Mondiali, ridono Di Martino e Galvan
Missione compiuta. Antonietta Di Martino supera l'1,95 dello scoglio qualificazione e approda alla finale dell'alto, prevista per giovedì sera tra le mura cariche di storia dell'Olympiastadion di Berlino. Il suo sorriso è il raggio di luce che ci voleva nel cielo, oggi plumbeo, della capitale tedesca, precipitata in un anticipo d'autunno. Un brivido nella mattinata tricolore arriva solo quando la Di Martino affronta l'1,89: l'asticella vola via al primo tentativo, ad aprire dieci di minuti di piccole incertezze. Subito cancellate, con il salto successivo, che riavvia il cammino prima verso l'1,92, poi in direzione dell'1,95 (OK alla prima prova in entrambi i casi). Quando i giudici firmano il verbale di gara, l'appello è completo: le più forti ci sono tutte. A cominciare dalla Friedrich (ormai prossima alla trasparenza corporea), che non perde occasione per intimidire le avversarie, Vlasic in testa: entra in gara addirittura a 1,95, la misura di qualificazione, e vola di là, plastica, senza nessun problema. L'ovazione la accoglie trionfante sui sacconi di caduta, possibile anticipo di ciò che sarà in finale, giovedì. Il cielo torna un po' azzurro anche grazie a Matteo Galvan, qualificato alla semifinale dei 400 metri. Il suo approccio alla gara è probabilmente un po' troppo tranquillo (e la cosa suona sinistra dopo il via flemmatico e fatale costato caro a Libania Grenot), ma nel finale il vicentino reagisce bene, guadagnando centimetri anche al rilassato campione olimpico, lo statunitense LaShawn Merrit (primo con 45.23). Il cronometro premia Galvan, assegnandogli il personale con 45.86 (era arrivato a 45.88 agli Assoluti di due settimane fa a Milano), ma il primo responso dice anche che il suo Mondiale è chiuso lì. Per pochi minuti soltanto, però, prima che la squalifica del congolese Kikaya lo rispedisca dritto in paradiso. Turno superato, e chance di affrontare la prima semifinale mondiale in carriera. Il più veloce del lotto è targato Bahamas, con 45.00. Nessuno scende sotto i 45, e questa è già una notizia.
La tarda estate berlinese si trasforma in principio d'autunno nel momento dedicato al ritorno in pista, nei 200 metri, di Usain Bolt. Il cielo è grigio, e la temperatura inferiore ai venti gradi, quando il razzo si accovaccia sui blocchi. Ne viene fuori un comodissimo 20.70, praticamente una passeggiata, il miglior viatico per una prestazione di rilievo assoluto in finale, quando le energie serviranno tutte, intatte. Domani sera non ci sarà comunque la sfida con Tyson Gay: come annunciato, infatti, lo statunitense non si presenta ai blocchi. Resta in corsa per la staffetta, anche se a questo punto ogni dubbio è lecito. Migliore del turno mattutino, lo statunitense Shawn Crawford, con 20.60.
m.s.
Nella foto in alto Antonietta Di Martino; in quella in basso Matteo Galvan (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
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