Mondiali montagna, gioia azzurra
11 Settembre 2013Il senso della spedizione azzurra ai Campionati Mondiali di corsa in montagna di Krynica-Zdroj è tutta nel sorriso dolce di Alice Gaggi, la nuova Campionessa Mondiale della specialità. Domenica 8 settembre in Polonia l'Italia ha conquistato un bel bottino di medaglie, sei per la precisione: l’oro di Gaggi che preannuncia quello della squadra femminile, la bella vittoria del giovane e polivalente Nekagenet Crippa fra gli junior, il bronzo di Elisa Desco, le due medaglie d’argento delle squadre maschili (assoluta e under 20). Ma la medaglia più sorprendente, più inattesa è senz’altro quella della valtellinese: proprio nel giorno del suo compleanno ha sorpreso tutti, compresa se stessa, con una grande rimonta. “Non ero tra le favorite, non mi consideravo nemmeno la più forte tra le italiane. Eppure siamo riuscite a fare una gara tutta in progressione e senza mai un cedimento. Conoscendo molto bene Elisa Desco, sapendo come stava, l’ho presa come punto di riferimento: puntavo a starle dietro il più possibile. Più le resto attaccata, più avanti arrivo, pensavo. Poi nell’ultima salita, molto dura, lei ha fatto qualche passo di camminata… io invece sono riuscita a tenere la corsa e da lì è partita la mia scalata”. Ha staccato Desco, poi ha preso e superato la britannica Emma Clayton che era sembrava destinata all’oro. “E’ stato il momento più brutto. Davvero, non ero preparata… le gambe ormai si rifiutavano di correre e io ero terrorizzata di farmi superare. Poi dopo il traguardo, la felicità più grande”. Il finale di gara è stato trascinante. Come hai costruito questo appuntamento? “Credo che il raduno con la nazionale al Sestriere sia stato determinante. Non avevo mai fatto un periodo in quota così lungo, non sapevo nemmeno come avrei reagito. Ci siamo allenati duramente e questo ha dato i suoi frutti. La mia stagione è stata altalenante: buoni cross, ma poi la prima parte della stagione in montagna non è andata bene. Non sono riuscita a entrare nella squadra per gli Europei, anche perché nuove ragazze come Sara Bottarelli e Samantha Galassi si sono meritate la maglia. Ma rimanere a casa mi ha motivato ancora di più, e mi ha permesso di finalizzare immediatamente i Mondiali”. Ora commessa part time in un negozio di abbigliamento sportivo a Castione (Sondrio), per anni si è occupata di api. “Sono tecnico apistico, ma ho dovuto abbandonare per riuscire ad allenarmi. Mi è rimasta la passione, a casa abbiamo cinque cassette di api, ma a dir la verità se ne occupa soprattutto mio papà Donato”. Nata e cresciuta a Faedo, ha iniziato a fare atletica nel G.S. Valgerola. Dopo il matrimonio con Giovanni si è trasferita a Morbegno, cittadina che al rientro dalla Polonia l’ha accolta con una festa a cui sono venuti tutti. “Pensavo che dopo la premiazione le emozioni fossero finite e invece ne è arrivata una ancora più grande. Mi sono commossa”.Quali orizzonti vedi oltre la montagna? “In inverno mi diverto nei cross, in estate faccio qualche corsa su strada per integrare il lavoro in montagna. Su pista è dove mi esprimo meno bene, ma non mi sono mai applicata seriamente”.
A Proprio a Krynica-Zdroj è avvenuto il passaggio della bandiera della WMRA dalla federazione polacca alla FIDAL, che ospiterà la rassegna iridata 2014 a Casette di Massa (MS). Un Mondiale che non poteva avere traino migliore, come dichiara il DTO della nazionale Massimo Magnani. “La stagione della corsa in montagna è particolarmente buona, soprattutto considerando che il gruppo è formato da atleti molto giovani, già capaci di vincere ma con ampie prospettive di crescita. Con loro alcuni esponenti di generazioni più ‘grandi’, in grado di trasferire le conoscenze e far crescere i nuovi arrivati. Guardare ai giovani è la strada”. Continua Magnani “Questi successi sono i frutto della grande compattezza del movimento e della condivisione del progetto da parte di tutti: atleti, allenatori, società. Nell’ambiente si respira un grande spirito di squadra e non solo fra gli atleti: per esempio Krynica-Zdrój è arrivato un pullman di sostenitori dall’Italia, tifosi che provenivano da tante società diverse, alcuni semplici appassionati. Ma hanno tifato per tutti, senza differenze di provenienza, solo per la maglia azzurra… è un particolare che dà il senso di tutto un ambiente stretto intorno a un progetto che funziona”. Nella classifica a squadre l’Italia è arrivata sul podio tre volte su quattro. Sono mancate all’appello del podi solo le juniores. “Sono arrivate settime. Ma rispetto alle edizioni precedenti meno punti le separano dal podio. Questo significa, da una parte, che c’è una concorrenza molto forte, dall’altra che anche le ragazze stanno crescendo”. Uno che si è comportato benissimo in Polonia, pur senza arrivare sul podio, è Bernard Dematteis. “E’ stato più bravo di quando ha vinto gli Europei. E’ arrivato quinto in rimonta dietro ai quattro atleti ugandesi, che hanno personali importanti in pista e su strada, correndo l’ultimo dei tre giri più forte dei medagliati. Nel percorso c’era una lunga discesa per nulla tecnica, una caratteristica che non ha avvantaggiato gli ‘specialisti’ della montagna come Bernard”.Quali sono le prospettive per questo gruppo fuori dalla pista? “Tutti questi ragazzi saranno impegnati anche nei cross, su strada e su pista. Alcuni già hanno vestito la maglia azzurra nei cross, penso ai Dematteis o a Baldaccini, mentre Gaggi l’ha solo sfiorata ma ora ha dimostrato di avere le carte in regola per puntarci con decisione. Li vogliamo coinvolgere in più specialità del mezzofondo, e questo percorso partirà dal coinvolgerli nei raduni insieme ai mezzofondisti. Ci sono dei ragazzi di qualità e delle potenzialità da esplorare. Senza dimenticare che questa apertura della corsa in montagna alle altre discipline funzione nei due sensi, ovvero atleti di altre specialità si testeranno nella corsa in montagna che diventerà un ambiente sempre più qualificato”.
Anna Chiara Spigarolo
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