Parigi all'assalto dei 5000

03 Luglio 2015

Il 4 luglio, in occcasione dell'ottava tappa della IAAF Diamond League, Almaz Ayana e Genzebe Dibaba andranno a caccia del record del mondo. Nel mirino il 14:11.15 di Tirunesh Dibaba nel 2008.

di Giorgio Cimbrico

Nel cartellone – o nel menù, vista la presenza nella capitale di numerosi ristoranti stellati o pluristellati - Parigi offre un faccia a faccia caldissimo che, evitando il condizionale, può portare a un record mondiale dei 5000 sotto i 14’10”, un tempo che può far gola a molti adepti della corsa di sesso maschile. E’ un derby etiope, in una gara che di ragazze di quel paese ne vedrà al via otto. Situazione: a Shanghai, in solitudine, Almaz Ayana, 23 anni e mezzo, bronzo a Mosca 2013, con un progresso secchissimo di 11”, ha corso in 14’14”32 diventando la terza di sempre, dietro Tirunesh Dibaba e Meseret Defar; e a Eugene la graziosa Genzebe Dibaba, sobbarcandosi in solitario due terzi della distanza, ha chiuso in 14’19”76, accodandosi al quarto posto.

L’augurio è che gli organizzatori dell’Areva, che di solito riescono a portare allo Stade de France un grande pubblico assai caloroso, abbiano ben organizzato lo scandimento del ritmo non basandosi unicamente sulla fidata e sperimentata ucraina Tamara Tverdostup. Scorrendo la lista di partenza, ci sono almeno quattro altre etiopi che potrebbero dare una solida mano, assicurando un passaggio cruciale ai 3000 tra 8'35” e 8’40”. Poi, toccherà alle duellanti che, dopo la rinuncia di Usin Bolt, hanno avuto in sorte un posto d’onore nella serata: i 5000 sono stati posticipati alle 21,32, penultima gara prima del finale affidato ai 100 che hanno al via Asafa Powell e l’eterno Kim Collins che qui conquistò il titolo mondiale l’inezia di dodici anni fa.

I 5000 sono l’unica distanza sfuggita alla Grande Caccia lanciata, nello sconvolgente ’93, dal Reparto Rosso Femminile di Ma Yuren. Quattro anni dopo, in un botta e risposta a 48 ore di distanza (batterie e finale dei campionati nazionali ) Dong Yanmei e Jiang Bo completarono lo Slam, ma senza andare a toccare contorni da Città Proibita come era capitato – e come è tuttora – per 1500, 3000 e 10000. E così quel 14’28”09 ebbe una vita relativamente breve, sino all’avvento quasi sette anni dopo, del peso superpiuma Elvan Abeylegesse (1,60 per 40, le esigue misure), nazionalizzata turca (e brevemente chiamata Elvan Can) ma etiope doc di Addis Abeba che a Bergen, pista di Fana, chiuse in 14’24”88, davanti a Tirunesh Dibaba (Dibaba II), record mondiale junior in 14’30”88 e a Ejegayehu Dibaba (Dibaba I) che in 14’32”74 ottenne un limite personale sotto il quale non è più scesa. Da quel momento il record non è più sfuggito alle ragazze che vengono dalla parte cristiana dell’Africa Orientale, prima con il ritocco (tre decimi), poi con il deciso progresso (otto secondi) scandito da Meseret Defar a Oslo, venue of legends, luogo di leggende, come si diceva una volta di Wembley.

A Parigi il tempo da battere è 14’11”15 che Dibaba II, la seconda delle favolose sorelle di Bekoji (l’Eldoret d’Etiopia) centrò ancora al Bislett sette anni fa, in una gara che vide al via Dibaba I (terza in 14’36”78) e la piccola Genzebe (Dibaba III), allora diciassettenne, settima in 15’02”41. Oggi, caso più unico che raro, le tre gentili moschettiere nate nella località 3000 chilometri a sud della capitale, occupano il primo, il quarto e il 24° posto nella lista di sempre. Caso più unico che raro anche il fatto che Genzebe abbia record personali indoor migliori di quelli su pista grande: 3’55”17 contro 3’57”54, 8’16”60 contro 8’26”21, 14’18”86 contro 14’19”76. I tempi al coperto sono ovviamente tutti record mondiali.
Parigi, nel suo caso, val bene un paio di messe: succedere alla sorella e dimostrare che anche l’anello da 400 metri è un buon posto per correre molto forte.

TV - Diretta a partire dalle ore 20 su Fox Sports. Telecronaca di Nicola Roggero e commento tecnico di Stefano Baldini.

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