Obiettivo Europa per l'Italia di Braunschweig
18 Giugno 2014Tanti giovani, ben sette esordienti, e addirittura due junior (l’altista Furlani e la sprinter Herrera Abreu), nei cinquanta selezionati dal DT Massimo Magnani per la finale Super League dei Campionati Europei a squadre. A Braunschweig, bassa Sassonia, sabato e domenica prossimi, nel contesto di un confronto che prova a mantenere viva l’idea del match a squadre che fu generata da Bruno Zauli, l’Italia è attesa dal primo, vero test stagionale. Principale momento di verifica per buona parte di coloro che puntano ad essere protagonisti sulla scena di Zurigo, ai Campionati Europei del prossimo agosto, in quello che è da sempre l’obiettivo stagionale dell’atletica azzurra, come più volte ripetuto sia dal presidente federale Alfio Giomi, sia dallo stesso Magnani. Interpretazione, questa della tappa intermedia verso il traguardo finale, che spiega, in parte, la composizione della squadra per Brausnchweig, priva com’è di quei “raddoppi” (impiego di atleti in due gare, staffette a parte) che in passato, complice una formula diversa, hanno contribuito a scrivere la storia della partecipazione italiana nella manifestazione.
E’ il caso, per fare un esempio, di Libania Grenot (l’unica maglia azzurra attualmente inserita nella top ten continentale nel comparto velocità-ostacoli), che sabato correrà i 400 metri, ma che avrebbe, con l’ottica della vecchia Coppa Europa, potuto efficacemente coprire anche i 200 metri. La prospettiva è cambiata, in Italia e altrove (basta leggere la composizione degli altri team iscritti), e dunque largo ai giovani ed agli esordienti, alcuni dei quali di valore certificato. Detto di Erika Furlani (una che lo scorso anno ha saputo fregiarsi dell’argento mondiale under 18, e che nel 2014 è già salita a 1,87) e di Johanelis Herrera Abreu (sarà nel gruppo della 4x100), vale la pena sottolineare le “prime” assolute per Lorenzo Bilotti, Eseosa Desalu (entrambi nel pacchetto 4x100, in forza degli ottimi risultati di Aubagne, personali su 100 e 200 metri, rispettivamente 10.33 e 20.78), Massimiliano Ferraro (4x100 metri), Federica Del Buono (ingresso prepotente in squadra per la veneta, sbocciata nella primavera azzurra), e Yadisleidis Pedroso (finalmente con il tricolore sul petto dopo un 2013 in attesa dell’eleggibilità).
Ma è dal gruppo dei senatori che è certamente lecito attendersi segnali chiari, di efficienza ed in qualche caso anche di crescita.
Fabrizio Donato, quarto in Europa quest’anno con il 16,89 dell’Olimpico (Golden Gala Pietro Mennea, 5 giugno scorso) ha già dimostrato di essere sulla strada giusta; andrà lui in pedana, nell’unica gara, il triplo maschile, che vede la nazionale italiana affrontare questioni di sovrabbondanza (Daniele Greco è al lavoro, lo rivedremo in gara ai primi di luglio, Fabrizio Schembri probabilmente anche prima). Nei salti, Marco Fassinotti, protagonista dell’inverno, ed uno di quelli che stanno già realmente preparando gli Europei, va in caccia di una misura che migliori lo stagionale di 2,28 (ottava misura europea, nell’anno dell’esplosione della specialità): a Brauschweig, avversari a parte, l’ostacolo principale sarà rappresentato dallo speciale regolamento, che nei salti in elevazione, consentirà ad ogni atleta di incorrere in un massimo di 4 errori complessivi. Il gruppo dello sprint maschile, a sorpresa privo di Andrew Howe, presenta un Diego Marani pimpante (20.65 di miglior crono nei 200, quattro gare fin qui sotto i 21 secondi e quasi mai in condizioni ideali), alla ricerca della gara che ne legittimi valore ed aspirazioni. Brauschweig, in questo senso, potrebbe rappresentare per il lombardo un trampolino di lancio nell’agone continentale. Matteo Galvan è la scelta sicura operata da Magnani per il giro di pista, prova nella quale il giudizio del tecnico va oltre i dati numerici, che presentano “l’americano” Davide Re in cima alle liste annuali con 46.34 (risultato che comunque mette il primo italiano solo al 36esimo posto continentale). Puntano ad alzare la testa anche le staffette, ad oggi ancora un cantiere, ma animate da propositi (necessariamente, in Europa non può che essere così) bellicosi. Da mezzofondo e lanci, si attendono in particolare dimostrazioni di efficienza, laddove in pochi (tra loro, il siepista Yuri Floriani e il discobolo Hannes Kirchler,oltre al capitano Nicola Vizzoni in formato invernale), hanno evidenziato una buona resa in termini assoluti.
Tra le donne, lo sprint – privo dell’infortunata Gloria Hooper, la cui lesione muscolare subita al Golden Gala vale uno stop di circa tre settimane – vede sulla scena soprattutto la già citata Libania Grenot, pimpante sia alle World Relays sia in Diamond League (il 51.79 di Oslo come limite stagionale), e a caccia, ancora più di Marani, di un risultato che contribuisca a definirne la prospettiva.
Con lei, puntano ad un piazzamento di peso anche le ragazze della staffetta del miglio (Chiara Bazzoni, Maria Enrica Spacca, Elena Bonfanti), reduci dalla finale iridata delle Bahamas e apparse, anche a livello individuale, già particolarmente efficienti; l’augurio è che finiscano nella serie migliore, anche in considerazione del regolamento che fissa la composizione delle starting list delle staffette sulla base della classifica ad un’ora dal loro svolgimento. Ostacoli per la Pedroso sul giro e per Marzia Caravelli sul rettilineo, con quest’ultima che dovrebbe aver smaltito i postumi della brutta caduta patita al Golden Gala (per lei, caccia al primo -13 dell’anno). Il mezzofondo in rosa presenta più di uno spunto. Il principale è rappresentato dall’esordio in gara individuale della non ancora 20enne Federica Del Buono, che nel giusto disegno della formazione da parte del DT Magnani (che doveva gestire, oltre alla vicentina, le carte rappresentate dalle valide Margherita Magnani e Giulia Viola), correrà i 1500 metri. L’oro di Aubagne, ai danni della turca Bulut, si aggiunge a quanto di buono fatto finora da questa giovanissima figlia d’arte (doppia, in tal senso, per via di papà Gianni e di mamma Rossella Gramola), ma sarà bene, nel coltivare le attese, non dimenticare il peso dell’esordio assoluto ed il contesto tutt’altro che di secondo piano (tra le avversarie, per fare un nome, la svedese d'origine etiope Abeba Aregawi...). Da salti e lanci si attendono progressi sostanziali, in particolare dalle big Simona La Mantia e Chiara Rosa (stagionali rispettivamente di 13,94 nel triplo e di 17,49 nel peso), due delle donne chiave della squadra azzurra, anche in prospettiva Zurigo.
Il regolamento del Campionato Europeo per nazioni
Come accade ormai da cinque edizioni a questa parte, a Brauschweig le prove di concorso saranno regolate da un regolamento speciale. Nei salti in elevazione, come già detto, si avranno a disposizione solo quattro errori in tutto l’arco della gara. Nei salti in estensione, e nei lanci, ogni concorrente avrà diritto a tre tentativi: i primi quattro della classifica, effettueranno anche un quarta prova, da effettuarsi con ordine di chiamata inverso rispetto alla graduatoria fino a quel punto (una sorta di piccola finale, a beneficio della tv). La classifica per Nazioni, come ormai d’abitudine, sarà composta dalla somma di tutti i punteggi ottenuti sia in campo maschile, sia in campo femminile. Retrocessione in First League per le ultime tre piazzate. In testa, caccia alla Russia: i tedeschi, battuti lo scorso anno a Gateshead (Italia settima) di soli sette punti, cercano il successo casalingo. Hanno le carte in regola per ottenerlo, ma attenzione anche alla nouvelle-vague francese. Al di là delle Alpi, tra primati e prestazioni super in Diamond League, di verifiche ne sono piovute in abbondanza.
Marco Sicari
File allegati:- Il sito internet dei Campionati Europei a squadre
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