Mondo, Kebede-Jeptoo a Londra
22 Aprile 2013di FIDAL
Londra, Kebede atto secondo
Il maratoneta più accorto e tatticamente intelligente si è assicurato per la seconda volta nella carriera la maratona più prestigiosa del pianeta, la Virgin London marathon, che ha assemblato buona parte dei migliori specialisti in circolazione. L'etiope Tsegaye Kebede, inesauribile metronomo di piccola statura, ha gestito al meglio le questioni organico-aerobiche, croce e delizia dei maratoneti, per risalire la china nel tratto decisivo della gara londinese e vincere in 2h06'04". Basti pensare che a 7 chilometri dal traguardo, dopo un avvio vertiginoso e la saggia decisione di non andare fuori giri, Kebede patìva circa 50 secondi dai leader della corsa.
Per Kebede si tratta dell'ennesimo successo in una maratona di primo piano. Oltre ai due trionfi londinesi (il primo nel 2010) conta anche due a Fukuoka, uno a Chicago e uno a Parigi, oltre al bronzo olimpico di Pechino e all'altro bronzo iridato di Barlino. In aggiunta, un secondo posto a Chicago, un secondo, un terzo e un quinto a Londra. Statisticamente, da ieri è anche l'atleta con il maggior numero di prestazioni sotto le due ore e otto minuti e le due ore e nove minuti, ed è a un passo dall'eguagliare il maggior numero di prestazioni sotto le due ore e sei e le due ore e sette. Giù il cappello.
Come in altre occasioni, la corsa è stata impostata su ritmi impossibili, specialmente nei primi cinque chilometri (14'22") che in prematura proiezione indicavano un crono finale largamente inferiore al record del mondo. Nonostante un rallentamento dopo il decimo chilometro, il passaggio a metà gara è stato di 1h01'34", ancora abbondantemente sotto il limite mondiale, in proiezione, mentre i dieci chilometri successivi sono stati coperti in 29 minuti. Il drappello al comando si è dissolto lasciando al comando della corsa due kenyani e due etiopi, Emmanuel Mutai (vincitore nel 2011) e Stanley Biwott, Feyisa Lilesa e Ayele Abshero, lasciando in breve Kebede a 18 secondi, gap aumentato fino al 35° chilometro, prima che l'etiope, via via, raccogliesse i frutti di una sagacia tattica accorta a danno di coloro che, lì davanti, non avevano più birra in corpo.
Emmanuel Mutai ha chiuso secondo in 2h06'33", e il giovane Abshero terzo in 2h06'57". Ceduto di schianto Biwott, ottavo in 2h08'39", il quarto posto è andato a Lelisa (2h07'46"), il quinto al vincitore dell'anno scorso Wilson Kipsang Kiprotich (2h07'47"), e il sesto al campione olimpico ugandese Stephen Kiprotich (2h08'05"). Settimo l'eritreo Asmerom in 2h08'22", primo europeo (decimo) lo spagnolo ex-marocchino Lamdassem in 2h09'28". Giornata-no per il primatista del mondo Patrick Makau, undicesimo in 2h14'10". Mo Farah, come da previsioni, ha corso fino a quasi metà gara col gruppo dei migliori, e tenterà l'approccio alla distanza piena il prossimo anno.
Jeptoo 2h20'15"
Terza l'anno scorso, la kenyana Priscah Jeptoo (argento olimpico e mondiale) ha vinto una gara a lungo condotta assieme all'iridata in carica Edna Kiplagat e all'ex-iridata di mezza maratona Florence Kiplagat, dopo il cedimento delle migliori etiopi iscritte, come la Melkamu, al comando fino a metà gara, e la sfortunata campionessa olimpica Tiki Gelana, uscita contusa e dolorante da una collisione avvenuta in prossimità di un rifornimento con Josh Cassidy, numero uno della categoria "wheelchair". Il crono della Jeptoo (2h20'15") rappresenta la miglior prestazione mondiale dell'anno e la diciannovesima all-time, ed è maturato nonostante la decisione delle atlete di élite di non assecondare il ritmo troppo elevato imposto dalle pacemakers kenyane Valentine Kipketer e Helah Kiprop. Lo scossone alla corsa, dal 25° al 30° chilometro, con una frazione da 16'04" opera di Jeptoo e Edna Kiplagat, poi il definitivo gap imposto dalle Jeptoo, con un vantaggio salito a oltre quindici secondi nei successivi cinque chilometri.
Edna Kiplagat, seconda un anno fa, ha conservato agevolmente la seconda posizione all'arrivo (2h21'32"), terza e quarta la giapponese Akaba (2h24'43") e l'etiope Atsede Baysa (2h25'14"), due atlete tra le prime posizioni fino a metà gara, poi risucchiate e risorte nel finale. Solo quinta la Melkamu (2h25'46"), sesta Florence Kiplagat (2h27'05"). Prima europea la russa Biktimirova, ottava in 2h30'02", sedicesima Tiki Gelana in 2h36'55". La classifica delle World Marathon Majors 2012/2013, alla luce dei risultati di Londra, vede ora al comando Kebede con 60 punti nella tabella maschile (secondo Kipsang con 36) e la Jeptoo con 50 punti (seconda con 40 l'altra Jeptoo, Rita, prima a Boston).
Kipchoge, debutto di lusso
Il campione del mondo 203 dei 5000 metri Eliud Kipchoge ha vinto la maratona di Amburgo, dove esordiva sulla distanza, in 2h05'30", record della corsa e miglior tempo della tornata di maratone che si sono disputate nel weekend appena trascorso, battendo con ampio margine l'etiope 21enne Limenih Getachew (2h07'35", vincitore a Colonia la scorsa stagione) e il kenyano Lawrence Kimaiyo (2h10'27").
Nella gara femminile, successo della lituana Diana Lobacevske in 2h29'17" davanti all'elvetica Maja Neuenschwander (2h30'50") e alla kenyana Priscilla Lorchima (2h31'23"), atleta di 28 anni sbucata dall'anonimato con un progresso cronometrico di oltre 14 minuti. In gara si è registrato il crollo del favorito Wilson Kiprop (quindicesimo in 2h19'20").
Le altre maratone
A Varsavia (edizione inaugurale) più di un grosso nome è stato sconfitto dall'etiope Sisay Lemma, primo in 2h09'02 e vincitore a Carpi nel 2012. Tra gli illustri battuti, l'elenco comprende Elias Kemboi (2h09'49"), il 40enne marocchino due volte iridato Jaouad Gharib (2h10'11"), Nicholas Kamakya (quarto in 2h10'33"), David Toniok Cherono (quinto in 2h10'56"), e via via Evans Ruto, l'ucraino Baranovskyy e l'altro kenyano Felix Keny. La corsa maschile era valida per l'assegnazione del titolo nazionale, andato a Arkadiusz Gardzielewski, ottavo in 2h13'43". Attardatissimo il favorito Szost, che ha chiuso oltre la trentesima posizione. Tra le donne, prima la kenyana Milka Jerotich in 2h28'23" sulla bielorussa Damantsevich in 2h33'00" e la polacca ex-ucraina Kalendarova-Ochal (2h34'25"). In una maratona di Nagano (Giappone) condizionata dal micidiale trio pioggia neve e vento, successo del favorito Yuki Kawauchi in 2h14'27" sul russo Aleksey Sokolov (2h15'31") e della russa Puchkova in 2h30'40".
Ancora Europa: a Enschede vince il kenyano Isaac Kosgei in 2h09'17" sui connazionali Josephat Kiprono (2h09'34") e Patrick Cheruiyot (2h09'48"). A Linz altro uno-due kenyano con Robert Kwambai (2h09'21") che ha preceduto Evans Cheruiyot (2h09'57") e l'esordiente etiope Fikre Assefa (2h10'23"). Irina Mikitenko ha corso metà gara in 1h14', successo femminile alla 37enne moldava Cerches in 2h33'53". A Belgrado vince l'altra veterana Olivera Jevtic in 2h36'12", mentre tra gli uomini il successo è andato al 40enne Edwin Kiplagat Kitum in 2h19'36". Annecy: John Mutai vince in 2h15'15". E' una settimana favorevole ai Masters: ad Anversa si impone il 38enne marocchino Abdelhadi El Hachimi in 2h12'53" su Kenneth Korir (2h13'50"). A La Coruña, bella città della Galizia che si affaccia sull'Atlantico, successo e titolo spagnolo per il debuttante Javier Guerra in 2h12'20" (titolo donne a Maria Jesús Gestido in 2h40'22").
Mezze maratone in Cina e Francia
Nella mezza internazionale di Yangzhou successi etiopi con Yakob Jarso, già finalista olimpico sui 3000 siepi, col tempo-record di 1h00'39" (tre secondi meglio del kenyano Nicholas Kipkemboi e sette sull'eritreo Nguse Tesfaldet, solo quarto il presunto favorito Silas Kipruto in 1h00'52"), e con Worknesh Degefa (1h08'43", altro primato locale) che ha preceduto Tadelech Bekele (1h08'45") e Yebrqual Melese (1h09'02") a completare la tripletta etiope. Nella Humarathon di Ivry-sur-Seine 1h01'07" dell'etiope Dawit Weldeselasie sul kenyano Geoffrey Kenisi (1h01'21"), e tra le donne 1h10'08" di Gladys Kipsoi. A Nizza, un ottimo maratoneta come Dino Sefir si è imposto in 1h00'30" sull'esordiente kenyano Yusuf Biwott, staccato di tre secondi. Tra le donne era al via l'ex-primatista del mondo dei 5000 metri Elvan Abeylegesse, che ha rispettato il pronostico vincendo in 1h10'32".
USA, le Mt.SAC Relays
Diversi primati mondiali stagionali hanno caratterizzato la kermesse di Walnut: sabato, oltre al super-decatleta Ashton Eaton che ha corso i 200 in 20"76, in evidenza il mezzofondo con i successi di Will Leer (13'21"55 sui 5000) e di Brenda Martinez nei 1500 (4'04"86). Il meglio, come da tradizione, nella conclusiva giornata di domenica, con altri mondiali stagionali: 10"04 di Mike Rodgers nei 100 sul finalista olimpico Ryan Bailey (10"18), un sontuoso 41"79 delle frecce nere a formazione mista nella 4x100 donne (White, Jeter, Lauryn Williams e la nigeriana Okagbare), il 2,34 dell'argento olimpico di salto in alto Kynard (2,31 condiviso da Jess Williams e dal canadese Mason), e le due volate femminili più veloci della stagione, 11 netti di English Gardner e il 22"31 della stessa Okagbare nei 200 metri.
Tra le altre cose da segnalare, l'esordio di Allyson Felix (seconda nella 4x100 con la Tarmoh e le ostacoliste Harper e Crawford), il crampo che ha relegato all'ultimo posto dei 100 la Jeter (11"68), il 45"18 del saudita Al-Masrahi nei 400, e il 17,36 del triplista haitiano Laine.
Leggendo tra i numeri, la lunghista Tori Bowie si è portata a 11"14 nei 100, Mandy White ha vinto un'altra serie dei 100 in 11"07, mentre il vento generoso ha condizionato la legalità dei risultati negli ostacoli alti: vittorie scintillanti di Yvette Lewis in 12"43 sulla sempre più arrembante Vashti Thomas (12"56), e 13"23 di Ryan Wilson sul talento francese Pascal Martinot-Lagarde (13"28, terzo Eaton in 13"37). Nella serie migliore dei 200 donne vinta dalla Okagbare, ottavo posto per Martina Giovanetti in 24"80 (vento 1,3).
Kansas Relays, lanciano i giganti
Le pessime condizioni atmosferiche hanno costretto gli organizzatori a spostare peso e lungo in un impianto indoor, dove sono maturati risultati quali il 21,65 del campione mondiale al coperto Ryan Whiting, il 21,60 di Reese Hoffa e il 21,12 del canadese Justin Rodhe. Falsa partenza di Cantwell (un solo lancio valido di 18.24). Nel lungo femminile, 6,82 di Janay DeLoach. Tra le gare disputate nel tradizionale impianto outdoor, fa notizia la sconfitta di Manzano e Symmonds nel miglio, battuti da Cory Leslie in 3'58"18, e si segnala il debutto dell'argento olimpico dei 400 ostacoli Mike Tinsley in 48"77 (solo quinto Bershawn Jackson, che non si è ancora ripreso dai Trials olimpici dell'anno scorso). Tornando all'attività indoor, giunge solo ora notizia di 4,84 della neoprimatista mondiale al coperto di salto con l'asta Jenn Suhr, ottenuto in febbraio.
Hicks 8,31 in Louisiana, Gay sui 400 in Florida
Il lunghista Jeremy Hicks ha vinto la gara di lungo dell'Alumni Gold di Baton Rouge con 8,31, salto inficiato dal vento eccessivo, cui fa da contrappasso un 8,03 regolare. Il quattrocentista di Trinidad Deon Lendore ha vinto i 400 in 45 netti. Aries Merritt, dopo l'esordio di una settimana fa, ha vinto i 110 ostacoli in 13"37. Nello sprint, 11"18 di Kim Duncan e 22"47 ventoso di Kamaria Brown. Nel Tom Jones Memorial di Gainesville Justin Gatlin ha vinto i 100 metri in 10"06 (due decimi sul trinidegno Sorrillo), il campione del mondo degli ostacoli alti di Berlino 2009 Brathwaite si è imposto in 13"36 ventoso, Kellie Wells ha vinto i 100 ostacoli in 12"79 sulla britannica Porter (12"87) con vento appena oltre il limite. Tyson Gay ha corso i 400 perdendo in 45"95 da Tony McQuay (45"88). Perde anche Wariner a Waco in 45"72, battuto da David Verburg (45"56).
Altro dagli USA
L'ultimo weekend manda in archivio il 10"08 dello sprinter Locke, l'8,05 della novità sudafricana del lungo Stefan Brits, e soprattutto il 45"25 di James Harris (rara alternanza tra i 400 e il salto in alto, dove ha un personale di 2,27), tutti risultati registrati a Raleigh. Nel war Eagle Invitational di Auburn exploit collettivo per Bahamas, con 22"61 della solita Shaunae Miller, 11"26 di Sheniqua Ferguson che lascia a un centesimo nientemeno che Kerron Stewart, e 2,28 del 19enne altista Ryan Ingraham. Ancora, seconda doppietta consecutiva di Isiah Young (10"09 e 20"39), e 20,53 dell'emergente Paul Davis nel peso, 21enne di colore.
Resto del mondo: 1500 veloce in Marocco, Prasil 21,47
Eccellente gara di 1500 uomini in un meeting a Marrakech, dove il 28enne Zakaria Maazouzi si è portato in modo del tutto inatteso a 3'31"94, precedendo Sadik Mikhou (3'33"31), altro miler in chiaro progresso In Sud Africa, clamoroso 21,47 del pesista ceco Ladislav Prasil, bronzo europeo indoor, ottenuto in un piccolo meeting. Ancora lanci in evidenza con il 20,63 dell'argentino German Lauro a Mar del Plata e il 71,88 della martellista venezuelana Rodriguez in Slovenia. In Africa, la junior belga di origini africane Naffisatou Thiam ha vinto un eptathlon col nuovo record assoluto belga di 6.021 punti (con 1,90 nel salto in alto). La Thiam, nella stagione indoor, aveva stabilito il record mondiale junior indoor di pentathlon con 4.558 punti, non omologato a causa di errori nelle procedure di trasmissione del controllo antidoping. A Reunion esordio per il campione europeo dei 60 metri Jimmy Vicaut, che ha vinto i 100 in 10"14 ventoso.
Per concludere, mezzofondo dal Giappone, con protagonisti i soliti kenyani: nelle Hyogo Relays 27'40"44 di Patrick Mutunga su Paul Tanui (27'51"13) e Martin Mathathi (27'58"44). Tra le donne, 32'00"02 di Sally Kaptich. Tegola sul Kenya: Sally Kipyego, star dei 5000 e 10000, probabilmente salterà tutta la stagione per infortunio. Marcia: campionati nazionali giapponesi dei 50 km a Wajima: ottimo 3h44'25" di Takayuki Tanii davanti a Koichiro Morioka (3h50'51"). Nel meeting polacco di marcia di Zaniemysl, primati personali nei 20 km per Grzegorz Sudol (1h20'46") e Lukasz Nowak (1h20'48"). Tra le donne, successo di Paulina Buziak in 1h30'50". Per la diffusione di news e risultati, si ringraziano gli amici Ken Nakamura, Ozren Karamata, Alfons Juck, Mirko Jalava e Zbigniew Jonik.
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