Mondo, gran finale NCAA
10 Giugno 2013di Marco Buccellato
NCAA da incorniciare
Una elettrizzante edizione dei Campionati Universitari USA di Eugene ha offerto quattro giornate di risultati di alto livello, pur se in gran parte, relativamente alle gare di velocità-ostacoli e di salti in estensione, con il sostenuto aiuto di un vento superiore ai limiti consentiti di 2 metri al secondo. Entro le regole, invece, la performance dei campionati, il 12"39 (vento 1,7) nei 100 metri ostacoli con cui l'ostacolista Brianna Rollins ha migliorato il primato universitario (già abbassato di un centesimo in semifinale in 12"47). Con questa prestazione, la Rollins si colloca al nono posto delle graduatorie assolute della specialità, portandosi a soli sei centesimi dal primato statunitense detenuto da Gail Devers (12"33). Nel video della gara, facilmente reperibile in rete, la Rollins (sesta nei Trials olimpici dell'anno scorso) è apparsa come una autentica furia, nettamente avanti alle avversarie già dopo il primo ostacolo, via via aumentando il distacco sulle avversarie, risultato alla fine "abissale" (quattro decimi) per un evento di così breve durata.
L'altra principale pretendente al titolo universitario presente sui blocchi era Kori Carter (seconda in 12"79), l'altra grande protagonista delle gare di Eugene, che solo 24 ore prima aveva dato vita alla miglior finale universitaria della lunga storia dei campionati, nei 400 ostacoli: il risultato a sensazione, viste le schermaglie delle ultime settimane tra la Carter e Georganne Moline (già finalista olimpica a Londra), era nell'aria, ma non delle dimensioni del 53"21 messo a verbale dalla Carter, ventesima prestazione all-time, che potrà non apparire chissà cosa ma è comunque inferiore ai personali di atlete quali Jana Pittman e Ionela Tirlea, e pareggia il miglior risultato di una delle grandissime di ogni epoca, Marie-Josè Pérec. A ciò va aggiunto che rispetto alla scorsa stagione, la Carter si è migliorata di circa quattro secondi! Seconda come negli ultimi scontri diretti tra le due, la Moline si è comunque migliorata fino a 53"72.
Ostacoli e sprint nel vento
Per "dimensionare" il livello della velocità espressa dalle nuove leve USA, basti pensare che ben sei volte nei 100 uomini si è corso in 10"00 o meno, quattro volte nei 200 in 20"10 o meno, cinque volte nei 100 donne in 11"00 o meno, e non sempre con vento oltre i limiti. Per esempio, la detentrice del primato nazionale junior dei 100, English Gardner, ha realizzato un 10"96 legale in finale, che è il miglior risultato degli ultimi 24 anni delle finali universitarie, battendo la coetanea (solo due giorni di differenza) Octavious Freeman, cifrata a 11"00 (10"99 ventoso in batteria, un centesimo in meno proprio rispetto alla Gardner). In campo maschile, nella semifinale dei 100 l'agile Dentarius Locke è sceso a 9"97 ma nella finale è stato agguantato e superato in extremis dal più compatto Charles Silmon, vincitore in un grande 9"89 (vento 3,2), pur correndo in 9"91 (terzo Isiah Young in 9"96, con il quarto e il quinto a 10"01).
Nellum 44"73
Nei 200, altro risultato a sensazione nella finale femminile, dove Kimberlyn Duncan (terza sui 100 in 11"08) ha rispettato il ruolo di favorita della distanza doppia vincendo il titolo in 22"04, ventoso finché si vuole (3,5) ma sempre notevolissimo, battendo un'atleta in forte progresso negli ultimi mesi, la 20enne Kamaria Brown, seconda in 22"21. Nella finale maschile, rinuncia del vincitore dei 100 Silmon (19"99 ventoso in batteria) e titolo a Ameer Webb in 20"10 ventoso su Isiah Young (ancora podio in 20"17) e su Bryshon Nellum (20"27), già selezionato nel Team USA l'anno scorso, che 24 ore prima aveva divorato i 400 in un entusiasmante 44"73, trascinando sotto i 400 anche Lendore di Trinidad (44"97) e portando quasi a violare il muro il 19enne Arman Hall con un 45"02 che gli vale il primato mondiale stagionale junior (podio perso per un centesimo da David Verburg).
Nella finale dei 400 donne, la campionessa mondiale junior Ashley Spencer ha vinto il titolo in 50"28 (personale), battendo un'altra atleta iridata junior due anni prima, la bahamense Shaunae Miller, al primo anno NCAA, che ha migliorato il record del Centro America e dei Caraibi junior in 50"70. Nell'altra finale di ostacoli, i 110, l'ennesima condizione di vento favorevole scippa a Wayne Davis (ex-campione del mondo allievi con gli USA, ma ora come noto è trinidegno) il record nazionale (per tre volte in una decina di giorni), vince il titolo in 13"14 ventoso ma, beffa supplementare, il primato di Trinidad glielo soffia in tempo reale Mikel Thomas in Florida, come vedremo tra poco.
Il secondo classificato Edward Lovett (13"29), ha gareggiato con la nuova nazionalità delle Isole Vergini.
Drouin batte Kynard
Nelle altre finali, la finale dell'alto maschile ha visto il canadese Derek Drouin (bronzo a Londra) superare con 2,34 l'argento olimpico Eric Kynard (2,31), l'1,95 di un altro argento olimpico, Brigetta Barrett, il 5,70 di Sam Kendricks nell'asta, gli 8.267 punti del decathlon del tedesco Johannes Hock sul formidabile Jeremy Taiwo (8.239, atleta dotato di mezzi fisici davvero fuori dal comune), l'8,35 ventoso nel lungo del giamaicano Damar Forbes, il 2'00"06 della giamaicana Goule negli 800, il 6,77 della britannica Ugen nel lungo, il 48"58 di Reggie Wyatt nei 400 ostacoli uomini (argento mondiale under 18 sei anni fa) e la doppietta di Lawi Lalang su 5000 e 10000 metri.
Festa per tre
Classifiche: Texas A & M maledice se stessa per la caduta del testimone nella gara conclusiva della 4x400, vince ugualmente il campionato maschile ma pareggiata dall'università della Florida (un ex-aequo non si verificava da 35 anni), mentre al femminile si registra il primo trionfo delle "collegians" del Kansas. Ultime note: Tutti i titoli dello sprint (anche con ostacoli) fino al giro di pista, sono andati ad atleti USA tranne uno (Davis nei 110). Quattro titoli a studenti kenyani nel trittico 5000-1000-siepi, con tripletta nelle siepi maschili. Universitari europei a segno col decatleta Hock (Germania) e il martellista Kruzliak (Slovacchia), con la lituana Piliusina (1500) e con le britanniche Ugen (lungo) e Jones (giavellotto).
Cain dappertutto
Dopo le prodezze su miglio, 1500 e 800 metri, la 17enne Mary Cain ha stabilito a Portland un altro primato High School, correndo i 5000 in 15'45"46, perendo di circa 20 secondi dalla polacca Jarzynska e di 10 dalla 32enne Treniere Moser-Clement. Nella stessa riunione 1'44"79 di Tyler Mulder negli 800. Nel fine settimana USA in evidenza anche lanci e salti: in Illinois martellata da 73,81 di Gwendolyn Berry e personale outdoor della McCall nel peso con 18,47 (19,10 indoor). In California condizioni favorevoli alle astiste: 4,70 di Mary Saxer, primato irlandese di Tori Pena con 4,60 e altro 4,60 di Kylie Hutson.
Ancora Florida sprint
Secondo meeting a Montverde (Florida), seconda "messe" di tempi veloci e velocissimi, in condizioni difficilmente riproducibili altrove: dopo Locke agli NCAA, scende sotto i 10 netti anche lo sprinter 25enne dello Zimbabwe Gabriel Mvumvure (campione d'Africa da junior), che d'un colpo si ritrova a 9"98 grazie a un vento fortunato di 1,9. Quasi lo stesso destino per Ramon Gittens di Barbados (10"02, quest'anno non si schiodava mai dai 10"30) e per l'ex-argento mondiale Derrick Atkins (10"06). E' in questa riunione che Mikel Thomas ha strappato a Wayne Davis il record di Trinidad (13"37) con un ottimo 13"18, dopo averlo già avvicinato nel corso della stagione in 13"39. Ancora ostacoli: nelle batterie femminili, la dominicana Idlette ha portato il primato nazionale a un gran 12"77 (12"78 di Kellie Wells in un'altra batteria). Primati personali a raffica un po' in tutti gli eventi.
Americhe, Pichardo cubano volante
Nonostante le cattive condizioni atmosferiche, nel Memorial Barrientos a L'Avana il campione mondiale junior di salto triplo Pedro Pichardo si è portato a 17,69, record mondiale stagionale, battendo l'altro triplista del momento a Cuba, Ernesto Revé (17,32). Molte note positive dai giovani dell'isola: il 20enne O'Farrill, portato quest'inverno in Europa dopo il titolo iridato junior di Barcellona senza un vero pedigree cronometrico sugli ostacoli alti senior, è sceso a 13"44, ma sono soprattutto i giovanissimi a candidarsi per un ricambio futuribile, come Lescay (19 anni 45"36 nei 400), Mena (17 anni, 20"75), Despaigne (altro 17enne, in odore degli 8 metri nel lungo), e una brigata di ragazze classe '95 e '96 già in grado di competere ad alto livello.
Bailey-Cole 9"96
Atteso alla conferma dopo il 9"97 di fine stagione 2012, ecco il giamaicano Kemar Bailey-Cole (olimpionico con la 4x100) migliorarsi di un centesimo a Kingston (9"96), nel meeting che ha sancito il ritorno in pista di Yohan Blake. Il vicecampione olimpico di 100 e 200 ha accuratamente evitato di forzare per evitare ricadute dopo il recente infortunio, vincendo i 200 in un tranquillo 20"71. L'altro medagliato dei 200 di Londra, Warren Weir, ha abbassato il personale nei 100 finendo alle spalle di Bailey-Cole in 10"02.
Campionati brasiliani: da Silva 8,31, Murer 4,73
Ancora in evidenza Ana Claudia Silva (11"07 con vento nullo) a due centesimi dal suo primato sudamericano, mentre l'altra giovane sprinter Krasucki corre in 11"13 in seimifinale e coglie il secondo posto in finale in 11"15. Poi, nella giornata conclusiva, sorprende nei 200 in 22"76 e lascia la Silva a un metro (22"85).
Nel triplo femminile primato nazionale di Keila Costa con 14,58, ma il meglio arriva dal lungo maschile grazie all'8,31 con cui si impone il campione mondiale indoor Mauro da Silva, e dall'asta femminile, dove torna a impadronirsi di grandi altezze la campionessa del mondo Fabiana Murer (4,73). Altro primato (dell'area sudamericana oltre che brasiliano) dal decathlon, con Carlos Chinin (8.393), a sole due settimane dal secondo posto colto a Götzis.
Stepaniuk 1,99
Sulla pedana di Opole (Polonia), in un meeting solitamente collocato a fine stagione, Kamila Stepaniuk ha migliorato il personale di ben 6 centimetri, per di più datato di 5 anni, portandosi senza errori fino a 1,99, record nazionale migliorato dopo 29 anni! Giornata fortunata anche per l'altra polacca Justyna Kasprzycka, salita di ben 7 centimetri in un colpo solo fino a 1,95. Nella gara maschile vince Barshim con 2,33 (2,38 falliti) ma anche il polacco Szymon Kiecana trova la gara della vita e si porta a 2,31.
Praga
Nel "Josef Odlozil Memorial" di Praga di oggi pomeriggio, in cui Margherita Magnani ha vinto i 1500 metri, da segnalare il secondo risultato stagionale nel lancio del giavellotto maschile, centrato dal ceko Vítezslav Veselý con 86,94, il 10"08 del britannico vicecampione europeo indoor James Dasaolu, la conferma del felice momento del tedesco Holzdeppe che al Golden Gala ha sconfitto Renaud Lavillenie (5,82) l'8,10 nel lungo del messicano Rivera, e in campo femminile il massiccio 19,94 di Christina Schwanitz nel getto del peso. Sempre oggi, nella prima giornata del "Moscow Challenge" di Mosca, in pedana quasi tutte le migliori marelliste del mondo: vittoria di Anita Wlodarczyk con 74,28 sulla russa Tatyana Lysenko (72,79).
La settimana in Europa
Partenza sparata negli ultimi sette giorni, con Krisztian Pars che a Velenje trova una misura importante nel martello (80,45). Ai campionati ucraini di Yalta gran 100 metri di Mariya Ryemyen che ferma il cronometro a 11"06 e batte Olesya Povh (11"14). Dai concorsi, 6,78 della 18enne Maryna Bekh nel lungo. Nei campionati internazionali romeni di Bucarest, escursione vincente sui 200 dell'ostacolista Angela Morosanu (22"93). A Istanbul primo posto con 2.24 per l'azzurro Marco Fassinotti nell'alto. Germania: a Regensburg la staffetta veloce tedesca maschile stabilisce in 38"48 la miglior prestazione europea stagionale. Nella norvegese Florø, Andreas Thorkildsen torna a lanciare lontano con 84,64.
Francia: a 35 anni il lunghista corso primatista francese Salim Sdiri centra un ottimo 8,23 a Pierre-Benite, a 2 cm dal limite tecnico stabilito dalla federazione francese per garantirsi il viaggio a Mosca. Torna a gareggiare dopo il secondo grave infortunio il campione olimpico di salto triplo di Pechino Nelson Evora, che a Lisbona ottiene 16,68. In una gara di lungo in piazza a Mendrisio (Svizzera), primi tre posti nella competizione maschile per altrettanti italiani: Fabrizio Schembri (7,52), Federico Chiusano (7,46) e Alessio Guarini (7,21). Tra le donne vince Irène Pusterla con 6,40, ma la neo-italiana Daria Derkach è quarta con 6,26, Elisa Zanei quinta con 6,07 e Tania Vicenzino sesta con 6,03.
Prove multiple, Melnychenko leader
L'ucraina Hanna Melnychenko ha stabilito la miglior prestazione mondiale ell'eptathlon a Kladno, nella Repubblica Ceca (Challenge IAAF) con 6.416 punti, superando la polacca Karolina Tyminska (6.360). Nel decathlon il bielorusso Krauchanka ha bissato il successo ottenuto a inizio maggio a Firenze (8.390 punti) con un punteggio quasi identico (8.380). Nei campionati russi di prove multiple a Cheboksary, titoli a Ilya Shkurenyov con 8.354 punti e a Kristina Savitskaya (8.210).
Campionati giapponesi a Tokyo
Ancora un successo per il rientrante Koji Murofushi, e ancora una selezione per i Campionati del Mondo. L'ex-olimpionico si è imposto con 76,42. Ai campionati di Tokyo fari puntati soprattutto sulla velocità, in fermento da inizio stagione. Nei 100 vince Yamagata in 10"11 davanti allo junior Kiryu (10"25), per intenderci l'autore del 10"01 di circa un mese fa che non sarà omologato primato mondiale junior eguagliato. Nei 200 20"31 di Iizuka con quattro atleti sotto i 20"50 a conferma dell'ottima annata del movimento dello sprint. Nei concorsi, 5,70 nell'asta di Seito Yamamoto. Oggi, al termine dei campionati è stata diramata la selezione che affronterà il Mondiale a Mosca, con punti di forza (maratoneti e marciatori già selezionati precedentemente) la staffetta 4x100 uomini, il martellista Murofushi, la fondista Niiya (nona a Londra sui 10000).
Inglesi KO
Doppio infortunio per due stelle dell'atletica britannica, che perde per l'intera stagione sia l'ottocentista Jennifer Meadows (frattura da stress), che il 21enne ostacolista Andrew Pozzi (infortunio a un piede, sarà operato), che era prossimo al rientro dopo un infortunio trascinatosi per tutto l'inverno.
Malachowski-Harting, un'epopea
Torniamo brevemente sullo staordinario risultato (71,84) conseguito dal discobolo polacco Piotr Malachowski a Hengelo (lo ritroveremo a Oslo giovedì) e sul duello sensazionale con il campione olimpico e mondiale Robert Harting. I due si sono fronteggiati molte volte nelle ultime stagioni (conduce Harting 36 a 15 dopo Hengelo), e hanno dato vita a gare sensazionali specialmente in occasioni con medaglie in gioco. Già avversari da junior (agli Eurojunior di Erfurt, vinse Harting, secondo Malachowski), si sono ritrovati via via in tre finali mondiali e due Olimpiche, dove Harting ha sempre avuto la meglio tranne che a Pechino (Malachowski argento, Harting quarto).
In favore di Malachowski anche il successo agli Europei di Barcellona 2010, l'ultimo prima dell'exploit di Hengelo. Tra i tanti confronti, alcuni dei migliori duelli degli ultimi anni, come a Berlino 2009 e appunto a Barcellona. Il 69,91 di Hengelo rappresenta la terza miglior prestazione della carriera per Harting (in una delle serie migliori mai realizzate dal discobolo tedesco), e la settima prestazione di sempre per un secondo classificato (guida la classifica Gerd Kanter con 70,92).
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