Paralimpici: Caironi record mondiale agli Europei

03 Giugno 2021

A Bydgoszcz secondo oro per l’azzurra che nel lungo migliora il suo primato con 5,06. Bronzi per Bagaini (400), Dedaj (lungo), Ossola e Cotilli (100)

Giornata da incorniciare per l’Italia, la terza agli Europei paralimpici di atletica a Bydgoszcz in Polonia. Il bottino di medaglie sale a otto, con un oro e un bronzo accompagnati da prestazioni di assoluto valore mondiale. Come da pronostico, è la pluricampionessa paralimpica Martina Caironi a compiere l’ennesima impresa spettacolare, questa volta nel salto in lungo. Con un oro in tasca già guadagnato nei 100 T63, la saltatrice amputata bissa il successo portando in dote un’altra vittoria alla squadra azzurra e, come ha abituato ormai da tempo, va anche oltre. Entrata in gara con la convinzione giusta, la primatista iridata piazza subito un ottimo 4,93 al primo tentativo. È però alla seconda prova che mostra alle avversarie chi comanda davvero: 5,05 e record del mondo migliorato di cinque centimetri rispetto a due anni fa. Tempo di arrivare al quarto salto e la capitana azzurra riesce ad aggiungere un ulteriore centimetro alla sua migliore prestazione mondiale, che diventa 5,06. Restano lontanissime la svizzera Elena Kratter, seconda con 4,30, e la spagnola Desiree Vila Bargiela, terza a 4,23.

Le Paralimpiadi di Tokyo ora sono sempre più una certezza: “Sono felicissima. Questa è una tappa importante verso il Giappone - commenta Martina Caironi - e mi fa capire che ci sono. Mancano oltre due mesi all’appuntamento e credo di avere ancora cartucce da sparare. Ho lavorato parecchio per questo e qui l’unico salto giusto che ho fatto a livello di tecnica e rincorsa è stato quello migliore di 5,06. Punto però ancora più in alto e voglio raggiungere i 5,20. Per me vivere quest’Europeo è stato fondamentale per sentire la vicinanza della squadra che mi è mancata molto negli ultimi tre anni”. E poi una dedica speciale: “Voglio dedicare questa gara al mio nonnino che proprio oggi è entrato in un hospice e verrà accompagnato in un nuovo mondo”.

Sui 400 T47 è invece Riccardo Bagaini a tirare fuori dal cilindro un bronzo speciale corredato dal primato tricolore di 50.92. Il quattrocentista piemontese affronta la gara con grande concentrazione e parte veloce a caccia del risultato. Negli ultimi 100 metri esce fuori il croato Ivan Cvetkovic, oro in 50.63, e il testa a testa sulla linea di arrivo contro il britannico John Bridge finisce a favore di quest’ultimo (50.75). Il plurimedagliato continentale di Berlino 2018 al traguardo dichiara: “Ero qua per cercare il PB. Dal Grand Prix di Jesolo di aprile ho fatto cinque gare, ma ne ho concluse solo due per problemi fisici. Questa è la terza volta che non ho sbagliato, sono davvero fiero di questo nuovo record. Eravamo in quattro a poter puntare al podio e con una gara complicata da gestire, ma sono contento di quello che ho fatto. Il merito di tutto questo va a tantissime persone, dai miei allenatori ai miei fisioterapisti, alla mia squadra del Sempione 82 che non ha mai smesso di credere in me, alla Federazione”.

Tornano poi in pista, questa volta sui 200, i velocisti T44-64 orfani di Simone Manigrasso infortunatosi in gara. Riccardo Cotilli, bronzo nella seconda giornata sui 100, è quarto con il personal best di 24.60: “Ho affrontato questi 200 con grande responsabilità e sono molto contento di aver portato a casa il mio PB che mi dà grinta e speranza per continuare a lavorare su questa strada. Un pensiero va a Simone che ci ha solo potuto guardare dagli spalti. Con lui questa gara sarebbe stata ancora più bella”. L’altro azzurro della finale, Emanuele Di Marino, conclude al traguardo in quinta posizione con 25.09: “Mi sono sentito più sciolto di ieri e sono sicuro che agli Assoluti di Concesio a luglio andrà ancora meglio. Ho fatto il minimo per Tokyo della mia categoria (T44) e il record dei campionati, e questo risultato mi fa ben pensare per il futuro. Sarò nei partenti dei 400 sabato per onorare la mia categoria. Un mega abbraccio a Simone per una pronta guarigione”. Arriva anche l’aggiornamento sulle condizioni di Manigrasso da parte del medico federale Giuseppe Spinelli che è a Bydgoszcz al seguito della squadra: “L’atleta ha una sospetta lesione muscolare. Non è stato possibile effettuare accertamenti strumentali qui in Polonia che però sono stati già programmati al rientro in Italia. Al momento Manigrasso non accusa dolore a riposo”.

Nell’ultima gara della giornata Marco Pentagoni ottiene il quarto posto nel lungo T63 saltando 5,54, a sette centimetri dal bronzo. Il podio non era così lontano, ma il saltatore azzurro non era al top della forma: “È una medaglia regalata perché non valgo questa misura. Volevo avvicinarmi almeno al mio personale e saltare intorno ai 5,90. Sento che ho perfezionato la tecnica anche rispetto a prima dello strappo all’inguine che mi ha tenuto fermo per mesi, ma la mia velocità era scadente nonostante stacco ed elevazione fossero buoni. Ora torno a casa per rimettermi sotto per gli Assoluti”.

La giornata era già iniziata molto bene in mattinata con Valentina Petrillo che ha conquistato la finale dei 400 T13 in 1:00.29, due centesimi in meno del record italiano che aveva realizzato a Faenza solo il 22 maggio scorso. Il crono di qualificazione le vale come quinto tempo complessivo, ma l’atleta napoletana non lesinerà energie per migliorarsi ancora nella prima finale della sua vita in azzurro, nella quarta giornata alle ore 10.55. Sempre venerdì, ma a partire dalle 17.42 focus sulle pedane del peso F35 del neoprimatista italiano Nicky Russo e del disco F64 con il finalista mondiale Lorenzo Tonetto. L’ultimo azzurro in pista, alle 19.56, sarà Ndiaga Dieng, l’uomo dei record del mezzofondo su cui l’Italia ripone grandi aspettative nei 1500 T20.

Nella seconda giornata, è stata di nuovo Arjola Dedaj a far parlare di sé in quest’Europeo polacco. Dopo aver vinto l’argento nei 100, la velocista e saltatrice non vedente ha conquistato il podio anche nel lungo T11 con un bronzo di assoluto rispetto. Inarrivabile l’ucraina Yuliia Pavlenko, oro anche nei 100, che ha saltato 4,91, battendo l’esperta svedese Viktoria Karlsson, dietro di 21 centimetri.

L’ingresso in pedana per l’azzurra è stato difficoltoso con i primi due salti nulli, ma già al terzo tentativo la campionessa del mondo del 2017 ha ritrovato fiducia piazzando un 4,43 di sicurezza. Dopo un altro nullo e un 4,19 poco significativo, la primatista italiana di specialità ha chiuso la serie con il salto da medaglia a 4,49. Ma a fine gara c’è stata comunque delusione: “Poche soddisfazioni, non ho fatto bene come avrei voluto. Ho bisogno di lavorare ancora sulla gestione della gara a livello psicologico perché due nulli subito all’inizio mi hanno destabilizzato. Peccato, le condizioni erano perfette, le gambe giravano bene, ma non sono stata efficace per un risultato di qualità”. Ora per la plurimedagliata europea ci sarà l’ultima fatica dei 200 metri il 5 giugno: “La gara sarà tosta perché faremo due 200 in una giornata, ma io darò il massimo di me stessa”.

Poi la bacheca dell’Italia si arricchisce di altri due importanti bronzi guadagnati da due velocisti amputati. Nei 100 della categoria T63 si mette in luce Alessandro Ossola che non solo riesce a salire sul podio, ma tira fuori le unghie per realizzare il nuovo primato italiano di specialità con 12.65. Non è così distante il vincitore e pluricampione danese Daniel Wagner (12.37), soprattutto per un atleta che si è affacciato allo sprint paralimpico solo da un paio d’anni. La gioia al traguardo è incontenibile: “Sono molto molto felice, questa medaglia è qualcosa di magico e l’ho vinta al mio primo Europeo. È tutto un’emozione incredibile, sapevo che la terza piazza era alla portata e ci credevo. Il record è poi il coronamento di un anno di impegno che mi ha portato anche a migliorare il primato nei 60 e 200. Continuerò a combattere per fare ancora meglio perché il vero obiettivo è Tokyo”.

Stessa sorte per il grande amico Riccardo Cotilli, che agguanta un bronzo in 11.87 nei 100 T44-64, in una gara dove il favorito, Simone Manigrasso, si blocca e cade a metà rettilineo per una sospetta lesione muscolare. Lo sprinter piemontese ha emozioni contrastanti: “Provo una grande gioia per me - dichiara Cotilli - ma mi dispiace tantissimo per Simone. Questo è comunque uno dei risultati che non scorderò mai nella mia vita. Ho confermato i miei tempi di questa stagione”.

L’altro azzurro in finale Emanuele Di Marino torna a correre una competizione internazionale dopo il lungo stop per infortunio. Il suo 12.59 e quinto posto è da season best: “Per la mia categoria (T44) è un buon tempo ma sento che sui 100 ho ancora un mese di lavoro davanti. In gara ho avuto un sussulto perché ho sentito Simone cadere e di questo sono molto dispiaciuto”.

Guardando ai concorsi, il pesista Giuseppe Campoccio paga lo scotto di essere stato riclassificato nella categoria F34, ma riesce comunque ad avvicinare il podio. Primo a lanciare tra i 13 partecipanti, il lanciatore in carrozzina si esprime in progressione trovando la misura migliore di 9,33 all’ultima prova che gli assicura la quinta posizione. Il campione europeo F33 uscente, con orgoglio, dichiara: “Pensavo di arrivare ultimo in quanto non ho un accredito importante in questa classe, ma è stata una bella gara con questi fortissimi atleti. Sono contento soprattutto perché in 20 giorni sono riuscito a fare un allenamento importante e questo è di buon auspicio in vista degli Assoluti di Concesio dove intendo migliorare la mia prestazione per battere il record italiano (9,92). Ringrazio Esercito, Difesa e Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa per essermi stati vicini in questo periodo e mando un grande abbraccio a mia moglie”.

Lo specialista di giavellotto F63 Stanislav Ricci soffre invece le prime battute di gara in maglia azzurra fino al terzo lancio quando scaglia l’attrezzo a 41,13 per poi chiudere a 41,54. Infastidito dal riacutizzarsi di un’infiammazione al nervo del moncone, reagisce con grinta e diventa quarto: “Speravo di fare meglio al mio esordio europeo, mi aspettavo di più da me stesso. Non sono riuscito a lanciare come volevo e ho avuto difficoltà a fare una rincorsa completa per il problema al nervo. Ho però stretto i denti perché quel posto lo volevo”.

Al femminile Laura Dotto, uscita quest’anno dall’accademia giovanile di para atletica per approdare in Nazionale maggiore, debutta a Bydgoszcz con il sesto posto nei 1500 T20. Già al secondo giro però la mezzofondista veneta si lascia sfuggire il gruppo delle prime cinque che hanno imposto un ritmo molto intenso, senza riuscire a rientrare in partita. Con la vittoria dell’ucraina Liudmyla Danylina in 4:43.63, la primatista italiana riesce comunque ad avvicinare il primato personale di 5:11.46 concludendo in 5:12.68. Al traguardo però le parole sono di sconforto: “Non è la gara che volevo. È stata molto faticosa, non ha funzionato la testa e forse un po’ le gambe. Ho spinto, ma so che posso dare di più. È comunque un onore far parte per la prima volta di questa Nazionale e voglio considerarlo solo un punto di partenza”.

Troppo forti gli avversari invece per Cristian Lella. Il lanciatore sardo appartenente alla UniCredit FISPES Academy si tuffa in questa nuova esperienza da senior nel peso F20, in una competizione dominata dal 16,77 del possente ucraino Oleksandr Yarovyi. La classifica lo colloca in 12esima posizione con la misura valida di 10,08 fatta al primo tentativo, ma fuori dalla finale a otto: “Mi manca ancora tanta tecnica rispetto agli altri. Quando ritorno a casa, mi allenerò il doppio per provare piano piano ad avvicinarmi a queste misure. Qui è stato tutto bello, mi sono divertito”.

Gli Europei paralimpici di atletica sono trasmessi in diretta streaming sulle pagine Facebook di FISPES e di World Para Athletics, oppure sul canale YouTube https://youtube.com/c/paralympics.

(da comunicati FISPES - Giuliana Grillo)

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File allegati:
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- Programma degli azzurri
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