Ostrava, azzurri in partenza



Prende il via oggi la spedizione azzurra in vista della 5^ edizione dei Campionati Mondiali U18: a Ostrava saranno presenti in 28 (18 ragazzi e 10 ragazze) per misurarsi con i coetanei del mondo intero da mercoledì 11 a domenica 15 luglio. Presentiamo l'evento, con un occhio al passato e con l'altro alle prospettive dei giovani azzurri. WYC STORY La manifestazione, l’ultima creatura partorita dalla fervida mente del presidente Primo Nebiolo, ha acquisito via via credibilità a partire dalla prima edizione, celebrata a Bydgoszcz nel luglio del ’99, pochi mesi prima della scomparsa del grande dirigente torinese. E, d’altronde, i tempi erano maturi: nel ’98 si erano infatti tenuti i World Youth Games allo Stadio Luzhniki di Mosca, con una grandissima partecipazione da tutto il mondo. Era stata quella la prima volta nella quale Yuriy Borzhakovskiy, dominando gli 800m, aveva mostrato al grande pubblico quali fossero le sue potenzialità. Una volta dato il via con l’edizione di Bydgoszcz, in ogni caso, i Mondiali allievi hanno riscosso un successo incondizionato. I contenuti tecnici sono sempre stati appetibili, i duelli appassionanti: non si contano le stelle uscite dalla rassegna mondiale giovanile, da Stephen Cherono (poi diventato primatista mondiale come … Saif Said Shaheen del Qatar) a Yelena Isinbayeva, da Darrel Brown a Kenenisa Bekele, da Jana Pittman a Kamila Skolimowska e moltissimi altri. I PRECEDENTI DEGLI AZZURRI Per gli italiani non è mai stato facile farsi largo a questi livelli, pur essendo stata la kermesse iridata degli allievi una palestra per diversi ragazzi che poi si sono affermati nel prosieguo della carriera: basti pensare che all’edizione inaugurale di Bydgoszcz andarono elementi come Chiara Rosa, la quale nell’occasione conquistò l’unico bronzo di quell’avventura in terra polacca e pochi giorni fa ha stabilito a Milano un grande primato nazionale nel peso con 19.15; o come Cosimo Caliandro, allora finalista dei 1500m e laureatosi lo scorso inverno campione europeo dei 3000m indoor; o ancora come Vincenza Calì, semifinalista nei 200m, o Agnes Tschurtschenthaler, oggi buona siepista che corse con coraggio nei 1500m. O come Micol Cattaneo, che alla prima esperienza internazionale mancò di poco una strepitosa finale dei 100hs. L’edizione successiva – quella del luglio 2001 - si celebrò a Debrecen, in Ungheria, con gli auspici dell’allora segretario generale della Iaaf Istvan Gyulai – un altro grande dirigente prematuramente scomparso – e per noi fu l’edizione che consacrò la prima uscita mondiale di Andrew Howe: il reatino conquistò il bronzo in una competizione del lungo molto tirata. E volle il caso che anche in quella occasione, come poi successe in modo ancor più clamoroso nella vittoriosa finale dei Mondiali juniores di Grosseto 2004, un suo salto non sia stato rilevato dalla misurazione tanto che l’azzurro fu costretto ad un turno supplementare. A Debrecen, oltre ad Andrew, si comportarono molto bene anche il bergamasco Daniele Paris, 5° nella marcia, e la discobola reatina Valentina Aniballi (7^); come pure l’ascolano Massimo Marussi, che si meritò l’ingresso nella finale del martello e un paio di anni più tardi migliorò il record italiano juniores. In finale andarono anche l’altista Marina Caneva e il siepista Luca Del Curto, mentre fallì l’obiettivo la staffetta mista maschile, anche perché Howe corse la frazione di 200m ormai svuotato di energie per l’estenuante gara di lungo del giorno prima. Ancora due anni e ci si ritrovò a Sherbrooke, in Canada, in un momento di grande apprensione: era scoppiata l’epidemia della Sars e nel luglio 2003 la località nordamericana era indicata tra le zone a rischio. Quella volta gli azzurri non conquistarono alcuna medaglia, ma la spedizione si rivelò una delle più consistenti della nostra storia: tre quarti posti – con Giorgio Rubino nella marcia, con Vanessa Alesiani nel triplo e con Laura Gibilisco nel martello – oltre alla quinta piazza di Veronica Borsi sugli ostacoli e l’ottava di Giulia Arcioni nei 200m. Due anni fa, a Marrakech, fu la volta di Matteo Galvan a salire sul podio: un fantastico bronzo sui 200m che rivelò il talento del vicentino, miglioratosi in tutti e tre i turni di gara. E poi ancora il bel 5° posto nel giavellotto di Leonardo Gottardo: il padovano in seguito ha dovuto combattere con la sfortuna e un perdurante infortunio alla spalla, ma in Marocco mise a segno un fantastico primato italiano con il giavellotto da 700 grammi, 74.80. E si comportarono bene anche i marciatori, con i bergamaschi Matteo Giupponi e Sabrina Trevisan capaci di piazzamenti da finale e il reggiano Lorenzo Franzoni, 11° nel triplo. Stesso piazzamento ottenne la martellista abruzzese Azzurra Di Ventura. I nostri risentirono in parte, come spesso è successo in occasione dei Mondiali U18, del vicino impegno dell’EYOF: soprattutto nel 2005 si finì per privilegiare l’evento europeo perché organizzato in casa, a Lignano, appena una settimana prima. UNA GRANDE FESTA, TRA PROSPETTIVE E SPERANZE I Mondiali U18 sono soprattutto una grande festa: nella memoria dei protagonisti, al di là dei risultati ottenuti, rimarrà soprattutto impressa l’inimitabile atmosfera e le sensazioni che una manifestazione del genere è in grado di suscitare. Ma, è chiaro, i nostri ragazzi vanno in Repubblica Ceca anche per farsi valere secondo quelle che sono le loro attuali possibilità: basta dare una scorsa alle brevi note biografiche contenute nelle schede linkate in calce per rendersi conto che per molti quella di Ostrava sarà la prima vera esperienza di livello. L’obiettivo di tutti è semplicemente quello di battersi con coraggio, possibilmente migliorando le prestazioni tecniche di partenza. In queste occasioni è difficile ipotizzare piazzamenti o parlare di medaglie: insegna anche la passata vicenda di un Andrew Howe, che ai tempi di Debrecen era già considerato un fenomeno fuori dalla norma eppure sudò le proverbiali sette camicie per strappare un bronzo. Sempre ragionando in astratto, ma cercando di dare un senso alle prospettive, qualche possibilità di buon piazzamento potrebbero averle i marciatori, soprattutto Di Bari e Macchia, ma anche Antonella Palmisano (foto fidal) se saprà dominare l’emozione. E ancora Valeria Roffino, che ha fin qui condotto una stagione perfetta, migliorando per l’ennesima volta il suo primato italiano di categoria dei 2000st con il 6’46”71 di inizio giugno: la prova che la biellese si prepara ad affrontare è forse una delle più aperte e per questo conterà la forma del momento per aspirare a qualcosa di concreto. E poi bisognerà vedere se Karoline Bjerkeli Grovdal vorrà giocarsi le proprie chances a Ostrava oppure nei Campionati Europei juniores, dal momento che il gioiello norvegese delle siepi – classe 1990 - ha appena migliorato il record continentale juniores dei 3000st con 9’33”19. Magari la vedremo in sentrambe le competizioni! In termini ipotetici, potrebbe inseguire un podio la stessa Elena Vallortigara nell’alto: la ragazza di Schio ha iniziato la stagione con basso profilo (top di 1.78), ma se riuscisse a tornare ai livelli dello scorso anno – allorchè stabilì il limite nazionale delle cadette con 1.85 – potrebbe sicuramente giocarsi una medaglia. Finora le migliori della stagione sono la tedesca Kimberly Jess con 1.87 e la russa Yekaterina Bolshakova con 1.86: anche se non dimentichiamo che stiamo parlando di una ragazza come la nostra Elena, che ha poco più di 15 anni e mezzo e ha calcato al massimo le scene degli Studenteschi o dei campionati nazionali allieve o cadette. Sul piano dei tempi, si inserisce nei primi 10 dell’anno anche l’ostacolista Giovanni Mantovani: il 13”82 del marchigiano fa ben sperare, ma il ragazzo dovrà trovare la giusta concentrazione nel momento che conta, cosa tutt’altro che agevole in una disciplina che per sua natura riserva insidie. Di buona consistenza appare il quartetto della staffetta mista maschile: senza stelle di livello assoluto, ma dotato di discreta compattezza e fors’anche con ambizione da finale. Una possibile sorpresa? Sarà da seguire con attenzione la prova di Andrea Bufalino negli 800m: soprattutto perché il reatino, che pure vanta un normalissimo 1’52”97 sulla distanza, pare dotato soprattutto di un’arma tattica importante come lo spunto veloce nel finale (ne fa fede il suo personale sui 400m, il recente 50”00 ottenuto nel Trofeo Bravin). Buone speranze di passare almeno un turno le coltivano tutti i velocisti: in particolare Edoardo Baini – l’ex calciatore toscano ha corso due settimane fa in 10”76 – senza dimenticare le 400iste Valentina Zappa e Chiara Natali, pur se la ragazza marchigiana è stata costretta allo stop negli ultimi giorni per un piccolo incidente occorsole sulla spiaggia. Anche gli altri, da Tumi a Rosichini, alla truppa bergamasca dello sprint composta da Daminelli e Ravasio, oltre che dalla giovanissima Marta Maffioletti, possono sicuramente aspirare a giocarsi le proprie carte forse anche in una semifinale. Per i concorsi, naturalmente, il discorso è più complicato: i nostri dovranno gestirsi nell’ottica di una doppia finale, come spesso accade su palcoscenici di questo tipo. Abbastanza accreditati per disimpegnarsi efficacemente in qualificazione sono i due altisti – Carollo, per le doti agonistiche, e Biaggi, gran fisico per la specialità – e la triplista Maria Moro (tra le migliori quindicenni al mondo del 2006 con 12.68). Decisamente più limitate, almeno sulla carta, le possibilità degli altri: ma non sarà inutile ricordare, ad esempio, che Valentina Aniballi si presentò a Debrecen nel 2001 con credenziali più o meno equivalenti a quelle attualmente vantate della discobola padovana Greta Zin, e poi agguantò un sorprendente 7° posto in finale con un congruo miglioramento personale. Ci sarà poi spazio anche per i nostri due specialisti delle prove multiple, il reggiano Michele Calvi e la molisana di origini camerunensi Odile Ngo Ag: per loro non si è sicuramente trattato di un viaggio premio e certamente sapranno approfittare della preziosa esperienza. LE ASSENZE ANNUNCIATE Soprattutto due, abbastanza dolorose: in particolare la velocista feltrina Francesca Dallo, che sta recuperando da un problema muscolare e probabilmente sarà disponibile a fine luglio per l’EYOF di Belgrado, e la saltatrice in alto Valentina Negro. La 16enne piemontese, che in inverno aveva vinto il titolo indoor migliorandosi a 1.80, dovrà purtroppo fermarsi ancora qualche mese per risolvere un infortunio al piede. Naturalmente il forfeit di Francesca Dallo è importante anche in chiave staffetta: in caso contrario, ricordando la grande impresa delle Gymnasiadi di Salonicco nella passata stagione (argento e record italiano di ottima fattura), il quartetto azzurro avrebbe sicuramente fatto sognare. Quanto alle assenze forzate, sia pure per motivi “tecnici”, il caso più sfortunato pare quello dell’ostacolista toscana Sophia Ricci, rivelazione della stagione, che ha mancato di un soffio il minimo di partecipazione per Ostrava, invero abbastanza severo sui 400hs (61”06 contro 61”00). Sempre parlando del giro di pista con barriere, ma al maschile, avrebbe ottenuto il minimo di partecipazione Eusebio Haliti con 53”82: peccato che il 16enne lucano della Scotellaro Matera, di famiglia albanese originaria di Scutari, non abbia fatto in tempo a vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana. Ma anche in casa altrui potrebbero verificarsi defezioni importanti. Un esempio eclatante? Lo statunitense Rynell Parson, che alcune settimane fa a Indianapolis ha stabilito il nuovo record del mondo per la categoria U18 correndo i 100m in un fantastico 10”23, non sarà presente a Ostrava. In questo caso la decisione dipende dalla contemporanea concorrenza con i Panamericani juniores di San Paolo: la federazione USA ha scelto di mandarlo in Brasile, riservando il viaggio in Europa a due sprinter comunque molto validi come Rankin (10”32) e Sweeny (10”51). Averne, di questi problemi. File allegati:
- LE SCHEDE DEGLI AZZURRI
- LE LISTE ITALIANE U18 ALL TIME
- IL SITO UFFICIALE DEI CAMPIONATI



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