Mondo: fulmine in Zambia, Siame 9.88
10 Aprile 2017C'è solo l'Africa sotto i 10" nel 2017. Gardiner meglio di James a Grenada. Parigi e Rotterdam dominate dagli africani, in attesa della Boston Marathon.
di Marco Buccellato
Ai quasi 1300 metri di altitudine di Lusaka lo sprinter zambiano Sydney Siame ha colto un risultato sensazionale sui 100 metri, 9.88 con appena 0.2 metri di vento in aiuto. Classe 1997 ma ancora 19enne, Siame è noto per aver vinto le Olimpiadi giovanili di Nanchino nel 2014, migliorandosi sensibilmente l'anno successivo (10.18 e 20.53, sempre a Lusaka). Nel 2016 l'impegno nell'addestramento militare ne ha ridotto gli impegni in pista, chiudendo senza ulteriori progressi la stagione ai campionati africani di fine giugno a Durban. Il crono di 9.88 gli vale la terza prestazione africana di sempre dopo il 9.85 del nigeriano Fasuba e il 9.86 di Frankie Fredericks. E' il terzo sprinter a violare la barriera dei 10 secondi in questa stagione. Africani anche gli altri due, Simbine e Roto, sprinter del Sud Africa. Dal continente nero anche il 50.32 di Lydia Jele (Botswana) sui 400 a Pretoria e un altro gran 200 dello junior sudafricano Leotlela (20.28) a Città del Capo.
FESTA JAMES, RECORD GARDINER - Felicissimo per l'esordio stagionale nella sua Grenada, Kirani James ha estasiato il pubblico di St. Georges vincendo a spasso la sua serie dei 400 metri in 45.44 nello stadio a lui appena intitolato, ma il risultato da archiviare è a nome di Steven Gardiner, autore di un ottimo 44.26 nell'altra serie, record di Bahamas e settima prestazione all-time nell'area centroamericana-caraibica, lo stesso tempo con cui "El Caballo" Juantorena firmò lo storico successo olimpico a Montreal nel 1976. Tanti buoni risultati dagli statunitensi: 54.78 di Ashley Spencer nei 400hs, 22.60 di Felicia Brown sui 200, 12.68 di Sharika Nelvis sui 100hs e 48.80 per l'altro ostacolista Quincy Downing, ex-campione NCAA con la staffetta 4x400 della Louisiana. Non ha gareggiato per un piccolo problema fisico Justin Gatlin, atteso all'esordio individuale dopo le gare in staffetta dell'ultimo weekend. Mike Rodgers in 10.17 e Asafa Powell in 10.18 si sono aggiudicati le due serie dei 100 piani.
USA, CHE LANCI - Grande esordio outdoor per il pesista Darrell Hill, terzo ai Trials 2016 ed eliminato in qualificazione a Rio. Quarto ai campionati USA indoor con 20,16, al Johnson/Jackie Joyner-Kersee Invitational di Westwood si è migliorato con un sensazionale 21,91, lasciando dietro di sé vittime illustri come il campione del mondo Joe Kovacs (20,58, terzo). Dall'Europa, risposta croata di Stipe Zunic, che a Spalato ha migliorato il record nazionale con 21,45.
Nel settore dei colossi anche il debutto di Pawel Fajdek: il polacco iridato a Mosca e Pechino ha aperto con 81,39 a Coral Gables con altri due lanci sopra gli 80 metri. Dal meeting anche l'altro primato mondiale stagionale di Quanera Hayes sui 400 in 50.04 e il record canadese di salto con l'asta portato da Alysha Newman a 4,71. Dai tanti meeting USA emergono l'1:44.63 sugli 800 di Donovan Brazier a Tempe, dove il britannico Ujah ha realizzato il record europeo stagionale sui 200 in 20.39, il 10.03 di Christian Coleman a Knoxville e news dalle prove multiple: Kendell Williams ha vinto in Georgia un eptathlon con 6354 punti e il campione olimpico di salto in alto Derek Drouin, al primo decathlon dal 2010, ha realizzato il miglior risultato di sempre nell'alto con 2,28 a Santa Barbara, aggiungendo un centimetro ai 2,27 che vennero superati in un decathlon dai tedeschi Beilschmidt nel 1977 e Schenk nel 1988. Questo il dettaglio della gara di Drouin, quarto con 7150 punti: 11.42-6,75-12,10-2,28-51.81/14.47-34,85-3,80-49,39-4:54.51.
PARIGI E ROTTERDAM - Nelle due maratone più importanti della domenica, Parigi e Rotterdam, ben 30 dei 40 runners classificatisi nella top ten maschile e femminile delle due corse sono africani, uno show prevedibile con ben 19 nomi keniani e 7 etiopi. L'espressione tecnica migliore si è avuta nella 42 km parigina femminile, con grande progresso e primato della corsa di Purity Rionoripo, moglie del vincitore della gara maschile Paul Lonyangata. Poco meno che 24enne, il talento e la regalità della corsa della kenyana arrivano da lontano. Nel 2009 si laureò iridata allieve a Bressanone sui 3000. L'anno dopo fu argento junior ai mondiali di cross, dando quasi 30 secondi a Genzebe Dibaba, di due anni e mezzo più grande. Nel 2015 il passaggio definitivo alle gare su strada e il debutto in maratona, dove in quattro corse ha sempre migliorato il personale fino al boom di ieri in 2h20:56 (70:19 e 70:37 le due metà), seconda prestazione mondiale stagionale. Personal best per tutte le atlete al seguito: Agnes Barsosio (2h21:02), Filomena Cheyech (2h21:23), Visiline Jepkesho (2h21:38), Yebrgual Melese (2h22:54) e Netsanet Gudeta (2h29:15). Una gara a cinque che ha spezzato la corsa in due.
Per suo marito Paul Lonyangata, di sei mesi più grande ma all'ottava 42 km della carriera, niente record parigino ma un personale abbassato di oltre un minuto in 2h06:10 dopo una gara a strappi davanti ai connazionali Stephen Chebogut (2h06:56) e Solomon Yego (2h07:13), atleta ben conosciuto in Italia per la vittoria nella Roma-Ostia di un anno fa col primato italiano all-comers di 58:44, terza prestazione di sempre.
Pokerissimo maschile a Rotterdam per il Kenya con podio per Marius Kimutai (2h06:04, ottava maratona anche per lui, 6:16 dal 40° km al traguardo), Lawrence Cherono (2h06:21) e Laban Korir (2h06:25). L'esordio sulla distanza del siepista Paul Kipsiele Koech si è concluso con la quindicesima posizione in 2h12:02. Miglior europeo l'olandese Abdi Nageeye, nono in 2h09:34, con qualche rimpianto per non aver avvicinato il record nazionale di Kamiel Maase (2h08:21). Vittoria femminile a Meskerem Assefa (2h24:18), al secondo successo di fila del 2017 dopo l'avvio vincente a Houston in gennaio. Eunice Chumba (Bahrain, 2h24:27) e Lucy Karimi (Kenya, 2h25:17) hanno completato il trio del podio della 42 km olandese.
HANNOVER E LE ALTRE CORSE SU STRADA - Un po' di Europa, tra nativi e naturalizzati, nella corsa tedesca. Tra i maschi rilevante impresa del norvegese Sondre Nordstad Moen, terzo col record nazionale di 2h10:07 (precedente personal best 2h12:54), stesso tempo del secondo Philip Sanga, a soli 15 secondi dal vincitore Allan Kiprono (2h09:52, a 80" dal record della corsa). Vittoria-donne casalinga per Fate Tola, etiope naturalizzata tedesca, in 2h27:48. Nella gara maschile guai tendinei per il primatista nazionale Gabius, ritirato e da tempo dichiaratosi out dalla selezione iridata di Londra 2017, alla quale invece punta la Tola. Ancora Kenya con Anthony Maritim, primo a Linz in 2h09:11. Sam Chelanga (USA) e Mamitu Daska (Etiopia) hanno vinto a Central Park la Healthy Kidney 10K rispettivamente in 28:31 e 31:17.
TANTE STORIE A BOSTON - Nonostante le rinunce di due primatisti del mondo, Dennis Kimetto (caduta in allenamento con ginocchio malandato) e Patrick Makau, la Boston Marathon di lunedì 17 aprile offre anche quest'anno un cast stellare e diversi motivi di interesse. Presenti i vincitori di un anno fa Lemi Berhanu e Atsede Baysa, l'attenzione mediatica avrà il suo focus soprattutto sulla gara d'addio di Meb Keflezighi, personaggio leggendario e motore di riferimento di tanti runner di élite della scena statunitense. A quasi 42 anni, con l'argento olimpico di Atene 2004 e il quarto posto otto anni più tardi a Londra, l'atleta nato ad Asmara e naturalizzato statunitense chiude una carriera straordinaria che conta un successo a Boston, storico nel 2014, e uno a New York nel 2009 (con altri due podi a Central Park), per un totale di quindici partecipazioni nelle due più grandi maratone in terra d'America. Tra gli altri top-runner, impossibile non nominare Emmanuel Mutai, Sammy Kitwara, Yemane Tsegay, il bronzo olimpico Galen Rupp e le altre favorite femminili Gladys Cherono, Edna Kiplagat, Caroline Rotich e Buzunesh Deba.
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