Rubino sereno: "Dato il massimo"
Non c'è delusione nelle parole di Giorgio Rubino. La porta di Brandeburgo è alle spalle, il traguardo è stato superato da poco, ed il marciatore romano guarda al quarto posto conquistato nei 20 chilometri senza particolari rimpianti. "No, non credo di potermi rimproverare nulla. Ho fatto la gara giusta, dovessimo ripartire adesso, rifarei esattamente tutto quello che ho fatto. La partenza è stata corretta, per fare meno di un'ora e venti era necessario cominciare sul piede dei 3:58 al chilometro, io non posso permettermi di fare come Borchin: cioè marciare in 38:30 nei secondi dieci chilometri". La svolta è arrivata quando il russo ha impresso un altro ritmo all'andatura: "Sono partiti fortissimo, io in quel momento non ero in grado di rispondere. Ecco, se mi è mancata qualcosa, è un po' di tenuta intorno al quindicesimo chilometro. Ma, ripeto, non credo che ci fosse molto altro da fare". Il riaggancio è stato il primo dei momenti difficili: "Improvvisamente li ho visti intorno a me, tutti insieme. Non me l'aspettavo, non mi ero curato troppo di quanto vantaggio avessimo, ma quella è stata un'azione che qualcuno di loro ha finito per pagare". Quinto a Osaka, quarto a Berlino: Rubino mette i due risultati su piani diversi: "Nettamente più importante quello di oggi, per il tipo di gara che ho fatto, e anche per il risultato cronometrico che ho ottenuto".
Delusione invece, com'è ovvio che sia, nel racconto di Ivano Brugnetti. "Non so cosa sia successo, purtroppo. Stavamo andando bene, improvvisamente si è spenta la luce. Anche per me l'avvio è stato quello giusto, non mi pare andassimo poi così forte: il problema, almeno per me, non è stato certo quello".
m.s.
Nelle foto, Giorgio Rubino (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
- Le foto della 1^ giornata (mattina) / Photos
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