Pechino: Bolt stellare, 19.30 sui 200
Sarà impossibile dimenticare quello che si è visto nella serata di Pechino. Se con il record di 9.69 stabilito nei 100 metri Usain Bolt, la freccia giamaicana, era entrato nella storia, quello che ha fatto sui 200 lo proietta direttamente nella leggenda. Nella finale della distanza più lunga Bolt ha stabilito con 19.30 il nuovo primato mondiale, due centesimi meglio di quanto fece Michael Johnson ad Atlanta 1996, un tempo che tutti avevano pronosticato inavvicinabile ancora per molti anni. Invece Bolt, incurante di 0,9 metri di vento contro, lo ha abbassato disputando una prova straordinaria: a differenza di quanto avvenne sui 100 metri, con Bolt che negli ultimi metri era più concentrato sul festeggiare e guardare il pubblico che cercare il grande tempo, oggi ha tirato fino all'ultimo appoggio, dimostrando che più che lo scontato oro voleva il tempo e il cronometro lo ha premiato. Gli avversari sono finiti a distanza siderale, pur avendo siglato tempi di grandissimo valore, basti pensare che con 19.82, tempo che nella maggior parte delle manifestazioni mondiali varrebbe l'oro, l'antillano Churandy Martina è finito a oltre mezzo secondo da Bolt. Bronzo all'americano Crawford, campione uscente, con 19.96, grazie anche alla squalifica del connazionale Wallace Spearmon.
La Giamaica fa festa anche per l'oro nei 400hs femminili con Melaine Walker che con 52.64 firma la quarta prestazione mondiale di sempre. Netta la sua vittoria sull'americana Sheena Tosta, che ha chiuso in 53.70 mentre il terzo posto è stato appannaggio della britannica Tasha Danvers in 53.84.
Nella terza finale prevista, quella del martello femminile, era impegnata l'azzurra Clarissa Claretti, che ancora una volta non ha tradito le attese confermandosi una "piazzata di qualità". Dopo un nullo al primo lancio l'atleta dell'Aeronautica ha ottenuto con 71,33 l'accesso alla finale a otto, ma dopo questo lancio non ha più trovato la zampata giusta per progredire ulteriormente in classifica, rimanendo al settimo posto, stesso piazzamento degli ultimi Mondiali: "Questo 7 mi rode, è ora di cambiarlo. Mi dispiace davvero perché in gara mi sono sentita vuota di gambe, non sono mai stata veloce come mio solito, neanche nel lancio buono. Non riuscivo a rendere, io volevo dire la mia per le migliori posizioni perché il mio sogno era non la finale, ma l'oro. Ero fiduciosa e serena prima della gara, forse troppo, ora sono un po' demoralizzata pensando che devo aspettare quattro anni per riprovarci". L'oro è andato alla bielorussa Miankova con 76,34, davanti alla cubana Moreno con 75,20 e alla cinese Zhang Wenxiu con 73,53.
L'altro azzurro impegnato nella sessione serale era Giuseppe Gibilisco che con 5,65, suo primato stagionale, ha raggiunto la finale del salto con l'asta. Ottima la prova del saltatore sicilia, bronzo quattro anni fa ad Atene, che pur essendo decisamente a corto di prove agonistiche negli ultimi mesi ha ottenuto 5,45 al secondo tentativo, 5,55 al primo e la misura decisiva di 5,65 al terzo, accedendo a una finale allargata a 13 concorrenti, finale in programma venerdì.
Domani si torna alla doppia sessione e al mattino si assegna il titolo nella 20 km di marcia con l'azzurra Elisa Rigaudo impegnata a cercare un piazzamento di prestigio. Al mattino in gara anche Antonietta Di Martino nelle qualificazioni dell'alto, la misura da superare è 1,96. Nel pomeriggio batterie delle staffette veloci, con entrambi i quartetti azzurri impegnati: qualificazione per le prime tre squadre più ripescaggio dei due migliori tempi. La squadra maschile sarà nella seconda batteria contro soprattutto Giamaica, Francia e Gran Bretagna, quella femminile nella prima contro Usa, Gran Bretagna e Polonia. Oltre alla marcia femminile, sono previste le finali di 200 e giavellotto sempre per le donne, di 400, 110hs e triplo per gli uomini.
Gabriele Gentili
Nelle foto: Usain Bolt dopo la vittoria sui 200 metri e davanti al tabellone del record (foto Giancarlo Colombo per Omega/Fidal)
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