Pepite d'oro: la Abitova regina dei 10000
Delle due medaglie d'oro assegnate nella giornata inaugurale dei campionati Europei di Goteborg, quella di Inga Abitova è senz'altro la meno attesa. Se per il tedesco Bartels, erede dell'ex-campione del mondo Buder, c'erano dei precedenti che lo tenevano in lizza per il podio, per la russa l'effetto-sorpresa è stato notevole. Inga Abitova è nata nel 1982, e la sua storia atletica è tutta concentrata, nei suoi lampi più luminosi, nel passaggio dal mezzofondo relativamente veloce a quello di lunga lena. Dopo le stagioni da allieva e junior spese su 1500 e 3000 metri, la russa si è fermata per due anni, per ripresentarsi nel 2004 con un terzo posto ai campionati russi promesse e con il debutto nella maratona (sesta ai campionati nazionali di Mosca). Lo scorso anno la semina, lenta e costante, in vista della sorprendente mietitura della stagione in corso. La Abitova costruisce la via di mezzo dei 5000 e dei 10000 metri (dove la ritroviamo settima ai campionati nazionali su pista), ed assaggia di nuovo l'attività su strada: vince a sorpresa la maratona di Belgrado ed è quarta nella mezza maratona di Nuova Delhi. Si affaccia pure nel cross, e chiude al settimo posto l'esperienza dei Campionati Europei. Il 2006 parte precocissimo, il 15 gennaio, con il secondo posto nella maratona di Mumbai in 2h33'55", poi eccola tuonare ai campionati russi di Tula (seconda sui 10000 in 31'32"04), e nella Coppa di Russia (vince i 5000 in 15'15"05). Questo fino a stasera. La meno accreditata delle russe si è rivelata sul più importante palcoscenico continentale da un autentico mastino, capace di addentare la malcapitata Kiplagat ed andarsene via in una progressione devastante. Gli ultimi trenta metri, corsi col busto in avanti e dando più volte l'impressione di rischiare la perdita dell'equilibrio, sono stati il sugello di una finale entusiasmante, corsa su ritmi straordinari, superiori a quelli già leggendari che sostenne la Radcliffe a Monaco, sotto il diluvio universale, quattro anni fa. Col suo 30'31"42, la Abitova ha realizzato l'ottava prestazione europea di sempre, la diciottesima mondiale. A confortare l'impressione di una gara di grandissimo livello c'è la registrazione di ben dodici primati personali, alcuni anche nazionali, tra le venti atlete che hanno concluso la gara. Delle altre atlete protagoniste, magnifica l'impresisone destata dalla gazzella norvegese Wigene, esile e leggera, l'esatto contrario dell'aggressiva e compatta Abitova, così determinata da recuperare qualcosa alla russa negli ultimi 130 metri, ed il gran finale della medaglia di bronzo, l'altra russa Grigoryeva, un'atleta capace in carriera di vincere la maratona di Parigi della scorsa stagione davanti all'azzurra Console. Marco Buccellato
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