Rieti, Galvan e Paoletta completano la doppietta



Chiusura scoppiettante della 40^ edizione dei Campionati Italiani allievi: nella giornata conclusiva di Rieti erano impegnati alcuni dei protagonisti più attesi, che in genere non hanno tradito. Non sono arrivati primati nazionali, anche perchè la stagione è stata lunga e densa di impegni soprattutto nella parte centrale, ma alla fine il livello tecnico della rassegna è stato più che soddisfacente. Una conferma al vertice del settore velocità, da parte di Jessica Paoletta e Matteo Galvan, già vincitori dello sprint breve qui al “Guidobaldi”: se la romana – come previsto - ha dato il meglio di sè sui 100 metri (sui 200 il cronometro si è fermato a 24.88), sull’esibizione del vicentino nella distanza doppia erano decisamente puntati i riflettori. E Galvan ha dominato la scena con un validissimo 21.41 (vento +0.5), distanziando di parecchie lunghezze il più vicino inseguitore, il milanese Davide Pelizzoli, anche lui ex calciatore (nella Pro Sesto). L’altro protagonista di giornata poteva essere il primatista italiano del giavellotto Leonardo Gottardo (foto piccola/Claudio Petrucci), ma il padovano si è limitato a vincere con un 68.01 per lui normalissimo: per provare a migliorare il suo limite nazionale di 74.80 ci saranno altre occasioni. Alle sue spalle il romagnolo Severino Dradi, un ragazzo di origini brasiliane che – naturalmente – aveva praticato il calcio (nella Castiglionese, vicino Ravenna), ma poi si è convertito ai lanci, migliorandosi qui con 57.97. Dagli ostacoli sono arrivate le altre prestazioni tecnicamente più interessanti: doppietta per gli specialisti veneti – Desirée Barbini dell’Assindustria Padova e Stefano Tedesco, vicentino di Thiene, per l’Asi Breganze – e miglioramento dello stagionale in entrambi i casi. La Barbini ha segnato 13.93 (vento +0.5) ed è stata insidiata dalla toscana Giulia Pennella (14.12 per questa atleta al primo anno di categoria, nel 2004 vincitrice del titolo cadette degli 80hs). Stefano Tedesco (foto grande/Claudio Petrucci), appartenente alla folta schiera dei figli d’arte – il papà Franco, che lo allena, è stato un valido giavellottista e anche decatleta – è sceso per la prima volta sotto i 14 secondi (13.83, con vento +0.6) e ha tenuto ben lontana la concorrenza alle sue spalle. Nelle due finali dei 400 metri, nessuna sorpresa: erano favoriti il campano di Cava Giuseppe Aita (ex calciatore anche lui, detto il “Toro di Salerno” per la sua struttura muscolare) e la brianzola Elena Bonfanti, decisamente la migliore per tutta la stagione. Hanno vinto loro (49.69 per Aita, 56.71 per la Bonfanti), ma la lombarda ha dovuto soffrire per l’attacco portato dalla friulana Giulia Chessa (figlia del tecnico Gianfranco), nettamente miglioratasi a 57.08. Quando poi le protagoniste del giro di pista sono tornati ai blocchi per la prova finale della manifestazione, la staffetta 4x400, la tribuna ha dato libero sfogo alla passione per la splendida lotta per il titolo allieve cui hanno dato vita l’Atletica Brugnera e l’Atletica Fermo: peccato che le due formazioni favorite fossero state inserite in due serie diverse, costringendo così le ragazze ad un duello a distanza. Le marchigiane hanno messo un’ipoteca sulla vittoria correndo in 3:55.63, mentre le friulane hanno poi risposto con 3:56.27: e il confronto è stato anche più intrigante per il confronto tra le due specialiste di valore nazionale dei 400 ostacoli, Erica Marziani (tre tricolori in questa edizione) e Claudia Maniero. La Cariri, società ospitante, ha chiuso in bellezza vincendo la staffetta maschile. Il programma del mezzofondo ha visto impegnati gli specialisti dei 2000 siepi e le ragazze dei 3000 metri. Se in quest’ultima prova non ha avuto problemi la lombarda Alessandra Allegretta (la ricordiamo prima nei 2000 cadette già lo scorso anno), la gara delle siepi è stata drammatica: avvicendamenti in testa, poi l’attacco del torinese Bacchetta e il contrattacco di Michele Mormino, vanificato da un doppio sbilanciamento sulle barriere nell’ultimo giro. Fuori causa nel momento topico l’italo-marocchino Soufian Rakik, il migliore tra i partenti (anche lui nel gruppo allenato da Giorgio Rondelli), la maglia tricolore è andata a Lorenzo Calcagni (personale qui con 6:06.48), allenato al Cus Cassino da Augusto Terranova e continuatore della tradizione ciociara delle siepi iniziata con Franco Fava. E’ mancato un po’ di pathos nella finale del disco femminile, dove Tamara Apostolico (41.22) non ha avuto vita dura alla fine dei giochi, soprattutto per l’inattesa controprestazione della piemontese Ambra Julita (solo quarta con un modestissimo 34.92). Più combattuto il triplo: Eleonora D’Elicio, figliola del dirigente del Cus Torino Riccardo (ex saltatore in alto di valore nazionale nella sua carriera agonistica), ha vinto il titolo a sorpresa con 12.15 (+1.1). Niente di eccezionale, in sostanza, ma in quattro – tutte al primo anno di categoria - sono finite sopra i 12 metri: un po’ scarica Federica De Santis, buon talento ascolano (12.13), mentre valide outsider si sono dimostrate Serena Capponcelli, eclettica emiliana già campionessa ieri nell’alto (terza con 12.08), e la brianzola Cecilia Pacchetti, che ha dovuto dividersi con la finale dei 200 metri dove è stata seconda alle spalle di Jessica Paoletta. File allegati:
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