Paralimpici: 10 medaglie per l'Italia

05 Giugno 2021

A Bydgoszcz, in Polonia, la rassegna continentale si chiude con 2 ori, 1 argento, 7 bronzi

Cala il sipario sulla settima edizione dei Campionati Europei Paralimpici di atletica leggera. A Bydgoszcz, in Polonia, l’Italia esce a testa alta con dieci medaglie (2 ori, 1 argento, 7 bronzi), un record del mondo ritoccato due volte da Martina Caironi nel lungo T63, un primato europeo, quattro record italiani e ottime prestazioni da parte di tutti i componenti della delegazione azzurra. La chiusura ufficiale delle gare è stata affidata ai 200 T11 di Arjola Dedaj che, superato agilmente il turno preliminare, in finale viene squalificata per passaggio della guida al traguardo prima dell’atleta. Grande il rammarico: “Stavo cadendo dalla fatica e alla fine mi sono inchiodata. Pensavo di poter gestire bene la finale ma le altre sono state più brave”. Per l’azzurra però resta la soddisfazione di aver regalato all’Italia ben due medaglie, l’argento conquistato nei 100 ed il bronzo vinto nel lungo. Ora si torna a casa con altri obiettivi: “Adesso prenderò una pausa dai 200 perché mi voglio concentrare sui 100 e sul lungo in vista degli Assoluti di Concesio. Non vedo l’ora di riabbracciare mio figlio che ci aspetta”. Parola all’atleta guida Andrea Rigobello: “È stato un bel percorso, per me è sempre un onore far da guida ad Arjola. Per lei, con un bimbo, oggi la vita non è solo quella di atleta. Dovrebbe essere un vanto quello che è riuscita a fare qui”.

In mattinata, in una gara che non assegnava medaglie, il compagno di squadra e di vita Emanuele Di Marino vince i 400 T44 recuperando negli ultimi metri l’unico antagonista presente, il bielorusso Dzmitry Bartashevich. Il salernitano mette a segno anche il nuovo record europeo di specialità di 56.56: “Ho corso questa gara in onore alla mia categoria. Con solo quattro allenamenti sui 400 alle spalle, sono molto contento di questa prestazione che mi fa ben sperare per gli Assoluti. Dedico questo record a mio figlio Leonardo. Vorrei ringraziare qui il prof. Franco Benazzo che mi ha operato e che mi ha fatto tornare in pista in otto mesi”.

In precedenza, nella quarta e penultima giornata, l’atletica paralimpica italiana ha raccolto i frutti più dolci del lavoro di quest’ultimo anno, con atleti esordienti che riescono ad imporsi alla ribalta internazionale. Nei concorsi Nicky Russo prende timidamente confidenza con la pedana del peso F35 e, con la misura di 12,72 al primo lancio, si assesta subito in terza posizione. È però al quarto tentativo che il primatista italiano trova il 13,12, a conferma di quel bronzo che è certamente il suo regalo più bello al debutto con la Nazionale: “È un sogno che si realizza, non ho parole per descriverlo. È la mia prima competizione internazionale e quando ho saputo della convocazione, mi sono allenato ancora più duramente con la passione e la determinazione che mi hanno sempre accompagnato nell’ultimo anno e mezzo. Sapevo di poter vincere una medaglia e mi rimprovero di non aver fatto una gara più regolare. La tensione si è fatta sentire, ero un po’ rigido e non sono riuscito a spingere”. E, visibilmente emozionato, aggiunge: “Dedico tutto questo alla mia famiglia, a mia moglie, ai miei bambini e a mia madre che mi sono stati sempre vicini in questo duro percorso della mia malattia, la sclerosi multipla. Ringrazio la FISPES e tutto lo staff perché sono persone eccezionali. Vorrei che sempre più persone possano entrare in questo mondo, in modo da incentivare i ragazzi a conoscere e provare lo sport paralimpico”.

La vittoria va al lettone Edgars Bergs che, proprio all’ultima prova, con 14 metri netti, supera di cinque centimetri il russo Alexander Elmin.

La stella che sta emergendo nel mezzofondo italiano è invece quella di Ndiaga Dieng, per tutti Cenga, l’atleta maceratese nato in Senegal che ha un talento come quello di pochi. La gara che conduce nei 1500 T20 è tecnicamente perfetta, ma solo il coraggio e la grinta che lo contraddistinguono gli permettono di aggrapparsi con le unghie e con i denti al terzo posto, con un tuffo sul traguardo. Lo precedono i due russi Aleksandr Rabotnitskii (3:54.36) e Pavel Sarkeev (3:57.14), rispettivamente oro e argento, con l’azzurro che chiude a 3:57.18 davanti all’ucraino Pavlo Voluikevych (3:57.31) in rimonta. Il recupero per lo sforzo all’arrivo è stato grande, ma salire sul podio per il tricolore è emozionante: “Questa medaglia di bronzo è importante per me perché è la prima volta che rappresento l’Italia in una manifestazione così competitiva. Ho fatto una bellissima gara, una gara tattica. Appena ho visto il primo russo che ha attaccato all’ultimo giro, ho provato a stargli dietro, ma negli ultimi 80 metri ho iniziato a sentire fatica sulle gambe. Questo significa che c’è da lavorare parecchio e lo farò sicuramente perché io voglio andare alle Paralimpiadi di Tokyo. Voglio ringraziare la mia società Atletica Avis Macerata, l’Anthropos Civitanova, la FISPES, la mia famiglia e ovviamente il mio allenatore Maurizio Iesari”.

Tornando ai lanci, il discobolo ligure Lorenzo Tonetto affronta invece una tenace concorrenza di lanciatori F44-64 che arrivano a misure superiori ai 52 metri. Il numero uno di specialità per l’Italia centra un 46,38 per la sesta piazza che lo soddisfa a metà: “La gara non è andata male. La media dei lanci è stata abbastanza buona intorno ai 45-46 metri, a ridosso del mio personale. In realtà avrei potuto migliorare ancora per portare l’High Performance (48,30) per Tokyo e quindi non posso essere contento. Sicuramente il quinto posto era alla mia portata. Ora però mi aspettano quattro settimane di allenamento durissimo per cercare di riprendere il percorso di crescita che ho avuto negli ultimi mesi”.

A Bydgoszcz ce l’ha fatta Valentina Petrillo a coronare il sogno di rappresentare l’Italia. Nella sua prima finale tra le donne, ottiene il quinto posto nei 400 T13 con l’orgoglio di aver limato ulteriormente il primato assoluto in due giorni. Rispetto all’1:00.29 della batteria, i centesimi che riesce a togliere sul giro di pista sono altri venti, per quell’1:00.09 che la fa entrare nei libri dei record italiani. La 47enne ipovedente è felicissima: “Inizia da qui una nuova avventura con una maggiore consapevolezza. È stato importante gareggiare in una competizione femminile e questa prima esperienza in azzurro è stata molto formativa per proseguire nella mia carriera. Ho dato tutto quello che potevo, anche considerando che cinque minuti prima di entrare allo stadio ho sentito un fastidio all’interno coscia. In cinque mesi sono migliorata di cinque secondi e so che non sono ancora al mio limite. La mia presenza qui è un segnale importante per tutte quelle ragazze trans come me che vivono nell’ombra”. E lo sguardo si rivolge ancora a Tokyo: “Io continuo a crederci.

Vorrei ringraziare la Federazione per aver riposto questa fiducia in me, tutti i tecnici, il Comitato Italiano Paralimpico, i presidenti Sandrino Porru e Luca Pancalli che mi hanno dato quest’opportunità”.

A conclusione dell’Europeo, il presidente FISPES Sandrino Porru è orgoglioso di questa squadra: “È stata una rassegna europea molto particolare, dettata dalla decisione di lasciare a casa parte dei nostri atleti top level per preparare al meglio l’appuntamento paralimpico di Tokyo. L’esperienza è stata ugualmente entusiasmante grazie ad una squadra di seconde linee e di giovani che sono stati capaci di conquistare ben 10 medaglie, con 8 atleti sul podio. Ancora più lusinghiero è riscontrare che gran parte di loro abbia fatto registrare il proprio personal best, da aggiungere a un record europeo e al fantastico primato mondiale della Caironi, rientrata in squadra nel migliore dei modi. Posso sicuramente ritenermi soddisfatto di come il team abbia rappresentato un’atletica paralimpica italiana viva e in forte crescita. Sono sicuro che il loro lavoro e le loro testimonianze potranno servire al reclutamento di nuovi atleti, primo obiettivo che la nostra Federazione si pone con dedizione e professionalità. Per tutti questi importantissimi risultati, desidero ringraziare l’intero staff tecnico nazionale, gli amici di Inail, lo staff federale, i nostri compagni di viaggio e, in particolare, tutte le società sportive di provenienza degli atleti: ancora una volta una grande squadra coesa e determinata che ci ha permesso di competere nel migliore dei modi”.

Anche il direttore tecnico nazionale Vincenzo Duminuco fa un bilancio delle prestazioni degli azzurri: “Esperienza senza ombra di dubbio positiva anche se vissuta da casa davanti allo schermo di un pc e attaccato al cellulare. Mi ritengo abbastanza soddisfatto sia dal punto di vista dei risultati che della serietà mostrata da tutti i partecipanti che hanno anche saputo creare un ottimo clima di squadra. Il bilancio finale, in termini di medaglie, è perfettamente in linea con quanto mi aspettavo. Per precise scelte tecniche abbiamo rinunciato ad almeno otto medaglie ‘pesanti’ puntando forte su Tokyo. I conti tornano tutti. Conferme importanti ed esordi positivi ci hanno mostrato una squadra solida, compatta, con grosse potenzialità di crescita sia a breve che a lungo termine. Indubbiamente ho qualche rammarico per gli infortuni che hanno impedito a ben tre atlete di prendere parte alla competizione continentale e a Simone Manigrasso di mostrare i grossi progressi ottenuti in un anno di silenzioso lavoro. Infine, un ringraziamento a tutto lo staff tecnico, organizzativo, sanitario e della comunicazione che non hanno lesinato energie e ore di sonno per far sì che tutto andasse per il meglio, così come pure ai tecnici Inail di insostituibile supporto. Ovviamente tutti (anche i non presenti) sono chiamati a dare conferma del loro livello prestativo in occasione dei prossimi Campionati italiani assoluti del 3 e 4 luglio a Concesio, che rappresenteranno l’ultimo appuntamento importante prima delle convocazioni per le Paralimpiadi di Tokyo”.

Campionati Europei paralimpici Bydgoszcz 2021 - Medaglie italiane
2 ori: Martina Caironi (100 e lungo T63)
1 argento: Arjola Dedaj (100 T1)
7 bronzi: Riccardo Bagaini (400 T47), Marco Cicchetti (lungo T44-64), Riccardo Cotilli (100 T44-64), Arjola Dedaj (lungo T11), Ndiaga Dieng (1500 T20), Alessandro Ossola (100 T63), Nicky Russo (peso F35)

(da comunicati FISPES - Giuliana Grillo)

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