Olimpiadi: Taylor e Perkovic ancora d'oro

16 Agosto 2016

Il triplista USA vince ancora davanti a Will Claye e al cinese Dong Bin. La discobola croata rischia con due nulli poi trionfa sulla francese Robert-Michon e sulla cubana Caballero

di Marco Buccellato

Taylor-Claye quattro anni fa a Londra e ancora Taylor-Claye a Rio 2016. La finale di salto triplo maschile non riserva le sorprese del settore salti viste ieri nella finale dell'asta e conferma il titolo olimpico di Christian Taylor, il secondo triplista USA a poter vantare due ori assieme all'antesignano Prinstein (inizio del secolo scorso). I giochi per il podio si aprono e concludono dopo il primo turno, dove i tre migliori ottengono la miglior misura di giornata. 17,86 (0,7) per Taylor, 17.76 (0,4) per Will Claye (record personale), 17,58 (-0,2) per il cinese Dong Bin, infortunatosi al terzo salto e rimasto a guardare gli eventi. Ottima la serie di Taylor, comprendente anche due 17,77. Claye ci ha provato con salti lunghissimi (nulli) e con un 17,61 e un 17,55 conclusivo. Claye arricchisce così la collezione di metalli olimpici salendo a tre, vantando anche il bronzo di Londra nel salto in lungo. Si tratta della quarta volta, nella storia delle Olimpiadi, che due triplisti USA si dividono oro e argento. Nel 1900 e nel 1904, fecero addirittura tripletta, ma il mondo olimpico, allora, era infinitamente più piccolo (nel 1904 gareggiarono solo atleti statunitensi). Sopra i diciassette metri anche l'altro cinese Cao Shuo (17,13), il colombiano John Murillo (17,09., record nazionale) e l'ex-campione olimpico Nelson Evora (17,03).

DISCO, PERKOVIC ALL'INFERNO E RITORNO - Fantastica campionessa la croata Sandra Perkovic: in qualificazione aveva visto le streghe con due nulli, centrando il pass per la finale in extremis. La replica del film in finale, stamattina. Mentre la francese Robert-Michon apriva col season best di 65,52, la Perkovic realizzava due nulli. Ultima spiaggia, per la 26enne Perkovic, al terzo lancio: il 69,21 con equilibrio precario, ma mantenuto, in pedana, regolava la questione per la medaglia d'oro. A seguire, altri tre nulli. Un sussulto, lontano, solo al quinto turno, dove la 37enne Melina Robert-Michon misurava il grande lancio dall'euforia in pedana. La cifra di 66,73 le ha regalato il nuovo record francese e il secondo argento globale dopo quello di Mosca 2013.

Bronzo alla cubana Denia Caballero (65,34) che non ha bissato lo scherzo fatto alla Perkovic a Pechino 2015: nella finale iridata le inflisse l'unica, amarissima, sconfitta della stagione. Numeri olimpici: la Perkovic con due ori raggiunge la tedesca dell'Est Evelin Jahl (vinse a Montreal e Mosca) e la sovietica Nina Ponomaryova (1952 e 1960). La Croazia raggiunge i due ori tedeschi e statuntensi. Davanti, l'URSS con quattro ori e la germania Democratica con tre. Per la Perkovic, ancora appena 26enne, nessun traguardo è vietato.

SPIRITO OLIMPICO - Le batterie dei 5000 metri femminili promuovono alla finale di venerdì 21 agosto tutte le migliori. Almaz Ayana, la neoprimatista mondiale dei 10000 metri, vince la propria serie in 15:03.45, un crono di quasi venti secondi più pesante a quello ottenuto, di passaggio al quinto chilometro, nella finale dei 10000. La keniana Hellen Obiri si è imposta nella prima batteria in 15:19.38. Finale con tre keniane, tre etiopi, tre australiane e quattro europee. Nella batteria vinta dalla Ayana, un episodio che sta già facendo il giro del mondo e resterà nella memoria delle Olimpiadi e dello spirito olimpico. La 24enne statunitense Abbey D'Agostino e la 28enne neozelandese Nikki Hamblin sono rovinosamente cadute in pista dopo essere venute a contatto. La Hamblin ha aiutato la D'Agostino a rialzarsi, la quale, essendo peggio conciata dopo la caduta, invitava la Hamblin a ripartire. La D'Agostino ha così proseguito a ritmo lento, tanto da tagliare il traguardo in 17:10.02. Dopo l'arrivo, l'abbraccio tra le due atlete e e i loro sorrisi hanno ricordato cosa sia l'atmosfera dei Cinque Cerchi. La D'Agostino (problemi alla caviglia e a un ginocchio) ha lasciato la pista in carrozzina. L'Olimpiade, però, non si è fatta attendere, venendo in soccorso di entrambe e qualificandole d'ufficio alla finale. Giustizia anche per l'austriaca Jennifer Wenth, coinvolta nella caduta.

In finale ci sarà anche lei.

BATTERIE 1500 UOMINI E 100HS DONNE - Nelle batterie dei 1500 metri maschili (semifinale giovedi, finale sabato alle 21, le 2:00 in Italia) si impongono il campione olimpico di Pechino 2008 Asbel Kiprop in 3:38.97, l'olimpionico in carica Makhloufi (ieri argento sugli 800 metri) in 3:46.82 e il ceco Holusa in 3:38.31, nella batteria più veloce (ovviamente l'ultima per chi sperava nei sei ripescaggi). Eliminazioni eccellenti: il turco ex-keniano Ozbilen e il tedesco Tesfaye. Esaurite anche le batterie del 100 metri ostacoli, che hanno promosso ventiquattro atlete. Brianna Rollins ha realizzato il miglior tempo della sessione mattutina in 12.54 (0,4). Promosse anche le connazionali Castlin e Ali, le tre tedesche, la portoricana di origini USA Jasmine Camacho-Quinn (12.70) e le sorelle britanniche Ofili, la giovane Cindy e la più grande Tiffany, sposata con l'ostacolista USA Porter. Ultimo tempo di ripescaggio 12.99. Unico crono buono per il passaggio, ma superiore ai 13 secondi, quello della francese Gomis (13.04), arrivata terza dietro la Rollins e qualificata di diritto. Eliminazione illustre: la svedese Susanna Kallur, rientrata quest'anno dopo anni di infortuni.

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