Mondiali, la maratona di Daegu



Per il caposettore nazionale della maratona, Luciano Gigliotti, la Corea è anche la terra dei ricordi. Era il 2 ottobre del 1988 e Gelindo Bordin conquistava ai Giochi Olimpici di Seul l'oro dei 42,195 km. "E' stata la mia prima grande vittoria da tecnico - racconta ancora con emozione Gigliotti - indimenticabile e irripetibile! Erano giornate torride, con un'aria quasi irrespirabile. Gelindo quel giorno, come Baldini ad Atene 2004, aveva quel qualcosa in più, il potere della mente. Quel qualcosa che lascia un allenatore stupito. Era un atleta di una grandissima umiltà, ma con una forte determinazione e una capacità di sostenere moli incredibili di lavoro. Senza battere ciglio. Mi ricordo due momenti di quella maratona olimpica. Il giorno prima della gara, eravamo al campo e c'era una troupe della tv giapponese che intervistava uno dei favoriti, il vice iridato di Roma 1987 Ahmed Salah il quale dichiarava spavaldamente che avrebbe senz'altro vinto lui. Bordin mi guardò e a bassa voce mi disse: "Lui non lo sa che ci sono anch'io...". Il giorno dopo è storia con Salah soltanto terzo battuto in rimonta da Gelindo che al traguardo trovò la forza di dire queste parole: "Il lavoro paga". Ed è proprio così."    

Torniamo alla Corea di oggi e alla maratona mondiale. Cosa c'è da aspettarsi a Daegu il 4 settembre?
"Non ci vuole troppa fantasia per immaginarsi il podio, senza dubbio sarà tutto africano. Il campione uscente, il keniano Kirui può ripetersi, ma per il resto dipenderà tutto dalle condizioni del momento. E' un peccato che gli americani abbiano scelto di proiettarsi su altri traguardi in vista dell'appuntamento olimpico del 2012. Con loro sarebbe potuta essere una sfida più interessante. Personalmente tra gli africani ancora non vedo ancora un fuoriclasse come lo è stato il campione olimpico, tragicamente scomparso quest'anno, Wanjiru. Ma sono convinto che da un serbatoio sconfinato come quello dell'Africa emergeranno presto nuovi grandi protagonisti".

L'Italia schiera Ruggero Pertile. Quale potrà essere la sua gara?
"Ho lasciato Ruggero una settimana fa a St.Moritz. Sta bene ed è tranquillo. Il 2010 lo ha portato al quarto posto europeo di Barcellona e alla bella vittoria di Torino. Il consiglio che io e il suo tecnico Massimo Magnani gli abbiamo dato per Daegu è di distribuire bene le energie. Deve puntare a fare una gara in rimonta con un "negative split", ovvero una seconda mezza più veloce della prima per recuperare posizioni. Riuscisse a cogliere un piazzamento tra i primi dieci sarebbe davvero un grande risultato. A livello maschile per il resto siamo in sofferenza. Lalli aveva deciso di testarsi per la prima volta sulla distanza nel 2012, ma è ancora alle prese con il recupero dal doppio intervento ai tendini. Meucci, invece, ha giustamente scelto di rimanere concentrato ancora sulla pista ed esplorare i suoi margini di miglioramento sui 10000".

Quale invece la situazione sul versante femminile?
"Se tra gli uomini nel ranking mondiale ci sono oltre 90 africani nelle prime 100 posizioni, al femminile il quadro appare più eterogeneo. Anche qui l'Africa ha ruolo preminente, ma russe e asiatiche si stanno facendo largo. A livello nazionale possiamo contare su due valide atlete come il bronzo europeo Anna Incerti e Rosaria Console. A fine settembre saranno entrambe impegnate alla maratona di Berlino, a caccia di progressi cronometrici in vista dell'Olimpiade del 2012. La Incerti aveva inizialmente dato la propria disponibilità anche per Daegu, ma poi, in considerazione delle non facili condizioni climatiche, ha preferito cambiare programmi. Accanto a loro c'è anche la Ejjafini che dovrebbe tornare sui 42,195 km a Francoforte e un paio di emergenti come la Epis e la Quaglia che ora sta svolgendo uno stage in Kenya". 

a.g.   

Nella foto, il maratoneta azzurro Ruggero Pertile (Giancarlo Colombo/FIDAL)

File allegati:
- Mondiali 2011: la preview della maratona



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