Rigaudo e La Mantia concentrate sul Mondiale



Due prime donne della squadra azzurra hanno incontrato oggi la stampa a Casa Italia Atletica a Daegu. Si tratta della triplista, campionessa europea indoor e vice all'aperto, Simona La Mantia e della marciatrice, bronzo olimpico a Pechino 2008, Elisa Rigaudo. Nelle parole delle due azzurre delle Fiamme Gialle il loro personale percorso d'avvicinamento e le aspettative per l'imminente impegno iridato.  

Simona La Mantia (Triplo, qualificazione martedì 30 ore 11.45 eventuale finale giovedì 1 settembre ore 12.20) - "Sono arrivata il 23 agosto ed ho avuto il tempo per ambientarmi e per recuperare il fuso orario allenandomi nel campo vicino al Villaggio. La misura per entrare in finale è 14.45 e quindi cercherò di migliorare il 14.43 che è il mio stagionale all’aperto. Una volta entrata in finale giocherò le mie carte, non voglio stare a guardare le altre.  Mettere insieme il miglioramento della rincorsa con il balzo non è cosa semplice, è un puzzle che spero di comporre a Daegu. A giugno e luglio ho gareggiato ogni fine settimana trasformando il lavoro fatto dopo gli europei indoor. Agosto mi è servito per riprendere la forma fisica ed ora non mi sento inferiore alle altre mie avversarie: spero di poter dire la mia. Dall’argento di Barcellona è cambiato il mio modo di pensare e di considerare le altre atlete: ora ho una maggiore consapevolezza delle mie possibilità. Diversità tra nord e sud? Non Credo, donne del nord e donne del sud sono uguali, se hai voglia riesci ad emergere ovunque. Semmai si può dire che io e la Di Martino abbiamo in comune gli infortuni ed il desiderio di riscatto dopo tanta cattiva sorte”.

Elisa Rigaudo (20 km di marcia, mercoledì 31 agosto ore 2.00) – “Ho scelto di partire dopo per gli impegni familiari legati a mia figlia Elena di cui sento molto la mancanza. Sono arrivata il 24 agosto ma ho iniziato l’adattamento prima, già a casa sono arrivata a svegliarmi alle 5 di mattina e le sensazioni di acclimatamento sono buone. Sulle gambe ho 3000 chilometri, meno dei soliti 5.500-6000 ma va bene così, dopo la maternità ho cominciato ad allenarmi con una diversa mentalità, con gli stimoli giusti, il piacere di allenarsi anche in compagnia: con me ci sono due cinesi. Anche stamattina i russi hanno dominato e penso che succederà lo stesso nella gara femminile. Partiranno tranquille per cambiare poi a metà. Io invece spero in una competizione regolare. In fondo Giorgio Rubino non ha sbagliato, la tattica ed il ritmo erano giusti, lui ha solo cercato di tenere alto il ritmo. Tra Idem e Vezzali? Forse mi identifico più nella Idem per la fatica che accomuna il mio sport al suo. Un anno di pausa mi è servito, avere un figlio ti cambia le priorità e ti allunga la carriera perché godi di una maggiore serenità interiore. Non penso a Londra, vivo la quotidianità e proprio per questo potrei arrivare anche a Rio, magari avendo un secondo figlio. In gravidanza ho fatto attenzione a non prendere peso. Sono arrivata ad avere 11 kg in più ma poi quando ho iniziato gli allenamenti ho subito smaltito quei tre che erano rimasti. Ho fatto attenzione soprattutto alle intolleranze ed ora peso 52kg, due in meno di Pechino, quando vinsi il bronzo olimpico. A gennaio quando ho ripreso gli allenamenti ho avuto subito problemi alla schiena a causa di due ernie che probabilmente avevo già in precedenza. Ricominciando dopo la gravidanza senza la parte addominale, si sono fatte sentire e quindi ho perso un altro mese. Poi la preparazione è andata bene, non ho sostenuto i soliti test, solo 25 km a 4’40” fatti facilmente che equivalgono ad una 20km a 4’25” in condizioni normali. Col caldo è tutto da vedere, in teoria non sono molto distante da 1h28’-1h29” che con la pioggia di Pechino equivalgono a circa 1h27”.”

Giovanni Esposito

Nelle foto, le azzurre Simona La Mantia ed Elisa Rigaudo a Casa Italia Atletica a Daegu (foto Casa Italia Atletica)

 




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