Mondiali: niente finale per Alessia Trost
10 Agosto 2017A Londra l'altista salta 1,89, non abbastanza per superare la qualificazione. Out anche la Furlani e l'ottocentista Santiusti.
di Alessio Giovannini
interviste di Anna Chiara Spigarolo
E' tornato il sole a Londra. Dopo il freddo diluvio di ieri, la settima giornata dei Campionati del Mondo di Londra per l'Italia va purtroppo presto in archivio senza buone notizie. Alessia Trost ed Erika Furlani non riescono a superare la qualificazione del salto in alto. La 24enne pordenonese delle Fiamme Gialle salta 1,89 alla terza prova, ma poi commette tre errori a 1,92. Misura che, all'uscita di scena dell'azzurra, spalanca le porte della finale a dodici avversarie. Soltanto 1,80, invece, per la 21enne laziale delle Fiamme Oro all'esordio in una grande rassegna. Non va meglio all'ottocentista Yusneysi Santiusti, settima in batteria con 2:02.75, non abbastanza per il passaggio al turno successivo.
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E' la prima volta che Alessia Trost manca la qualificazione in un grande appuntamento: dal settimo posto ai Mondiali di Mosca 2013 al quinto delle Olimpiadi di Rio 2016 dopo altre cinque finali internazionali tra Europei, Europei Indoor e Mondiali al coperto. Nella stagione del cambiamento - segnata anche da alcune tristi vicende personali come la recente scomparsa del suo primo allenatore Gianfranco Chessa - è ancora "work in progress" per Alessia che dallo scorso autunno si è trasferita ad Ancona sotto la guida di Marco Tamberi. Oggi il suo Mondiale dura otto salti. I primi due (1,80 e 1,85) sono quelli che le servono per partire con il piede giusto. Qualche brivido ad 1,89: al secondo sembra fatta, ma l'azzurra si vede beffare dall'asticella che precipita dopo il suo atterraggio sul saccone. L'ultima prova è finalmente OK, ma i tre successivi tentativi a 1,92 rivelano più di un'incertezza che costa cara all'altista friulana. Occhi sbarrati, aria incredula, la testa tra le mani: la Trost a bordo pedana riceve anche l'abbraccio affettuoso dell'amica Ruth Beitia. L'olimpionica spagnola prova a consolarla e strapparle un sorriso. Nello sguardo di Alessia, però, stasera galleggiano altri pensieri.
"Questa mancata finale è figlia sia di instabilità tecnica che di un’incapacità a gestire la gara a livello emotivo”. Spiega la Trost, appena uscita da quella pedana dove purtroppo sono scese molte lacrime. “Alla fine servivano 3 centimetri in più o 2 errori in meno a 1,89. Alcuni salti erano molto buoni, in particolare alle misure più alte. Gli errori a 1,89 e 1,92 sono dovuti a incertezze nella velocità d’entrata e nelle distanze, e purtroppo nel finale sono tornata, quasi con un automatismo, al mio vecchio salto… che ora però non è produttivo. L’unico, minuscolo, lato positivo è che sappiamo dove abbiamo sbagliato e in che direzione andare per mettere insieme tutti i pezzi. Ma intanto è molto dura mandare giù questo risultato”. Continua l’azzurra: “È stato un anno duro e complesso per tante ragioni. Il bello dell’atletica è che ti permette di lasciare tutto da parte, di isolarti e goderti un grande stadio pieno di gente come questo di Londra. Ma non sempre è sufficiente”. “We will be back” conclude l'azzurra.
Blackout per Erika Furlani. Il bronzo europeo under 23 paga forse l'emozione dell'esordio in un contesto di questo livello ed saluta la pedana dello Stadio Olimpico con 1,80 superato alla seconda. Niente da fare per l'azzurra delle Fiamme Oro al successivo 1,85 su cui resta impressa soltanto una tripletta di "X". Un risultato che, purtroppo, un po' stona con i progressi evidenziati dalla 21enne laziale che in questa stagione era stata capace di migliorarsi fino ad 1,92.
"Ho sofferto un po' l'emozione del primo grande campionato e ho commesso degli errori. Mi aspettavo di più, ho sbagliato. Per arrivare qui e non farsi travolgere dalla tensione serve più sicurezza in me stessa, magari di una stagione sopra l'1,90. Devo lavorare di più. Oggi non sono riuscita a realizzare la mia rincorsa, il terzo salto a 1,80 era buono ma a 1,85 ho fatto confusione. Una volta finita la gara ho osservato con attenzione le mie avversarie, confrontando il mio salto con il loro e cercando di imparare il più possibile”.
"Gli 800 sono una guerra, anche qui ci sono state delle spinte e delle gomitate ma ho gestito male la bagarre, spendendo troppo e alla fine non avevo più lo spunto per la volata. 2:02.75 qui ai Mondiali è un risultato che mi pesa molto, il dispiacere è enorme. Mi sono allenata per correre in meno di due minuti”. Continua: “Negli ultimi duecento ho preso delle spinte e ho perso il ritmo, e non sono più riuscita a riprendermi. Mi scuso con tutti”.
DOMANI TAMBERI E LA FINALE CON LINGUA - Domani, venerdì 11 agosto, entra in gara Gianmarco Tamberi. Il 25enne delle Fiamme Gialle, campione iridato in sala ed europeo di salto in alto, sarà impegnato nella qualificazione alle 11.15 ora locale (12.15 in Italia) per cercare un posto nella finale di domenica. La misura di ammissione diretta è fissata a quota a 2,31 ma in ogni caso andranno avanti i migliori dodici. Nella sessione serale dell’ottava giornata da seguire poi Marco Lingua (asd Marco Lingua 4ever) che affronterà la finale del martello. Il lanciatore piemontese, dopo aver conquistato il dodicesimo posto in qualificazione, scenderà in pedana nel turno conclusivo alle ore 21.30.
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