per fortuna, sono riuscito ad aggiustarle strada facendo. La pedana è buona. Bisogna solo aspettarla con i piedi ed attenderne la risposta, se la si aggredisce troppo violentemente si rischia di finire in controtempo. L'importante comunque è essere arrivato in finale. Adesso con avversari così farò il possibile". Percorso diverso, invece, per il tricolore indoor, Fabrizio Schembri. Il carabiniere lombardo fa 16,71 (+0.3) al primo, ma poi nei due successivi - 16,28 (+0.1) e 16,63 (+0.3) - non riesce a migliorarsi e resta il secondo degli esclusi dalla finale di domenica alle 12:05. "Sono arrabbiato - il commento di Schembri - ero arrivato qui con le migliori intenzioni, mi sentivo bene. Poi, però, piedi e testa non mi hanno risposto come dovevano. Io certamente non ambivo al podio, ma la finale era alla mia portata e volevo giocarmela tra i primi dodici. Ho fatto 16,71 al primo, sbagliato il secondo e il terzo non si sa. Non si può arrivare a questi appuntamenti e sbagliarli. Mi dispiace aver deluso chi ha avuto fiducia in me". L'ultima misura utile per la qualificazione era il 16,81 (+0.4) del campione europeo under 23 Sheryf El Sheryf. Il salto più lungo della mattinata è stato il 17,31 (+0.2) del cubano Copello, davanti al 17,20 del ritrovato olimpionico portoghese Evora. Qualificato senza problemi anche l'iridato in carica, il britannico Idowu, 17,17 (+0.5) al primo salto con 28 centimetri lasciati allo stacco e chiusura praticamente in piedi.  

100hs (batterie) - Marzia Caravelli in terza batteria paga una partenza non brillantissima (0.195 di reazione allo sparo). L'azzurra prova poi a recuperare la fase d'avvio, ma oltre alle barriere si trova a dover lottare contro il vento (-1.6). Chiude quinta, dopo un contatto con l'ultimo ostacolo, in 13.29, con la vittoria che va alla britannica Porter (12.84). Per andare in finale serviva piazzarsi tra le prime quattro oppure sperare in uno dei quattro tempi di recupero. Quello dell'ostacolista del Cus Cagliari purtroppo è il sesto e quindi è fuori, per appena 4 centesimi. "Sicuramente "ho ammazzato" la gara in partenza - commenta la friulana di Pordenone - poi non ho accelerato bene, altrimenti avrei potuto riprendere la quarta. Stavo molto bene e mi aspettavo un tempo molto più basso. Sono delusa, ma purtroppo devo conciliare il mio lavoro con la mia vita di atleta e non riesco ad allenarmi più di un paio d'ore al giorno. E in così poco tempo è difficile curare non solo quei dettagli che poi sono essenziali per migliorarsi". Nelle altre batterie, impressiona l'argento olimpico Sally Pearson. L'australiana "divora" ostacoli e pista in un 12.53 (-0.6), indiscutibilmente il tempo più veloce in assoluto. Alle sue spalle, le due statunitensi Kellie Wells (12.73/+1.0) e Danielle Carruthers (12.79/0.0).   

MARTELLO donne (qualificazione) - Silvia Salis centra la prima finale mondiale in carriera (domenica, ore 11:15) grazie al 69,82 del suo lancio d'apertura che la pone al decimo posto. La bionda 25enne genovese - nel 2010 settima agli Europei di Barcellona - prosegue la sua serie con un 66,58 e poi la termina con un nullo. "L'importante - le parole della Salis - era conquistare la finale e poi domani è un altro giorno. Sono contenta di aver centrato la qualificazione al primo lancio come un anno fa a Barcellona. Gareggiare di mattina e per di più dall'altra parte del mondo non è una cosa facile. Soprattutto se, come in queste occasioni, ci si gioca tutto l'anno in un momento. Ringrazio i tecnici che mi seguono Valter Superina e Gino Brichese e il mio nuovo club, le Fiamme Azzurre, con cui gareggio da quest'anno". La migliore martellata della qualificazione è il 74,17 firmato dalla cinese Wenxiu Zhang davanti al 73,29 della cubana Yipsi Moreno. Pratica risolta con estrema facilità anche dalla tedesca, primatista mondiale, Betty Heidler (71,48). 

4x400 donne (batterie) - C'è l'Italia nella terza ed ultima batteria. Il compito delle azzurre - al via con Giamaica e Gran Bretagna - non è dei più semplici: passano in finale i primi due quartetti al traguardo di ciascuna batteria oppure bisogna confidare in uno dei due tempi di recupero. La frazione numero uno è affidata ad una determinata Chiara Bazzoni. La velocista dell'Esercito cambia per terza (52"5) dietro la Giamaica e la Gran Bretagna dell'olimpionica Ohuruogu. E' la volta della forestale Maria Enrica Spacca che riesce a tenere la terza posizione per quasi 300 metri, finchè non viene sopravanzata dall'irlandese Cuddihy. Davanti, intanto, la Giamaica conquista sempre più margine, mentre la Gran Bretagna sembra ancora raggiungibile. La terza frazione azzurra è in mano alla primatista nazionale Libania Grenot. L'italo-cubana delle Fiamme Gialle che nel rettilineo finale è brava a rimontare sull'irlandese Bergin e consegnare il testimone per terza (51") a Marta Milani. La bergamasca dell'Esercito, fresca del primato personale (51.86) ottenuto in semifinale, deve lottare solo contro il cronometro e resistere all'attacco dell'irlandese Carey che, però, si scrolla di dosso nella rettilineo d'arrivo. Giamaica e Gran Bretagna sono irraggungibili, tagliano il traguardo rispettivamente in 3:22.01 e 3:23.05. Terza è proprio l'Italia, 3:26.48. Purtroppo non è abbastanza per la finale, da cui le azzurre sono le prime escluse per appena 47 centesimi, 77 in più del loro record italiano di Barcellona. "Peccato - esordisce la Bazzoni - essere le prime delle escluse per 47 centesimi. La nostra esperienza finisce qui. Siamo diventate un bel gruppo affiatato e questa Mondiale ci servirà senz'altro per far meglio l'anno prossimo"."Siamo tutte abbastanza tristi - prosegue la Spacca - volevamo arrivare a tutti i costi e ci è mancato davvero poco" "Vengo da un anno molto difficile - commenta la Grenot - ma ero qui per onorare la maglia azzurra e dare il massimo insieme alle mie compagne di squadra. Alla prossima". "Purtroppo - conclude la Milani - si era creato un buco troppo ampio tra noi e le inglesi. E' fondamentale avere un riferimento davanti per recuperare il più possibile. Noi comunque abbiamo fatto la nostra parte, ma le altre sono state più brave. La promessa è quella di essere in azzurro all'Olimpiade e non andare lì solo per partecipare. Non bisogna mai accontentarsi! Un grosso grazie anche alle due riserve Elena Bonfanti e Manuela Gentili". Il crono più veloce delle batterie è stato il 3:20.94 (migliore prestazione mondiale 2011) realizzato dal quartetto della Russia (Vdovina-Zadorina-Litvinova-Krivoshapka).

200m uomini (batterie) - Riecco Usain Bolt. Il primatista del mondo - dopo la squalifica per falsa partenza in cui è incappato nella finale dei 100 - torna sui blocchi nella seconda batteria dei 200 metri. Prima della gara il big giamaicano, come al solito, si concede generosamente alle telecamere e al pubblico che lo acclama dagli spalti. Sorrisi, smorfie, il suo inconfodibile gesto dell'arciere. Però, quando è ora di correre qualche "scoria" di quanto avvenuto cinque giorni fa forse ancora gli è rimasta addosso. Lui è senza dubbio il più veloce di tutti, 20.30 (-0.3), ma il suo tempo di reazione allo sparo, 0.314, alla fine risulterà il più lento in assoluto delle sette le batterie. Tornerà in pista oggi alle 13:03 per le semifinali.

a.g.

Campionati del Mondo - Daegu 2011
Settima giornata
Venerdì 2 settembre (orario italiano) 

Sessione pomeridiana
12:00 M Peso                 Finale
12:10 W Giavellotto     Finale  
12:20 M Lungo               Finale
12:25 W 800 Metri      Semi-Finale  
12:55 M 200 Metri      Semi-Finale
13:25 W 5000 Metri    Finale
13:55 W 200 Metri      Finale
14:15 M 4x400             Finale

Nella foto in alto, il triplista Fabrizio Donato; sotto la martellista Silvia Salis (Giancarlo Colombo/FIDAL)

File allegati:
- RISULTATI/Results
- Le FOTO della SETTIMA GIORNATA/Photos



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