Mondiali: avanti Folorunso e Pedroso nei 400hs

07 Agosto 2017

A Londra la campionessa europea U23 quarta con 55.65 in batteria, 56.41 per la primatista d'Italia. Out la Caravelli, Bencosme esce in semifinale. 

di Alessio Giovannini

Nella quarta giornata dei Campionati del Mondo di Londra è l'ora dei 400 ostacoli per i colori azzurri. Nel batterie femminili l'Italia va a segno con la campionessa europea U23 Ayomide Folorunso (quarta in 55.65, terzo crono in carriera e qualificazione diretta) e la primatista nazionale Yadis Pedroso (56.41, promossa con uno degli ultimi due tempi di recupero). Entrambe domani sera saranno al via delle semifinali. Eliminata, invece, Marzia Caravelli che oggi non riesce a fare meglio di 56.92. Al maschile si chiude qui anche l'avventura mondiale di Jose Bencosme: il 50.29 (quinto) dell'ostacolista azzurro è il sedicesimo crono delle tre semifinali e non basta per sognare una corsia per l'ultimo round.

La concorrenza per Ayomide Folorunso non manca in batteria. Dalla due volte iridata Zuzana Hejnova, alla campionessa d'Europa Sara Slott Petersen fino a Shamier Little, atleta da 52.75 ai Campionati Nazionali USA. Ma Ayo è un'agonista pura e avversarie del genere possono soltanto esaltarla. E, infatti, l'azzurra grazie ad una seconda curva impeccabile si presenta sul rettilineo saldamente nel quartetto proiettato verso la qualificazione diretta. La campionessa europea U23 chiude quarta in 55.65. E' il terzo tempo in carriera per l'ostacolista delle Fiamme Oro, a 15 centesimi dal primato personale. Davanti a lei nell'ordine: la ceca Hejnova 55.05, la danese Petersen 55.23 e la statunitense Tate 55.48.

Niente da fare per Marzia Caravelli. La pordenonese dell'Aeronautica riesce ad agganciare nel finale il quinto posto (batteria vinta dalla statunitense Kori Carter, 54.99), ma il suo 56.92 non le lascia troppe speranze di ripescaggio. Uno degli ultimi due biglietti per la semifinale se li aggiudica, infatti, la primatista d'Italia Yadis Pedroso che, malgrado qualche pasticcio nell'approccio all'ultima barriera, chiude quinta in 56.41. Vince la svizzera Lea Sprunger (55.14), ma per l'azzurra l'attesa del crono è da brividi. Un bel sospiro di sollievo quando accanto al suo nome compare la "q" minuscola appaiata alla britannica Meghan Beesley dietro di lei per una questione di millesimi. Domani, a partire dalle ore 21:35, le semifinali.

Le ambizioni di Jose Bencosme oggi si sarebbero dovute spingere oltre il recente primato personale di 49.22. All'azzurro tocca l'ottava corsia dell'ultima batteria. Le cose sembrano andare per il verso giusto fino all'uscita sul rettilineo, ma Benco purtroppo si inceppa maldestramente alla penultima barriera e nel tratto conclusivo subisce la rimonta dell'argentino Guillermo Ruggeri, poi squalificato per infrazione di corsia. A Bencosme va così il quinto posto in 50.29. Il range dei finalisti spazia dal 48.35 dello statunitense Kerron Clement al 49.13 dello svizzero Kariem Hussein.

ZONA MISTA (di Anna Chiara Spigarolo)

YADIS PEDROSO - “E' stata una brutta gara, ma mi sono qualificata. Ho una gamba dolorante per un problema al piriforme di cui soffro ultimamente. Nel riscaldamento stavo bene, ma i 20 minuti ferma in call room probabilmente mi hanno raffreddata. Quando sono entrata in pista sentivo la gamba rigida e faticavo a passare l’ostacolo. Mi sono detta: ora sono qui, ai Mondiali, e devo arrivare dove dico io, devo passare il turno, anche se non sono al 100%. Alla fine il freddo c’era per tutte. Per la finale? Servirà un crono sotto i 55 secondi”.

MARZIA CARAVELLI - "È andata male, 56.92 è un tempo alto che non mi lascia per niente soddisfatta. Ho avuto problemi sull’ultima barriera, e era già capitato quest’anno… l’anno scorso li avevo nell’ultima curva, ora li ho risolti ma l’ultimo ostacolo ancora non va giù. È come se stessi costruendo questa gara pezzo per pezzo, ancora non la padroneggio”. Marzia Caravelli corre con il lutto sulla maglia. “È per Gianfranco Chessa, che è scomparso recentemente. Volevo che oggi fosse qui con me”.

JOSE BENCOSME - L'azzurro ha gli occhi colmi di delusione: “Tanta rabbia e tanta amarezza. Non puoi arrivare qua e sbagliare. Devi arrivare qua ed essere perfetto, perché hai lavorato per questo”. Ironia della sorte Bencosme riprende a scrivere la propria storia agonistica – dopo 5 anni di cui 4 senza gareggiare - da dove aveva lasciato nel 2012, ai Giochi Olimpici di Londra. Stesso stadio, stessa corsia, stessa semifinale. “Una fotocopia, ho fatto anche gli stessi errori di ritmica dal sesto ostacolo in poi. L’unico lato positivo è che i problemi fisici che mi hanno tenuto fermo per quattro anni sono alle spalle. Ora li vedo lontani e spero che restino chiusi un cassetto, non voglio più pensarci”. Continua l’allievo di Fabrizio Mori: “Mi dispiace, ci credevo davvero e invece non ho realizzato il mio sogno. Ho fatto troppi errori, davvero troppi errori, e giustamente li ho pagati. Raramente si va in finale con poco meno di 49 secondi e questa è una vera occasione persa. Un voto? Sei”.

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