Mondo: Tokyo, la densità è da record
02 Marzo 2020Ad appena sette giorni dalla maratona di Siviglia, con quattordici atleti sotto le 2h08 e un gran numero di best ever mark for place, arriva la 42 km di Tokyo a stupire ancora di più. Stavolta, gli uomini vanno in nove sotto le 2h07 (seconda volta nella storia), addirittura in diciassette sotto le 2h08, e i best ever mark for place nuovi di zecca si contano dal tredicesimo al ventottesimo posto. Ben diciannove giapponesi hanno corso sotto le 2h10. Il migliore, Osako, ha migliorato nuovamente il record nazionale, quarto in 2h05:29, trascinando idealmente l'intero movimento nazionale di vertice a una prestazione di massa straordinaria: ben dieci sotto le 2h08. A vincere, bis del 2019, l'etiope Birhanu Legese in 2h04:15, che è il miglior sconfitto di sempre grazie al sensazionale 2h02:48 di Berlino in settembre. Il secondo, il belga naturalizzato Bashir Abdi, ha centrato la seconda prestazione europea di sempre, migliorando per la terza volta in successione il record nazionale: 2h07:03 a Londra in aprile, 2h06:14 a Chicago, 2h04:49 ieri a Tokyo. Sotto le 2h05 anche l'altro etiope Sisay Lemma (2h04:51).
Minor profondità nella gara donne, ma con la perla del 2h17:45 dell'ex-keniana Lonah Salpeter, che chiude sette giorni indimenticabili per Israele (dopo gli exploits maschili di Siviglia), con primato nazionale e record della corsa abbassato di due minuti fino a 2h17:45, sesta prestazione mondiale all-time e seconda europea con favoloso negative split (1h09:16 e 1h08:29), al contrario di Legese, che nella seconda parte di gara ha impiegato 19" in più che nella prima. Sul podio di Tokyo, le etiopi Birhane Dibaba (2h18:35, personale) e Asefa Kebede (2h20:30). Il 2h21:42 della quarta (Chepyego) e il 2h21:56 della quinta (Girma), tempi che pochi anni fa scintillavano, oggi prestazioni di retroguardia.
LONDRA, ARRIVO! - Kenenisa Bekele ha vinto la mezza maratona di Londra con il primato della corsa portato a 1h00:22. Il campione etiope, che sta preparando il super-confronto londinese sui 42 km, in aprile, contro il recordman Eliud Kipchoge, non correva la distanza dal 2013, quando all'esordio vinse a Newcastle in 1h00:09 alla fine di un epico duello con Mo Farah (ieri assente annunciato da tempo) e Haile Gebrselassie. A tutti gli effetti, il crono di ieri è il personale di Bekele sui 21,097 km, essendo il tracciato di Newcastle non proponibile per l'omologazione dei primati.
RUPP, PRESENTE - Per la quarta Olimpiade della carriera, è fatta. Lo statunitense Galen Rupp, argento sui 10000 a Londra e bronzo di maratona a Rio (dopo il primo assaggio di Pechino 2008, tredicesimo sui 10000), ha vinto i freddi Trials USA di maratona a Atlanta in 2h09:20. Più Olimpiadi di lui, staccando il biglietto per la quinta, è il 43enne Abdirahman, terzo ieri in 2h10:03, un gran ritorno in sella ai Giochi dopo aver saltato l'edizione di Rio. La prima a Cinque Cerchi, venti anni fa, fu a Sydney. Tra i due, la sorpresa di Jake Riley, secondo in 2h10:02 davanti all'ombra di Abdirahman e a quella di un altro top runner, Leonard Korir (2h10:06). Cercava la quinta storia olimpica anche l'altro over-40, Bernard Lagat, che ha chiuso a cinque minuti dal vincitore, diciottesimo. E' andata peggio a un altro dei favoriti, Ward, crollato fino alla ventisettesima posizione. Donne: altra sorpresa con il successo della ex-keniana Aliphine Tuliamuk (2h27:31, seconda prestazione in carriera e alla prima selezione per i Giochi), e per le promozioni di Molly Seidel (2h27:31) e Sally Kipyego, altra kenian born. Trials amari per la vincitrice di Boston Des Linden (quarta) e per altre primedonne del movimento USA, costrette al ritiro: su tutte, Hall, Sisson e Huddle.
PRIMATI OUTDOOR - Iniziata la stagione con un doppio 1,96, l'australiana Eleanor Patterson (già iridata allievi a Donetsk e campionessa del Commonwealth a soli diciotto anni) ha toccato la vetta superando 1,99 a Wellington. Dai lanci, l'ennesimo record del Sud America del discobolo colombiano Mauricio Ortega (67,03). Peso: minimo olimpico per l'egiziano Mostafa Hassan, che ha ottenuto lo standard di un solo centimetro (21,11) al Cairo pochi giorni fa.
INDOOR, DUE EUROPEAN BEST - Nell'impianto di Allston (Boston), doppia miglior prestazione europea indoor sui 5000 metri: prima la tedesca Konstanze Klosterhalfen (14:30.79), poi il britannico Marc Scott (13:08.87) hanno limato i precedenti limiti detenuti da due star come Gabriela Szabo (14:47.35) e Mo Farah (13:09.16). Scott ha però perso da Shadrack Kipchirchir, altro keniano naturalizzato statunitense (13:08.25). Record nazionale USA sui 3000 donne, con la quinta prestazione all.time indoor di Karissa Schweizer (8:25.70, mondiale stagionale). Largamente sotto al vecchio limite di Shalane Flanagan (8:33.25), anche Shelby Houlihan (8:26.66) e Colleen Quigley (8:28.71). Altro mondiale stagionale sui 1500 uomini, 3:34.77, secondo crono indoor USA di sempre.
DALLE CONFERENZE - Doppio record mondiale U20 sui 60hs donne della 18enne Grace Stark nella SEC Conference di College Station: 7.93 prima, 7.91 poi, quasi un decimo tolto al primato ufficiale della polacca Siciarz (8.00), che resta la miglior prestazione europea di categoria. La Stark ha impegnato fino al traguardo la favorita Marshall, prima in 7.89. Altri acuti, il 22.57 sui 200 metri di Abigail Steiner e il 45.41 Di Bryce Deadmon sui 400. In molte sedi, la pista era oversized (South Bend, Akron, Ames, Seattle, Geneva). Emergono tuttavia sui 400 il 45.56 del giamaicano Wayne Lawrence, il 45.66 di Jacory Patterson e il 51.60 della non ancora 19enne Bailey Lear, e sui 200 il 22.75 di Anavia Battle.
VOLKOV vs DUPLANTIS - Nel Pole Vault Festival di Mosca, 4,95 di Anzhelika Sidorova (personale eguagliato e seconda prestazione europea indoor di sempre), e il sensazionale 5,50 di Matvey Volkov, 16 anni tra una manciata di giorni. Anche lui, come Armand Duplantis, è un figlio d'arte. Suo padre Konstantin fu l'unico astista sovietico a trovare posto (argento) nella morsa polacca dei Giochi di Mosca '80, dietro Kozakiewicz e al pari di Slusarski. Tre anni dopo, al primo campionato del mondo di Helsinki, fu ancora d'argento, sconfitto dall'astro Bubka, al primo oro mondiale. Con il 5,50 di Mosca (gara vinta dall'argento europeo Morgunov con 5,70), Volkov jr ha già fatto meglio di Duplantis, alla stessa età (15 anni), laddove l'allora statunitense (poi svedese) era salito "solo" a 5,30. Il primo world age best di Volkov, 5,45 ( e top europeo U18), risale alla scorsa settimana. Per la cronaca, saltava oltre i 5 metri anche il nonno. In settimana si sono disputati i campionati russi: in evidenza le primedonne Lasitskene (2,00), Sidorova (4,92, world lead prima dell'exploit a 4,95), e la velocista Makarenko-Sivkova, scesa a 7.09. Al maschile, 2,33 del bronzo iridato Akimenko
CAMPIONATI NAZIONALI - Con meno pepe, visto il rinvio dei campionati mondiali indoor di Nanchino, si è conclusa la tornata di rassegne nazionali in Europa. In Polonia, concorsi in evidenza con la vittoria di Haratyk su Bukowiecki nel peso (21,24 contro 21,16) e quella nell'alto di Kobielski (2,29 sul favorito Bednarek, secondo con 2,26). Francia: top mark della titolatissima ospite belga Nafi Thiam, 6,79 nel lungo per il record nazionale indoor. Grande festa Lavillenie: dopo il ritorno ai vertici con il 5,94 di Clermont-Ferrand, ecco l'ennesimo titolo nazionale con la soglia dei 5,80 valicata per la 150esima volta in carriera. Altro ospite, Fabrice Zango: l'uomo della stagione nel salto triplo vince con 17,29. Record nazionale sui 3000 metri di marcia (12:30.52) per Clemence Beretta. Spagna: altro primato nazionale in evidenza a firma Torrijos (17,18 nel triplo). Ortega vince sia i 60hs (7.56 e 7.54 in semifinale) che i 60 (6.65). Sui 400 arriva il limite europeo indoor U20 del 19enne Erta (46.73), pur se nella storia dell'atletica indoor esiste un 46.39 di Thomas Schönlebe. Vittoria a Lucas Bua, in 46.40. Grecia: brillano solo Tentoglou, autore del miglior salto europeo 2020 con 8,26, e l'astista Polak (4,60). Portogallo: altro record nazionale nel peso donne di Auriol Dongmo (18,37), in un campionato listato a lutto per la scomparsa a soli 50 anni di Teresa Machado, ventiquattro volte campionessa nazionale, finalista olimpica e mondiale, un'infinità di record nazionali tra peso e disco.
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