Montagna: arriva l'Africa, l'Italia cede lo scettr



Le sensazioni della vigilia erano quelle di una manifestazione che avrebbe rivelato qualche sorpresa e che avrebbe sovvertito dei pronostici troppo facilmente scontati e per questo, estremamente fragili. Le sorprese, infatti, sono arrivate e non hanno riguardato solamente i nostri colori. Il maggior clamore non può che essere quello che accompagna la classifica della categoria Senior maschile. Favoritissimo della vigilia per la candidatura all’oro individuale, era il neozelandese pentacampione mondiale di specialità, Jonathan Wyatt. In gara, il colombiano Rolando Ortiz non ha mostrato alcun timore reverenziale e ha seguito Wyatt come un’ombra, fino a poche centinaia di metri dal traguardo. Non c’è stata storia, però, quando si è trattato di doversi giocare la volata finale; il colombiano ha ingranato le marce alte, lasciando sul posto il più titolato avversario e negandogli ogni possibilità di replica. Il podio è stato completato dall’eritreo Tesfaye Felfele, che insieme ai compagni di squadra è riuscito, dopo ventidue anni, nella storica impresa di sottrarre all’Italia lo scettro di dominatrice indiscussa della rassegna. E’ quindi l’Africa ad aggiudicarsi la 22esima Coppa del Mondo di corsa in montagna, con un risultato che sembra poter preoccupare gli azzurri per le stagioni che verranno. Prima o poi sarebbe dovuto succedere e il responsabile di settore Raimondo Balicco aveva già mostrato qualche incertezza alla vigilia della partenza. “L’Eritrea è una squadra che è cresciuta molto nelle ultime stagioni – aveva detto Balicco - e che crede fermamente nella possibilità di avere un futuro in questa disciplina”. Non possiamo comunque recriminare nulla; i nostri hanno egregiamente fatto il proprio dovere e si sono resi protagonisti di gare molto ben gestite. Qualche rimpianto resta per la giornata poco felice della nostra punta, Marco Gaiardo; incapace a Bursa di correre sulle cadenze delle recenti uscite e apparso meno brillante del solito, il nostro è comunque riuscito a centrare una sesta piazza che gli rende onore, ma non giustizia. Il migliore tra gli azzurri è il bormino Marco De Gasperi, quinto sul traguardo alle spalle del turco Selatthim Selcuk. Restano fuori dalla top ten gli altri italiani, con Gabriele Abate 15°, Davide Chicco 18°, Emanuele Manzi 26° e Diego Filippi 36°. Brave le donne, capaci di agganciare il podio nella classifica a squadre e chiudere terze alle spalle delle vincitrici statunitensi e delle ragazze della Repubblica Ceca. Nella prova vinta dall’austriaca Andrea Mayrn sulla giovanissima elvetica Martina Strachl, la migliore delle azzurre è l’inossidabile bergamasca Vittoria Salvini, che taglia il traguardo in quinta posizione, nemmeno troppo lontana dal bronzo francese di Isabelle Guillot. Da sottolineare la prestazione della altre azzurre, con la capitana Mariagrazia Roberti 12esima, Monica Morstofolini 22esima ed Elisa Desco 30esima. Un cenno alle gare juniores è debito. Tra i maschi si ripete il successo eritreo a squadre, con due atleti sul gradino più alto di un podio completato dal Messico. Per noi c’è un bronzo lusinghiero e il rimpianto di non essere riusciti a sostituirsi all’argento turco. Tra i nostri ragazzi, il migliore è, a sorpresa, Alessandro Martino 10°, seguito da Mattia Scrimaglia, 14° e Nicolò Roppolo 16°. Sono, però, le ragazze a dare le migliori notizie. Si puntava poco su questa giovane squadra, ma le azzurrine hanno saputo sfruttare l’occasione per mettersi in ottima luce. La brava Alice gaggi si è lasciata sfuggire per un soffio un podio che, alla vigilia, sembrava un lontano miraggio. Con le medaglie finite nell’ordine al collo della slovacca Beresova e del duetto russo Leontieve-Nemkina, la giovanissima valtellinese riporta a casa un’ottima prova. Niente da fare per il tricolore, ancora una volta, quanto alla classifica per nazioni. Micol Ramundo File allegati:
- IL SITO DELLA MANIFESTAZIONE / RISULTATI


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