Mondo: Lavillenie il re volante

22 Febbraio 2016

Renaud Lavillenie e Pascal Martinot-Lagarde brillano a 30 giorni dal mondiale di Portland. Una bella edizione dei Millrose Games, le volate di Mo Farah e Genzebe Dibaba e i campionati asiatici di Doha completano il quadro estero settimanale.

di Marco Buccellato

A un mese dai campionati mondiali indoor le stelle dell'atletica francese brillano con risultati di vertice: Renaud Lavillenie, dopo aver iniziato l'anno solare con tre sconfitte in altrettante uscite, ha ritovato successo e prestazione-super nel meeting di Clermont-Ferrand, idealmente l'erede del meeting di Donetsk. Nell'impianto ucraino sono stati stabiliti gli ultimi due record mondiali indoor (in qualche caso primati assoluti) della specialità e ben dodici complessivamente (tre da Bubka, uno da Lavillenie, ben otto dalla Isinbayeva). La progressione del campione olimpico sulla pedana di casa è stata esente da errori fino ai 6,02, misura del primato mondiale stagionale superata con modalità tecniche al limite della perfezione. E' stata invece fallita dal campione mondiale Shawn Barber (5,91), reduce dal 5,89 di ventiquattrore prima a Glasgow, dimostrando però un'ottima vena. Il francese ha poi tentato senza molta convinzione i 6,17 del primato del mondo. Motivatissimo, vorrà riprendersi la corona iridata a quattro anni da Istanbul, dopo il forfait di Sopot nel 2014.

Esordio a tinte brillanti anche per Pascal Martinot-Lagarde, che a Metz ha vinto i 60 ostacoli in 7"49, terzo tempo della stagione. Smalto ritrovato nel percorso di avvicinamento iridato. L'ostacolista centra il podio da quattro anni di fila nell'appuntamento più importante dell'attività indoor. Bronzo mondiale 2012, bronzo europeo 2013, argento mondiale 2014 e titolo europeo a Praga nel 2015. Tonico e mai così veloce al coperto anche Christophe Lemaître, il cui 20"44 sui 200 (distanza non nel programma dei mondiali) va letto in chiave estiva. Statisticamente, la prestazione del pluricampione europeo si colloca al sesto posto nelle graduatorie continentali di sempre, a otto centesimi dal record nazionale. A Lemaître non è mancata nemmeno la soddisfazione di issarsi al vertice delle graduatorie 2016. Nel pomeriggio di sabato, infatti, il canadese Rodney aveva corso vicino New York in 20"46, due centesimi in più del francese.  

Altezze settimanali

Oltre a Lavillenie e Barber, fucina di record personali anche questa settimana: il campione del mondo indoor Filippidis è salito a 5,84 sempre a Clermont-Ferrand (pur vantando 5,91 all'aperto), mentre sul fronte femminile sono progredite la statunitense Hixson e la ceca Malacova (4,62 per entrambe), la cinese Li Ling (4,70 ai campionati asiatici indoor di Doha), la venezuelana Peinado (4,52 per il primato sudamericano junior) e soprattutto il duo Stefanidi-Payne, che ha dato spettacolo nell'Armory Track and Field Center di new York, sede dell'edizione numero 109 dei Millrose Games, il meeting indoor più vecchio del pianeta.



New York on "high notes"

Un primato dai Millrose Games è arrivato: per la prima volta nella storia del salto con l'asta femminile, due atlete hanno superato i 4,90 nella stessa gara. Vittoria alla greca Ekaterini Stefanidi (record nazionale) e secondo posto per Demi Payne, già in orbita pochi giorni fa con 4,88. La precedente miglior misura per una astista non vincente apparteneva con 4,85 a Fabiana Murer ai recenti mondiali di Pechino. Il meeting ha offerto altri ottimi risultati, a partire dai quattro record mondiali stagionali nel mezzofondo, autori i tre statunitensi Matt Centrowitz nel miglio con la quarta prestazione all-time di 3'50"63 (e Nick Willis secondo in 3'51"06 per il nuovo primato dell'Oceania), Ryan Hill in 7'38"82 sui 3000 e Ajee' Wilson in 2'00"09 sugli 800 donne, mentre il quarto acuto è giunto dai 5000 femminili con la kenyana Betsy Saina (14.57"18). Aldilà dei primati stagionali, gran miglio anche per Shannon Rowbury (4'24"39), esordio di Andre De Grasse in 6"61, eccellente 60 ostacoli con McLeod in 7"46 col recordman di decathlon e eptathlon Ashton Eaton su standard elevatissimi (7"53).

Dibaba e Farah

La pluriprimatista del mondo Genzebe Dibaba ne ha combinata un'altra delle sue nel meeting spagnolo di Sabadell, vincendo i 3000 in 8'22"50, seconda prestazione all-time al coperto dopo il suo record mondiale di 8'16"60, solo quarantott'ore dopo l'impresa-record di Stoccolma sul miglio. Mo Farah ha invece congedato il pubblico accorso al Glasgow Indoor Grand Prix con un altrettanto ottimo 3000, vinto in 7'39"55 prendendo l'iniziativa a 320 metri dall'arrivo sul redivivo e nuovamente competitivo a alto livello Augustine Choge. Dal meeting scozzese anche gli eccellenti 1500 di Iguider in 3'34"94 (miglior crono dell'anno), battendo il neoprimatista dei 1000 Souleiman, e di Sifan Hassan (4'01"40) che si è portata in scia, al nuovo record mondiale junior, l'etiope Gudaf Tsegay (4'01"81). Peccato per l'infortunio del veterano Collins nella finale dei 60 uomini (vinta da Safo-Antwi in 6"56 di un centesimo su Kilty) dopo il promettente 6"51 della batteria. Finale-sprint donne vinta dalla Schippers in 7"10 sulla più agguerrita rivale della finale mondiale dei 200 di Pechino, Elaine Thompson (7"14 alla prima esperienza indoor della carriera). Non ha deluso la neoprimatista mondiale junior Swoboda (7"15), così così la Asher-Smith (7"25). Sul fronte velocità arriva dalla Germania un altro 6"53 di Julian Reus, record nazionale ancora eguagliato.

Barshim 2,35 ai campionati asiatici

Tante buone prestazioni nell'Aspire Dome di Doha, sede della settima edizione dei campionati asiatici indoor.

Il nome di punta, Mutaz Essa Barshim, ha vinto l'alto con 2,35 sbagliando per tre volte a 2,40. La prima volta di una cinese a 4,70 nel salto con l'asta (Li Ling) e il doppio oro del qatarino Al-Garni sono stati i momento migliori di una rassegna decisamente interessante. Al-Garni ha prima sfiorato il primato asiatico sui 1500, vinti in 3'36"35, poi si è imposto anche sui 3000 in 7'39"23. Due primati continentali dalla ex-nigeriana Adekoya sui 400 (ora Bahrain), 51"68 in batteria e 51"67 in finale. Nella finale maschile il neoprimatista dei 500 metri Haroun ha vinto in 45"88. Dagli altri concorsi 5,75 del cinese Huang Bokai nell'asta e 14,35 della triplista kazaka Rypakova, già iridata indoor nel 2010 proprio a Doha, due anni dopo destinata a laurearsi campionessa olimpica a Londra. Medagliere al Qatar, primo con sei medaglie d'oro, cinque ori alla Cina e quattro al Kazakistan. I cinesi però conquistano tredici podi contro i dieci di qatarini e kazaki. I primati nazionali a pioggia (33 maschil e 16 femminili) e i 3 record asiatici corroborano il bilancio tecnico più che positivo della manifestazione. Appuntamento tra due anni a Ranchi, in India.

Salti e lanci all'aperto, Stratton 6,94

Tra gli highlights del Canberra Track Classic merita il primo posto il 6,94 della lunghista Brooke Stratton, seconda prestazione all-time australiana dopo il 7,00 di Brownyn Thompson risalente al 2002. In netta crescita la giovane sprinter Ella Nelson, scesa a 22"53 sui 200 metri. Dai campionati invernali russi di lanci emerge Vira Rebryk, campionessa d'Europa a Helsinki nel 2012. La giavellottista ex-ucraina ha portato il personale a 67,30, un risultato superiore al primato mondiale stagionale ufficiale della bielorussa  Khaladovich (65,10).

Maratona di Siviglia col record

Una 42 km tra le più suggestive, che si snoda nel centro della città andalusa ricca di siti culturali e monumenti, con un percorso scorrevole ocme pochi. L'ha vinta il kenyano 21enne Cosmas Kiplimo Lagat in 2h08'14" (primato della corsa) a due anni di distanza dal 2h08'33" con cui si impose da 19enne. Valida come campionato nazionale, è servita a quattro maratoneti spangoli per ottenere il minimo olimpico. Carles Castillejo che in 2h11'29" è giunto secondo, Jesús España 2h11'58", Paula Gonzalez 2h31'18" e prima al traguardo) e Estela Navascues (2h32'49"). In calendario ora tocca alla maratona di Tokyo, ricchissima come partecipazione tecnica: al via nomi cone Emmanuel Mutai, Feyisa Lilesa, Abel Kirui, Bernard Kipyego, Dickson Chumba, Eliud Kiptanui e il campione olimpico Stephen Kiprotich. Tra le donne due campionesse del mondo, Edna Kiplagat e Berhane Dibaba, e le altre etiopi Aberu Kebede e Shure Demise, la junior più veloce di sempre nella storia della maratona (2h20'59").

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