Mondo, Thompson torna Torpedo in 9.82
23 Giugno 2014Torpedo-Thompson 9.82
Richard Thompson è gloria sportiva di Trinidad & Tobago. Vero che sui podi importanti ha avuti illustri predecessori (Crawford, Boldon & Co.) e che qualcuno fece meglio di lui, ma nell'isola più grande della coppia (Trinidad) gli hanno persino dedicato una canzone, "We Silver Hero", all'indomani dell'argento olimpico sui 100 metri a Pechino, nella finale passata alla storia per l'incredibile finish di Usain Bolt a suon di primato mondiale (9.69). L'argento di Thompson non luccia quanto l'oro di Hasely Crawford a Montreal, al quale hanno dedicato addirittura lo stadio in cui si svolgono i campionati nazionali, ma quell'impresa in una delle più belle finali della storia dello sprint, accoppiata con l'argento anche nella 4x100, gli ha dato duratura credibilità e fama. Il nickname di Torpedo gli si addice. A Berlino fu quinto nella finale-leggenda del 9.58 di Bolt. A Daegu si arenò in semifinale, a Londra fu settimo sotto i 10 netti, a Mosca mancò per la seconda volta consecutiva la finale mondiale, sempre stoppato al penultimo turno. Mettiamo nella sacca pure l'altro argento con la staffetta a Berlino e il bronzo olimpico di Londra, e si spiega quanto meriti un soprannome così elettrizzante.
In questa stagione aveva fatto cose tutto sommato normali fino al clamoroso tempone in Florida (9.74), dove l'anemometro non ha funzionato ma la comune sottoscrizione dei testimoni, viste anche le altre gare a breve termine prima e dopo, indica in circa 4 metri la folata. Poi è arrivato in europa e ha iniziato a fare il Torpedo davvero. Sue Hengelo in 9.95 e Oslo in 10.02, poi l'approdo allo stadio nazionale di Port of Spain per il titolo conquistato a suon di record nazionale, un 9.82 che migliora il record mondiale stagionale di Gatlin ed è la nona prestazione mondiale di sempre. Se il tempone di Thompson è nelle corde delle finali dei 100 maschili a Port of Spain, a stupire sono di più gli altri. Il vento di 1,7 ha riportato a grandi livelli anche Keston Bledman (10.00) ma soprattutto Darrel Brown, argento ai Mondiali di Parigi 2003 e ex-recordman mondiale junior con 10.01, ormai 30enne, che ha corso in 10.05 dopo una prima parte di stagione ondeggiante intorno ai 10.40.
Ahye 10.85
Anche la 22enne Michelle-Lee Ahye, pure lei del lato Trinidad, ha stupito a Port of Spain, ma va forte da inizio stagione, indoor comprese. Raggiunta la finale mondiale indoor a Sopot (sesta e col record nazionale), ha vinto tutte le gare di 100 metri disputate nel 2014. Mai scesa sotto gli 11 secondi prima dell'ultimo weekend, si era migliorata a Ponce in 11.04 prima della clamorosa esplosione di 48 ore fa in 10.85, nella semifinale, tempo poi confermato in finale in 10.88. Non è il record nazionale (la Baptiste, prima dello stop, fece 10.83), ma è il miglior tempo della stagione. Anche lei ha avuto un soprannome a inizio carriera “Pocket Rocket", ora riciclato per altre star dello sprint di statura non eccelsa (Fraser-Pryce). L'ultimo, più vezzoso, è "Star Girl". Figlia d'arte (la mamma Racquel è stata velocista di livello nazionale), finora nelle grandi manifestazioni si è fermata in semifinale. A Port of Spain ha vinto anche i 200 in 22.95 dopo aver chiuso la semifinale in 22.77, primato personale.
First League a Tallinn
A Tallinn hanno centrato la promozione in Super League la Bielorussia, con uno scarto di due punti e mezzo sulla Norvegia, e la Finlandia.
A livello individuale maschile, da segnalare doppietta di Jaysuma Saidy Ndure (0.12 ventoso e 20.70), il 49.30 dell'irlandese Barr sui 400hs, l'8,25 ventoso del greco Tsatoumas nel lungo, la vittoria del campione olimpico in carica di martello Krisztián Pars (75,26) su quello ex Primož Kozmus (73,02). Al femminile, 65,83 della lituana Zinaida Sendriute nel disco. Bielorussia prima grazie alla compattezza della squadra femminile, soprattutto nei concorsi, e agli undici podi conquistati (sette dalle ragazze), pur senza prestazioni indimenticabili. Scendono in Second League Slovenia e Ungheria, al punto più basso della sua storia nella manifestazione.
Second League a Riga
Torna in First League la Svizzera, in compagnia della sempre più sorprendente Lettonia padrona di casa, promossa dalla Third League l'anno scorso. A fare le spese dell'exploit del paese ospitante è la Bulgaria, retrocessa un anno fa. Bocciate la Slovacchia e l'Austria, anche lei, come l'Ungheria, prossima a disputare tra un anno la Third League. I migliori risultati: 49.64 del bronzo mondiale dei 400hs Emir Bekric, 8,05 del lunghista lettone Misans, le doppiette di Ivet Lalova (11.34 e 22.92 ventoso), e di Ivana Španovic (6,58 e 13,50), il ritorno di Vania Stambolova (2:01.81 sugli 800) e il 64,05 dell'imbattibile discobola Sandra Perkovic. Da notare nella Serbia il triplo impegno di Amela Terzic, campionessa d'Europa junior e under 23, che in due giorni ha vinto i 1500 e i 3000 ed è salita sul podio (terza) anche sugli 800.
Third League a Tbilisi
Anche in questo caso un immediato ritorno in Second League, opera di Cipro, ma ad accompagnare nella serie superiore i ciprioti è l'assoluta novità dell'Islanda, uscita trionfante da un impegno che prevedeva ben quindici teams nazionali. Tra i risultati, l'ottimo 76.02 del martellista moldavo Marghiev (fratello delle più conosciute Marghieva), il 2:01.31 dell'albanese Luiza Gega sugli 800 (ha fatto meglio della bambina prodigio islandese Hinriksdottir, 2:02.70), il primato personale nel salto in alto a 2,24 di Eugenio Rossi (in gara con il team delle piccole nazioni europee da sanmarinese).
Omoregie primato europeo junior
A cavallo della Coppa, Blanka Vlasic è stata battuta con 1.94 a Buhl dalla uzbeka Svetlana Radzivil (stessa misura), il campione del mondo 2011 di salto con l'asta Pawel Wojciechowski ha superato 5,75 a Poznan, ma soprattutto i giovani britannici hanno fatto fuoco e fiamme ai campionati under 23 e junior di Bedford: l'ostacolista David Omoregie ha abbassato il limite europeo junior dei 110 hs (99 cm) a 13.17, un centesimo meno del limite del francese Belocian. La velocista Dina Asher-Smith ha corso i 100 in 11.11 e i 200 in 22.74, candidandosi per più di un posto al sole ai Mondiali junior di Eugene, ai quali manca un mese. Katerina Johnson-Thompson ha vinto i 100 under 23 in 11.30 ventoso. Junior in vista anche in USA: il pesista Braheme Days ha migliorato il record nazionale di getto del peso (da 6 kg) con 21,16.
Okagbare superstar
Ai campionati nigeriani di Calabar 11.06 e 22.62 di Blessing Okagbare, che ha però disertato il salto in lungo.
La manifestazione ha visto la partecipazione di diversi atleti USA che stanno ultimando il processo di naturalizzazione in Nigeria, come i velocisti Mark Jelks e Monzavous Edwards e l'ostacolista Akins. Presente anche il britannico Al-Ameen nei 110hs, anche lui in attesa di vestire la divisa nigeriana. Tra gli altri risultati, 17,21 ventoso del triplista Tosin Oke, al settimo titolo nazionale consecutivo, e 6,68 della lunghista 21enne Brume.
Dieci chilometri a Boston
Alto livello per la corsa su strada del Massachusetts, con due record mondiali stagionali per la distanza su strada. Tra gli uomini successo di Stephen Sambu in 27:25, dieci secondi su Geoffrey Mutai; tra le donne l'etiope Mamitu Daska vince in un eccellente 31:04 su Betsy Saina (31:10). Sambu ha però fallito il primato della corsa dello stesso Mutai (27:19 di tre anni fa), impresa invece ampiamente riuscita alla Daska (precedente 31:36 di Kim Smith).
Olomouc, Kipsang sconfitto
Nella Olomouc Half Marathon il pacemaker Geoffrey Rono è andato in fondo alla questione battendo il primatista del mondo di maratona Wilson Kipsang Kiprotich col record della corsa abbassato a 1:00:17 (1:00:25 per Kipsang, compagno di allenamento del vincitore). Terzo, al rientro dopo varie rinunce per problemi fisici, Dennis Kimetto (1:01:42). Record della corsa anche per Edna Kiplagat, prima al traguardo in 1:08:53. Successo kenyano anche nella maratona statunitense di Duluth, andata a Dominic Ondoro in 2:09:06.
Famiglie russe
Tutto nel giro di pochi giorni: l'iridata di Daegu 2011 Mariya Abakumova ha dato alla luce due gemelli (il padre è l'altro giavellottista Dmitriy Tarabin). Yuliya Zaripova, oro olimpico, mondiale e europeo delle siepi, è diventata mamma di una bambina tutt'altro che gracile (quasi quattro chili e mezzo e 56 cm), a distanza di otto anni dalla nascita della prima figlia. Nascita anche in Bielorussia: la mamma è la popolare lunghista Anastasiya Mironchik-Ivanova. Non solo note liete: è di ieri la nota della federazione russa che ha ufficializzato la sospensione di due anni della campionessa olimpica e mondiale, nonché primatista del mondo dei 20 km di marcia, Yelena Lashmanova. Nei giorni precedenti, era toccato alla bella quattrocentista Kseniya Ryzhova-Vdovina (nove mesi per uno stimolante) e alla lunghista Svetlana Biryukova-Denyayeva, capofila mondiale indoor 2014, a sua volta sospesa per due anni.
Blake no, Asafa sì
Si avvicinano i campionait giamaicani di Kingston: le "wild card" per i Giochi del Commonwealth Bolt, Fraser-Pryce e Blake non sono obbligati a partecipare alla selezione nazionale. Per Bolt la rinuncia è scontata, per la Fraser-Pryce sussistono ancora dubbi, mentre Yohan Blake ha declinato l'impegno. Si profila invece la partecipazione di Asafa Powell, al rientro-lampo dopo la squalifica. Per Powell si paventa anche l'esordio stagionale in Diamond League il prossimo 5 luglio a Parigi.
Murofushi manager
Il campione olimpico 2004 di lancio del martello Koji Murofushi, recentemente ancora al titolo nazionale a Fukushima, è stato nominato direttore sportivo del comitato organizzatore dei Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo, nel 2020. Già menbro esecutivo del comitato, Murofushi ricoprirà un ruolo di primo piano nell'organizzazione dei Giochi (grazie a Alfons Juck e ThisDayLive).
Marco Buccellato
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