Rigaudo-Levorato, vigilia al femminile
Anche la marcia al femminile suona la carica. Elisa Rigaudo, prima ancora che Ivano Brugnetti affronti l'impegno iridato sui 20 chilometri, svela i suoi piani di battaglia: "Starò lì davanti, con le altre, anche se il ritmo sarà veloce. Ho lavorato bene, e nell'ultimo periodo ho ottimizzato la gran mole di allenamento svolto. Le favorite sono molte, almeno quattro o cinque, tutte in grado di finire sul podio. Tra loro, ci sono anche io, sì, certo". C'è chi chiede all'azzurra dei suoi presunti problemi ematici: "Sono anemica, questo lo sanno tutti. Con il mio ematocrito, così basso, è difficile riuscire a primeggiare in una gara tanto lunga. Ma ormai ci sono abituata, svolgo regolari periodi di lavoro in altura, con adattamento ulteriore fino ai 3.500 metri delle Alpi". La Rigaudo lamenta l'assenza delle compagne di un tempo, le "regine" della marcia che, per un po', ha frequentato in nazionale e nei raduni (Elisabetta Perrone, Erika Alfridi, Annarita Sidoti): "E' vero, provo una certa nostalgia. Soprattutto con Erika e Betty, avevamo formato un bel gruppo; mi auguro di riuscire a portare avanti il loro insegnamento, soprattutto la serietà nel lavoro giornaliero". Per chiudere, un ragionamento sulla marcia, e sulla considerazione di cui gode: "La vittoria di Ivano, purtroppo, non è servita a cambiare le cose. Ci si continua a ricordare di noi solo nelle grandi occasioni". In gara con la Rigaudo, anche Gisella Orsini, all'esordio in un Mondiale: "Dovrò convivere con il fatto che ho dovuto cercare un picco di preaprazione nel mese di maggio, per ottenere il visto per i Mondiali. Ma, a parte questo, spero di fare una buona gara, e di piazzarmi quanto più vicino possibile al gruppo delle migliori". Domani, 7 agosto, è anche il giorno di Manuela Levorato. La sprinter torna in azzurro dopo due anni di assenza per i mille infortuni con i quali ha dovuto confrontarsi: "Mi sembra tutto nuovo, tutto diverso. Oggi sono più cosciente, più consapevole dei miei mezzi. Il cammino di avvicinamento al Mondiale è stato buono, almeno fino a Zagabria. Poi, sono ritornati i problemi fisici; anche adesso, il piede sinistro continua a darmi fastidio, al punto che non so che cosa succederà qui". Il punto di forza dell'azzurra, a suo parere, è la fase lanciata: Come sempre, del resto; proprio per questo, potrebbe essere proprio la staffetta il mio punto di forza. Vedremo. In ogni caso, il 2005 deve per forza di cose essere considerato di passaggio. Nel 2006, agli Europei di Goteborg, in un contesto più adatto ai miei mezzi, spero di potermi esprimere al meglio". Il mondo, è un mare ancora troppo vasto per l'azzurra. "Se guardo al passato, mi dispiace pensare che con 22.70 ero una delle tante, in un Mondiale; oggi, con quei tempi sarebbe diverso". Marco Sicari File allegati:
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