Olimpiadi: è finale per la staffetta 4x400

09 Agosto 2024

A Parigi qualificati Sito, Aceti, Sibilio e Scotti con 3:00.26 dopo la squalifica della Nigeria. Primo degli esclusi il quartetto delle donne, negli 800 fuori per cinque centesimi Tecuceanu

Nella mattinata alle Olimpiadi di Parigi si qualificano per la finale gli azzurri della 4x400 metri. Tra gli uomini Luca Sito, Vladimir Aceti, Alessandro Sibilio e Edoardo Scotti chiudono con 3:00.26 in una batteria molto combattuta, terzi dopo la squalifica della Nigeria per infrazione di corsia. È il quarto tempo di sempre per un quartetto italiano, oltre mezzo secondo meglio rispetto al crono dell’argento conquistato un paio di mesi fa agli Europei di Roma. Al femminile l’Italia è la prima delle escluse: nono posto complessivo per Ilaria Accame, Anna Polinari, Giancarla Trevisan e Alice Mangione che si piazzano quinte nella loro gara con 3:26.50. Fuori dalla finale per soli cinque centesimi negli 800 metri il bronzo europeo Catalin Tecuceanu, terzo in semifinale con 1:45.38, e viene eliminato anche Simone Barontini, 1:46.17. Quando manca una prova al termine dell’eptathlon Sveva Gerevini è quindicesima a 5238 punti: non si esprime al massimo nel lungo con 6,08 (+0.1) e nel giavellotto con 39,68, ormai lontana quasi duecento punti dal suo record italiano, ma potrà cercare di migliorare la posizione in classifica negli 800 conclusivi. La belga Nafissatou Thiam (5924) punta al terzo oro olimpico consecutivo davanti all’iridata britannica Katarina Johnson-Thompson (5803).

Definita la formazione della 4x100 maschile che correrà la finale alle 19.47 di questa sera: Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu, la stessa che ha vinto l’oro agli Europei di Roma. In programma anche le finali di Andy Diaz nel triplo alle 20.13, di Nadia Battocletti nei 10.000 metri alle 20.57, chiusura per l’eptathlon con gli 800 metri (ore 20.25).

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4x400 uomini (batterie) - È una squadra battagliera, che lotta senza paura nel corpo a corpo della staffetta del miglio, e il verdetto definitivo premia gli azzurri, in finale alle Olimpiadi per la seconda edizione di fila. Sul traguardo in 3:00.26 si piazzano al quarto posto che li fa masticare amaro per qualche minuto: sarebbero i primi degli esclusi per 18 centesimi. Ma poi arriva la notizia della squalifica della Nigeria per infrazione di corsia, viene respinto il successivo ricorso e quindi l’Italia diventa terza in batteria, qualificata di diritto. Pregevole l’avvio di Luca Sito, ancora efficace alla sua quinta gara in questi Giochi, cronometrato in 45.03 scattando dai blocchi (secondo tempo della frazione) per cedere il testimone a Vladimir Aceti (44.94 lanciato) che si butta nella mischia, inizialmente terzo, affiancato dalla Francia dietro a Belgio e Nigeria. Quarto posto a metà gara, tocca quindi ad Alessandro Sibilio (44.92) che non correva nella 4x400 dalla batteria ai Mondiali di Budapest della passata stagione: cade il Sudafrica, quinto l’azzurro che lascia sfogare gli avversari prima di esibirsi nella sua consueta rimonta. Alle spalle del Belgio, è seconda l’Italia e parte subito forte Edoardo Scotti (45.37) nel duello in curva con la Francia che passa al comando, ma nel rettilineo opposto c’è il sorpasso della Nigeria che proprio sull’arrivo supera anche i belgi con gli azzurri quarti. Il tabellone dice Francia (2:59.53), Nigeria (2:59.81) e Belgio (2:59.84), con l’Italia (3:00.26) a un soffio dallo Zambia che aveva il secondo e ultimo crono di recupero con 3:00.08 nell’altra batteria vinta in un super 2:57.76 dal Botswana, fino alla decisione della giuria che cambia la classifica. Sarà finale con nove partecipanti, alle 21 di sabato sera: riammesso il Sudafrica, danneggiato da un contatto con la Spagna.

4x400 donne (batterie) - Poteva essere alla portata delle azzurre la finale. Mancano 73 centesimi che separano l’Italia, quinta in 3:26.50, dal quarto posto del Canada e anche dall’ultimo tempo di ripescaggio, 3:25.77. Non era necessario correre dalle parti del record italiano, il 3:23.40 degli Europei di Roma ottenuto con le stesse atlete: qui cambia solo l’ordine di seconda e terza frazione. Ma sono troppo distanti da quel crono con Ilaria Accame (sesta in 52.43), Anna Polinari che riesce a non perdere contatto con il gruppo (51.90), Giancarla Trevisan in risalita (50.83 per la quarta posizione provvisoria) e Alice Mangione (51.34). Vince la Giamaica con 3:24.92, pass diretto anche per Olanda (3:25.03) e Irlanda (3:25.05), nell’altra batteria domina la squadra degli Stati Uniti in 3:21.44.

800 uomini (semifinali) - Vicino, anzi vicinissimo. Peccato per Catalin Tecuceanu che sfiora la finale olimpica, accarezzata ma rimasta ad appena cinque centesimi. All’inizio c’è un tira e molla con l’azzurro che si ritrova in testa, correndo all’interno prima di tornare nel cuore del gruppo, e cerca di controllare quando va a condurre lo svedese Andreas Kramer (poi settimo in 1:46.52). Nel momento della verità, sull’ultimo rettilineo, è proprio alla corda che il bronzo europeo vede lo spazio per infilare l’irlandese Mark English (1:45.97, sesto) in caccia del secondo posto che qualifica alla sfida per le medaglie. Si impone l’algerino Djamel Sedjati, 1:45.08 per il leader mondiale dell’anno, mentre spinge fino all’ultimo metro il veneto che però non va oltre la terza piazza in 1:45.38 preceduto dal botswano Tshepiso Masalela (1:45.33). La doccia fredda arriva già nella ‘semi’ successiva, la seconda di tre, che estromette il recordman italiano indoor anche in base ai tempi: “Un po’ deluso, era il sogno e l’obiettivo di quest’anno. Nell’ultima parte di gara non ho avuto le stesse gambe dell’altro giorno in batteria”. La terza semifinale è la più veloce, con Simone Barontini chiamato a un compito davvero arduo perché il keniano vicecampione mondiale Emmanuel Wanyonyi prende la testa e non la lascia più con 1:43.32 tallonato dallo statunitense iridato al coperto Bryce Hoppel (1:43.41), ottavo il marchigiano in 1:46.17: “Ho pagato le fatiche degli altri turni, sapevo che sarebbe stata una missione impossibile ma ci ho provato, dovevo per forza mettercela tutta”.

Eptathlon (giavellotto) - Al contrario delle ultime occasioni, l’azzurra Sveva Gerevini non supera i quaranta metri nel giavellotto con 39,68 e retrocede di tre posti, quindicesima a 5238. Come prevedibile, ecco la spallata di ‘Nafi’ Thiam con 54,04 nel giavellotto per riappropriarsi della vetta: +121 punti (5924 contro 5803) su Johnson-Thompson, non lontana dal suo primato con 45,49. Per il bronzo si propone la svizzera Annik Kalin (48,14) che a quota 5694 è in vantaggio di cinque lunghezze nei confronti di Vidts.

Eptathlon (lungo) - Comincia la seconda giornata nell’eptathlon di Sveva Gerevini che guadagna una posizione in classifica, pur senza spingersi oltre 6,08 (+0.1) al primo tentativo, poi un nullo e 5,94 (+1.4): dodicesima a 4577 punti dopo cinque prove. Ci vuole l’ultimo salto ma Katarina Johnson-Thompson mantiene il primo posto con 6,40 appena ventoso (+2.1), due volte a 6,41 (+0.4 e +1.4) invece per Nafissatou Thiam. Sono quarantacinque i punti di vantaggio (5030 per l’iridata e 4985 dell’olimpionica), con 4926 è terza l’altra belga Noor Vidts che atterra a 6,40 (+0.4).

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